Roberto Mancini e Marco Verratti hanno parlato in conferenza stampa prima della sfida tra Italia e Inghilterra
La Nazionale torna a Napoli dopo 10 anni per un appuntamento speciale come la sfida contro l’Inghilterra, ormai diventata una grande classica del calcio internazionale. Tanti gli spunti di interesse, oltre all’esordio nelle qualificazioni a Euro 2024.
In primis il possibile esordio di Mateo Retegui nel 4-3-3 consueto, anche se Roberto Mancini non esclude nuovi cambi di modulo: “Arrivare così in una nazionale dall’Argentina non è così semplice, un po’ di tempo gli ci vuole. Ma è un ragazzo educato, sveglio, un bravo centravanti, giovane, abbiamo fiducia ma gli va dato tempo. Lui è un centravanti classico. Io non voglio dire cose esagerate, ma ricordo quando Batistuta è arrivato in Italia e gli può somigliare. Se gioca dall’inizio domani? Lui è molto giovane, ci vorrà tempo ma è sveglio, quindi non penso ci metterà molto”. Pretattica, il ct in conferenza stampa dal Maradona non si sbilancia. Domani sarà la prima partita senza il compianto Gianluca Vialli: “Abbiamo avuto una grande fortuna, di averlo come compagno, poi di averci lavorato e voi avete avuto la fortuna di averlo a Londra. Un dispiacere enorme, ma le persone come lui sono immortali e sarà con noi per sempre”.
La preoccupazione a Napoli è anche per la questione ordine pubblico, soprattutto dopo quanto visto la scorsa settimana proprio qui con i ‘tifosi’ tedeschi che hanno distrutto la città: “Io non sono della Polizia. Sono sempre stati gli ospiti a creare problemi come accaduto anche in Champions. Se le persone che arrivano si comportano bene non ci saranno problemi. Noi pensiamo al campo sperando che non accada niente”, dice Mancini.
Poi il ct risponde sul percorso della sua Nazionale, se resta o meno sul solco di Euro 2020 nonostante la delusione con la Macedonia del Nord: “Siamo passati da una grande emozione a una grande delusione, ma il calcio come la vita è crudele e succedono cose che non meriti. La squadra non meritava in quel percorso di non qualificarsi al Mondiale. È stato un momento fortunato, sono stati fatti degli errori. Il canovaccio tecnico è lo stesso? Sì, ci sono giocatori che ora non ci sono ma che possono entrare”. Tra i seggiolini della tribuna stampa c’è anche Aurelio De Laurentiis, inevitabile un passaggio sul Napoli: “Ha sempre fatto cose ottime, quasi sempre in Champions League lottando per i vertici, è stato fatto un lavoro straordinario. Poi la squadra gioca veramente bene. Noi giocavamo bene prima e dopo gli Europei, il Napoli sta facendo lo stesso e potrebbe fare qualsiasi cosa. Non diciamo niente perché siamo scaramantici”.
I giornalisti inglesi chiedono poi a Mancini se sia stato contattato o meno dall’organo di investigazione della Football Association per la questione dei presunti stipendi pagati ‘al nero’ dal Manchester City proprio nell’epoca in cui era manger l’attuale ct azzurro. “No, non mi hanno contattato e non credo che verrò chiamato. Ho pagato le tasse regolarmente e non penso che mi verrà a cercare qualcuno”, risponde Mancini. In conferenza accanto a lui c’era Marco Verratti: “Nazionale isola felice? La mia isola felice è ogni volta che vado ad allenarmi. Il calcio è fatto di vittorie e sconfite, non è una sconfitta a farmi passare la voglia di giocare. La nazionale è qualcosa di grande e fantastico, quindi qui sono felice ma lo sono anche quando sono a Parigi”. Poi su Retegui: “Non ci siamo allenati moltissimo. Mi ha fatto una buona impressione, non è facile. Fisicamente ci sta, ha voglia di dimostrare e ci darà una grossa mano”.
Al termine della conferenza a Roberto Mancini, Gabriele Gravina e Marco Verratti sono state consegnate le medaglie della città di Napoli dal presidente azzurro Aurelio De Laurentiis e dal sindaco Gaetano Manfredi. “Certo che questo giallorosso non c’entra niente col Napoli”, la battuta di De Laurentiis (i colori della città sono appunto il giallo e il rosso, ndc).
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