Arrivato nel nostro Paese da calciatore dell’Inter, dal 2018 Faisca fa l’allenatore: “Giochista o risultatista, io sono entrambi”
“Sono il portoghese che ha giocato più tempo in Italia”. Ha esordito così, in esclusiva a Calciomercato.it, Vasco Faisca. 42 anni compiuti ad agosto scorso e una carriera da calciatore, ruolo difensore chiusa nel 2017 alla Virtus Francavilla e quasi interamente vissuta nel nostro Paese.
Portato qui dall’Inter quando era poco meno che ventenne, Faisca è passato subito al Vicenza per poi giocare in altre piazze importanti del nostro calcio come Padova e Ascoli, dove stette rispettivamente due anni e mezzo e tre anni. Sei anni fa, invece, appese le scarpe al chiodo cominciando soli dodici mesi più tardi la carriera da allenatore. Esordio da vice al Vilafranquense, debutto da primo all’Olhanense; poi Braga B, Alverca e Farense, quest’ultimo (Serie B portoghese) guidato per una stagione e mezza. Fino a febbraio scorso.
Tra passato, presente e futuro, con dentro la Champions, il Benfica e l’ammirazione per Guardiola: Vasco Faisca ha risposto alle nostre domande con grande leggerezza, ma dicendo cose importanti.
– Al Farense la tua ultima esperienza in panchina. La prossima sarà in Italia?
“(Ride, ndr) Chi lo sa… Mi piacerebbe tornare in Italia. Non sono italiano, però sono il calciatore portoghese che ha giocato più tempo (407 presenze, ndr) nel calcio italiano. Mi porto dietro tante cose belle dell’Italia”.
– Qui in Italia gli allenatori sono stati divisi in due categorie: giochisti e risultatisti. Tu dove ti schieri?
– “Io sono entrambi. Con le mie squadre ho sempre puntato a un calcio offensivo perché credo che sia quello che ti permetta di arrivare più vicino al risultato”.
– Con le tue squadre hai gioca sia con la difesa a quattro che con quella a tre: qual è il tuo modulo preferito?
“Se i calciatori sono intelligenti, puoi giocare con qualsiasi modulo. La differenza la fanno i principi, vincono le idee migliori. Non sono un integralista. Cerco di fare un mix tra la scuola portoghese e quella italiana, non tralasciando quindi la cura della fase difensiva”.
– Qual è il collega che ammiri di più?
“Nessun dubbio, Pep Guardiola. Ma anche Klopp. Per me loro due sono i migliori al mondo. Tra l’altro sabato 1° aprile sarò a Manchester per vedere la sfida tra City e Liverpool… Comunque mi piace molto anche Sarri, e Sacchi guardando più indietro. Tutti hanno una cosa in comune: il calcio olandese”.
– Sei portoghese, eppure non hai nominato un certo Mourinho.
“Lui è senza dubbio il miglior allenatore portoghese di sempre, però non mi rivedo nel suo stile di calcio. Tutto qui. Ma nel calcio ci sono tanti modi per arrivare al risultato, come ha dimostrato in questi anni lo stesso Guardiola”.
– Sei stato portato in Italia dall’Inter, lasciata poi subito per il Vicenza: hai qualche rimpianto per non essere riuscito a importi in nerazzurro?
“Andai subito in comproprietà col Vicenza. Probabilmente l’Inter non ha creduto in me, però questo fa parte della vita. Alla fine credo di aver fatto una bella carriera in Italia. Sono rimasto legato a tutte le squadre in cui ho giocato, dall’Ascoli fino al Matera”.
– A proposito di Inter: che Benfica troverà in Champions e quante chance dai ai nerazzurri per il passaggio alle semifinali?
“Per me è 50 e 50. Si affronteranno due grandi squadre, il Benfica di Schmidt (col Farense lui ha incontrato la squadra B, ndr) gioca un calcio propositivo. A mio avviso, però, l’Inter ha una rosa più forte”.
– È il Napoli la squadra che oggi gioca il calcio più bello?
“Il Napoli è senz’altro la sorpresa del calcio europeo, gioca bene e vanno fatti i complimenti a Spalletti. Ma a livello europeo la mia preferenza va al Manchester City. Gioca un gran calcio anche l’Arsenal di Arteta, non a caso ex allievo di Guardiola”.
– Chi vincerà la Champions?
“(Ride, ndr). Il City. Questo può essere l’anno buono per loro, anche perché in campionato sono secondi e quindi possono concentrarsi ancor più sulla Champions”.
– Concludendo sul tuo possibile futuro in Italia. Qualche chiamata dal nostro Paese l’hai ricevuta?
“Sono in contatto con tante persone in Italia, però finora non ho ricevuto nessuna proposta. In verità non l’ho nemmeno ‘cercata’, perché ho preferito iniziare il percorso di allenatore qui in Portogallo. Ma sono sicuro che un giorno, con un bel progetto, verrò ad allenare in Italia”.