Caso Juventus, le parole dell’avvocato Giorgio Spallone tra plusvalenze e carta Covisoc
Per la Juventus si apre una fase caldissima della stagione. Il club bianconero è pronto a disputare la sfida di ritorno degli ottavi di Europa League contro il Friburgo, ma l’attenzione è sempre rivolta al caso plusvalenze.
Sotto questo punto di vista ad accendere il clima sono stati le cosiddette Carte Covisoc. Come anticipato da calciomercato.it, anche nella seconda carta Covisoc non vi sono però riferimenti di alcun tipo alla Juventus e non si concretizzeranno dati rilevanti. A riguardo, a ‘Juventibus’, è intervenuto l’avvocato Giorgio Spallone: “Il primo e secondo grado del procedimento hanno avuto tutt’altro oggetto. Hanno avuto ad oggetto non le plusvalenze, ma il valore se fosse o meno reale rispetto al prezzo indicato di quel calciatore. La stessa Covisoc non mette in discussione il diritto tra una società e un’altra di scambiarsi due calciatori senza alcun flusso monetario, l’importante è che il valore di uno o dell’altro non sia stato gonfiato. Questo in che misura ha rilievo? Perché il giudizio di revisione, la revocazione della sentenza precedente ha cambiato il capo d’incolpazione. Alla fine, non sappiamo in base a cosa, è emerso criterio. Il nuovo capo d’incolpazione è stato generico, esiste un sistema di modifica dei bilanci che noi riteniamo essere illecito dal punto di vista sportivo e che ha portato alla violazione dei principi di correttezza. Tutto questo non ha nulla a che vedere con una valutazione oggettiva tale da far concludere che il valore del calciatore sia stato gonfiato. Qui c’è il legame tra il documento in questione. Ora abbiamo di nuovo il legame tra il motivo che ha indotto la partenza delle indagini e quella che era stata la prima sentenza della corte federale d’appello”.
Spallone: “Richiesta della carta non è un autogol”
Sul fatto se possa essere stato un autogol chiedere la carta: “Un difensore in qualunque sia il contesto, se chiede un documento è per poter verificare che questo documento possa aiutarlo a confutare una tesi difensiva altrui o un’accusa. Definire la richiesta di documento un autogol è erroneo. Se poteva esserci una finalità temporanea, questa non è stata raggiunta nella misura in cui nel documento non ci sono nominativi o allusioni a fatti che possono essere riconducibili ad una determinata squadra. La presunta, totale autonomia dell’ordinamento di Giustizia Sportiva rispetto a determinati principi non può esserci”.
Spallone è tornato sulla carta Covisoc: “In questa comunicazione della Covisoc c’è un passaggio quasi en-passant, che non è stato sottolineato a sufficienza. Questa situazione che la Covisoc sottopone all’attenzione del procuratore federale, determina un’opacità informativa che rischia di risultare più significativa in presenza di eventuali operazioni fra ‘parti correlate’. Parti correlate ha un significato specifico per quanto riguarda la disciplina civilistica, ma siccome non stiamo parlando di società quotate in borsa, in un gergo più ampio parti correlate può significare che una parte ha un qualche interesse nell’altra. Non c’è un’assoluta distinzione e separazione tra i due agenti di questa compravendita. In quella nota iniziale della Covisoc, divisa in due parti, la prima ha ad oggetto gli scambi dei calciatori, il cui focus era il valore attribuito al singolo calciatore e non le plusvalenze. La seconda parte riguarda le rivalutazioni in sede di bilancio. Il tema non sono le plusvalenze, ma come calcolare il valore di un calciatore che viene dato in scambio rispetto ad un altro a parità di prezzo e quindi senza o con un minimo conguaglio economico. Quando sarà stato stabilito un criterio legge o una norma sarà diverso. Qui si parte da un criterio assolutamente generale”.