Il presidente della Juventus Gianluca Ferrero ha rilasciato alcune dichiarazioni sul momento cruciale dei bianconeri sia in campo che fuori
La Juventus è attesa da un finale di stagione in cui si gioca tutto il suo futuro, sul campo e fuori. Al momento la squadra di Allegri sta dando tutto, compattando anche l’ambiente intorno a una rimonta che è ancora solo agli inizi. I bianconeri pur partendo con un -15 pesantissimo sono tornati in zona Europa, a soli 6 punti di distanza dalla Roma che in questo momento è quinta. E la Champions League è distante appena 7 lunghezze.
Nel frattempo si avvicina una delle date cruciali di questo percorso tortuoso a livello giudiziario. Il 27 marzo presso il Tribunale di Torino infatti ci sarà – davanti al gup Marco Picco – l’udienza preliminare dell’inchiesta Prisma, che riguarda quindi anche altri filoni d’inchiesta oltre alle plusvalenze. Sul banco degli imputati non soltanto il club bianconero, in quanto persona giuridica, ma anche dodici ex dirigenti e non solo, tra cui ovviamente il presidente Agnelli, il vice Nedved, l’ad Arrivabene e il dg Paratici. Il 19 aprile invece verrà discusso il ricorso della Juventus sulla penalizzazione di 15 punti in classifica, che potrebbero clamorosamente anche essere restituiti. Intanto Gianluca Ferrero, nuovo presidente, aspetta e si lascia ‘scappare’ alcune parole.
Juventus, il presidente Ferrero: “La società si difenderà, la squadra risponda sul campo”
“La Juventus si difenderà con tutte le sue forze nelle sedi competenti. Io ero e rimango un tifoso. Permane ciò che abbiamo detto nell’incontro con la squadra: la società dovrà fare la sua parte nelle aule di giustizia e loro, come stanno facendo, sono chiamati a rispondere sul campo”, le parole di Ferrero riportate dal giornalista Dario Pellegrini su Twitter.
Il presidente bianconero era infatti presente in Parlamento per un incontro con lo Juventus Club Giovanni e Umberto Agnelli, durante il quale è stato anche tributato un lungo applauso al lavoro di Andrea Agnelli. Ferrero è rimasto ad ascoltare i saluti degli altri parlamentari, non rilasciando altre dichiarazioni.