Spalletti in conferenza stampa: “Abbiamo scritto la storia. Maradona? Nessuno come lui, ci mettiamo spirito di sacrificio”
Luciano Spalletti in conferenza stampa dopo la vittoria del Napoli sull’Eintracht che vale i quarti di finale di Champions. “Nella storia nessuno c’è mai riuscito, ha quel valore lì quell’importanza lì. Due gol subiti nelle ultime 10 partite? Parlare di superiorità mi costa fatica. Bisogna saper usare bene il tempo dello scorrere della partita, la squadra è stata matura a cambiare atteggiamento. Glasner aveva messo in campo la squadra diversamente. Non abbiamo concesso niente, abbiamo creato gli spazi e nel secondo tempo abbiamo comandato la partita. Stato di salute del calcio italiano? La potenzialità del nostro calcio, per me, è chiara. Si guarda solo al risultato, se si avesse la profondità di andare a scavare ci sono tante storie da andare a raccontare in maniera corretta”.
Continua Spalletti. “Non mi sarei aspettato di essere a +18 in campionato, per come siamo stati in campo fin dalla prima partita è problematico ripetere sempre queste prestazioni qui, porta a casa tanta roba. Non dobbiamo diventare presuntuosi per un risultato fatto. I complimenti di grandi allenatori sono fatti anche per scrollarsi la tensione dell’aspettativa nei confronti della loro squadra. Se una squadra costa 9 milioni ed una 900 milioni ci sarà una differenza. Qui a Napoli sono tutti svegli, ci fanno piacere i complimenti. Glieli rifacciano impacchettati”.
Spalletti chiude la conferenza. “Osimhen è uno dei grandissimi a livello mondiale. Ha molte potenzialità inespresse. Oltre a fare gol va a pulire delle situazioni. Ha questi guizzi, queste vampate, sul gol di testa è andato su altissimo. E’ tutto corretto, bisogna usare queste partite qui per esser ancora più pronti nelle partite successive.
Maradona? Non è possibile fare per nessuno le sue performance. Sopperiamo con il collettivo, con la disponibilità dei calciatori. Anche stasera si sono, in molti, sbattuti per un gioco sporco. C’è bisogno di quelli che vanno a raspare per quelli più qualitativi”.
La chiosa è sugli scontri sugli scontri in città. “Abbiamo perso di vista un aspetto: bisogna essere uniti contro i violenti. Non ci sono solo quelli della squadra avversaria. Si sono uniti tutti quelli che volevano far casino. Chi fa casino non deve usare il calcio. Deve stare a casa. Quello che di buono c’era da fare è stato fatto sugli spalti ed in campo. Bisogna andare a divertirsi per il traguardo storico portato a casa. Va al di là dei contratti e dei discorsi: i contratti servono a vestire nella lunghezza della carriera. Le vittorie di questa sera servono a tenere per sempre sulla pelle questa maglia qui. Mio figlio è stato un napoletano che ha preso l’aereo per venire allo stadio”.
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