Al fischio finale di Southampton-Tottenham le parole di Antonio Conte manifestato le divergenze ormai insanabili con il club.
C’eravamo tanto amati, direbbe qualcuno. In realtà tra Conte e il Tottenham la luna di miele non sembra mai esserci stata. Anche nei momenti di maggiore sinergia il tecnico salentino ha sempre palesato, in modo più o meno manifesto, una certa insofferenza nei confronti di un ambiente che non ha mai fatto suo. La qualificazione in Champions League dopo la rimonta clamorosa dello scorso anno aveva fatto scattare una scintilla. Una fiamma che però ha dovuto fare i conti con la forza corrosiva del tempo.
Sebbene anche quest’anno gli Spurs finiranno con il giocarsi fino all’ultimo il quarto posto – il Newcastle rincorre a due punti di distanza dal Tottenham ma i Magpies hanno due partite in meno – la sensazione diffusa è che la squadra non sia riuscita a fare il salto di qualità sperato. Il rocambolesco 3-3 contro i Saints è un’immagine piuttosto simbolica della stagione di Kane e compagni. “Bellini” in alcuni frangenti, pasticcioni in molti altri: inermi ogni qualvolta si chiede loro di alzare l’asticella. Aggettivi che poco si addicono ad un allenatore come Conte che è quasi sempre riuscito a plasmare le proprie squadre a sua immagine e somiglianza.
Conte-Tottenham, i motivi di un divorzio già scritto
Proprio Conte da qualche mese non ha lesinato messaggi al vetriolo al club. La campagna acquisti invernale è stata sostanzialmente bocciata dal tecnico salentino, che avrebbe voluto altri tipi di innesti di maggiore esperienza e qualità . La prospettiva di aver bisogno di ancora qualche anno per colmare il gap con le prime della classe non è stata digerita dall’ex allenatore di Juve ed Inter. Poco importa se l’Arsenal di Arteta con un progetto nel quale i giovani rappresentano la spina dorsale si sta lottando a pieno merito.
Ma non è finita qui. Il rapporto con lo spogliatoio si è con il tempo deteriorato. Se il feeling mai sbocciato con Richarlison era fino a poco tempo fa una goccia nell’oceano, le parole delle ultime potrebbero aprire una voragine. Conte non ha mai nascosto, inoltre, la sua nostalgia per l’Italia. La distanza dalla famiglia, come ammesso dal diretto interessato, è un peso non più sopportabile.
In Inghilterra il Conte-ball non è riuscito a far breccia nelle difese avversarie. La difesa a tre in Europa ha evidenziato tutti i suoi limiti, presupponendo un arretramento troppo vistoso del baricentro. In Premier negli scontri diretti il Tottenham ha avuto un andamento altalenante. Nel confronto con le piccole, semmai, va ricercato il motivo del ritardo in classifica del Tottenham. Proprio la sfera su cui Conte premeva molto negli anni di permanenza in Italia.
La Serie A, del resto, è sempre stata terreno di conquista dell’attuale allenatore del Tottenham, artefice della rinascita della Juventus e della risalita dell’Inter. E chissà che i bianconeri e i nerazzurri non possano pensare nuovamente a Conte. “Qui non si vince da 20 anni, bisogna fare qualcosa per cambiare la situazione“: la tavola è ormai apparecchiata, l’Italia nuovamente nel destino di Conte? Ciò che è quasi certo, ormai, è che le strade di Conte e del Tottenham divergeranno a fine stagione. Il mancato rinnovo del contratto in scadenza la prossima estate, a posteriori, potrebbe aver pesato come un macigno. Un lungo addio, dunque, che aspetta soltanto di essere “consumato”.