Antonio Conte ha lasciato il Tottenham e spera nel ritorno in Serie A, ma ogni pista sembra chiusa: dalla Juve all’Inter, che gliene preferisce altri tre. Mina vagante Roma
Ieri sera è diventato ufficiale il divorzio tra Antonio Conte e il Tottenham. “Decisione di comune accordo”, c’è scritto sul comunicato degli Spurs. Almeno sulla carta, quindi, non si tratta di un esonero. Anche se la questione era diventata insostenibile soprattutto a livello ambientale. Le continue frecciate del tecnico alla società e ai giocatori hanno portato a una decisione inevitabile.
Che è avvenuta semplicemente con pochi mesi di anticipo rispetto alla scadenza del contratto a giugno, che mai sarebbe stato rinnovato. Conte da tempo sogna di tornare in Serie A, anche e soprattutto per questioni personali. Non è un mistero che l’ex ct abbia passato una stagione tremenda dal punto di vista emotivo, con le scomparse degli amici Ventrone, Mihajlovic e Vialli. Poi l’operazione da cui probabilmente non si è ancora ripreso del tutto, e altre vicende extra-campo. Senza contare che anche a livello tecnico, il Tottenham non stava facendo benissimo. Conte ha manifestato già a suo tempo il desiderio di riavvicinarsi alla famiglia, ma in Italia non sarà per niente facile trovarsi una collocazione. Soprattutto quest’anno.
Motivo per cui non può essere neanche da escludere un anno sabbatico. Inter, Juventus, Milan e Roma sono teoricamente le società che possono puntare a lui. Ma forse solo una è la vera papabile. Escludendo la Lazio per motivi economici e per solidità del rapporto con Sarri.
La Juventus è ovviamente appesa alle decisioni dei tribunali e delle varie sentenze. Teoricamente i bianconeri, soprattutto senza Agnelli, riprenderebbero Conte a Torino molto volentieri. La nuova dirigenza ha stima nei suoi confronti, ma ce l’ha anche e soprattutto in Massimiliano Allegri. Il tecnico livornese ha la fiducia di tutto l’ambiente, sta facendo un grande lavoro sul campo e dal punto di vista mentale, con la Juve che sarebbe seconda. E poi ha un contratto fino al 2025 con un ingaggio altissimo, il che rende complicato qualsiasi cambio.
Diversa la situazione all’Inter, con Inzaghi che resta in bilico e rischia l’esonero anche con la qualificazione in Champions League. Il tecnico piacentino potrebbe seriamente andare via, ma anche in questo caso le porte difficilmente si spalancherebbero a Conte. Il divorzio con la società e la dirigenza è stato burrascoso, con tanto di lauta buonuscita. E con un’Inter che ha una situazione finanziaria e spazio di manovra peggiore di quando Antonio lasciò. Proprio per gli stessi motivi. Senza contare che a Marotta – scrive ‘La Gazzetta dello Sport’ – piace per primo De Zerbi, ad Ausilio e Baccin invece Thiago Motta. Con alternative Simeone e poi, infine, Conte. Più o meno la quarta scelta. E il Milan? La filosofia societaria e di club dei rossoneri è abbastanza lontana da quella dell’ex ct, che invece vuole giocatori pronti per vincere. Non è tanto uno da progetto. E se dovesse centrare la Champions, Pioli ha comunque tante chance di restare.
Si arriva quindi alla Roma, sulla carta la squadra e la società più vicina all’allenatore leccese che sarebbe il più simile erede di Mourinho. Appunto, Mourinho. Ha un contratto fino al 2024, non ha ancora incontrato i Friedkin – che lo mettono in cima ai propri pensieri – ed è ancora tutto in ballo. Non entrare in Champions sarebbe un mezzo disastro, con lo Special One che potrebbe effettivamente decidere di lasciare. A maggior ragione senza garanzie da parte del club sulla competitività e gli investimenti. La Roma potrebbe informarsi su ingaggio e richieste di Conte, che già aveva parlato con i giallorossi nel 2019. Quando rifiutò perché “non era il momento, ma prima o poi ho la sensazione che allenerò la Roma”.
Potrebbe essere questo, il momento. Mourinho permettendo. Anche se a Pinto piace parecchio De Zerbi, che però sta bene al Brighton e interessa a molti altri. Conte, però, sarebbe il più simile allo Special One e potrebbe tirare fuori il massimo dal campionato, come ha sempre fatto dappertutto.
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