Il club nerazzurro ha espresso tutta la propria rabbia per il trattamento ricevuto dai suoi tifosi in Portogallo
Quella di ieri sera è stata una notte ‘quasi’ perfetta per gli interisti. A macchiare il passaggio ai quarti di finale dell’Inter in Champions League, infatti, è stato quanto avvenuto all’esterno dello stadio ‘do Dragao’ nei minuti che hanno preceduto il fischio d’inizio del match.
Nonostante non vi fosse alcun divieto, numerosi tifosi nerazzurri sono stati bloccati fuori dall’impianto. A coloro che non avevano acquistato un biglietto nella curva riservata agli ospiti, bensì in altri settori misti, è stato vietato l’accesso allo stadio senza alcun preavviso. Un episodio che ha provocato l’indignazione da parte dell’Inter e non solo, visto che poche ore fa l’Uefa ha comunicato ufficialmente ai due club di aver aperto un’indagine su quanto successo.
Anche la risposta dell’Inter, che già ieri sera aveva anticipato per bocca dell’ad Marotta di essere pronta a presentare un esposto, non si è fatta attendere. Il club nerazzurro con una nota ufficiale ha espresso per prima cosa “la massima solidarietà nei confronti dei propri tifosi, provenienti da tutta Europa e in possesso di regolare tagliando d’accesso per la partita di ieri sera, Porto-Inter, ai quali è stato vietato l’ingresso allo stadio Do Dragão”.
Con un comunicato, pochi minuti fa l’Inter ha richiesto all’Uefa di aprire un’indagine per fare chiarezza sui fatti di Oporto ed individuare tutti i responsabili dell’accaduto.
L’EPISODIO – “A seguito di decisione unilaterale del Porto, moltissimi sostenitori interisti, tra i quali numerose famiglie con bambini, sono stati segregati in una zona di contenimento nei pressi del settore ospiti e lì trattenuti per tutta la durata della partita a cui non hanno potuto assistere, esponendoli così a una grave condizione di tensione e potenziale pericolo”.
LA RICHIESTA – “FC Internazionale Milano chiede a UEFA di intervenire affinché si faccia luce su quanto accaduto e che situazioni di questo genere, in contrasto con i principi cardine di sportività, uguaglianza ed inclusione, non si ripetano mai più, a difesa di tutti i tifosi, indipendentemente dalla propria fede calcistica e nazionalità di provenienza”.
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