Le dichiarazioni a seguito della conferma della sanzione disciplinare ai danni del centravanti belga, espulso nel match d’andata delle semifinali di Coppa Italia
Lo sconcertante evento occorso sul finale della gara d’andata delle semifinali di Coppa Italia tra Juventus e Inter in cui è figurato Romelu Lukaku come protagonista, ha lasciato perplessi tifosi, addetti ai lavori e più in generale l’intero panorama sportivo. Non tanto per il gesto dell’espulsione in sé, quanto per le motivazioni che ci sarebbero alla base di quel gesto.
L’interpretazione del direttore di gara è stata chiara: l’esultanza di Lukaku era passibile di doppio giallo perché rivolta ad irritare la panchina avversaria. Il calciatore, a posteriori, con l’ausilio della review video, ha tuttavia chiarito che le sue intenzioni erano tutt’altro che intimidatorie. Quel che poi ha seguito l’evento è stato un fatto di cronaca lesivo dell’immagine dell’uomo, prima che dello sportivo, per via degli insulti razziali piovutigli addosso. Infine la conferma della sanzione disciplinare non ha trovato nient’affatto d’accordo il suo avvocato Sebastien Ledure, che ha così commentato in una recente intervista per ‘Tuttosport’.
Ledure non ci sta: “Non gli sarà permesso di fare il proprio lavoro”
“È imbarazzante quel che è accaduto tempo addietro non soltanto con Romelu ma anche nei confronti di altri calciatori. Un fatto che si è poi ripetuto nel tempo, che continua ancora oggi. Siamo nel 2023, è assurdo che si debba pensare ancora a certi concetti. Certo ci sono regole chiare che prevedono la squalifica nel caso in cui un calciatore rimedi due cartellini gialli, ma per questioni morali credo che il provvedimento sia sbagliato ai danni di Lukaku“, ha rivelato Ledure in prima battuta.
“In questo modo viene penalizzata anche la buona riuscita del torneo perché il calciatore resterà fuori per il prossimo turno. Non gli sarà permesso di fare il proprio lavoro nonostante sia proprio colui al quale sono stati rivolti i cori razzisti. La squalifica non è un buon inizio, anzi un segnale totalmente sbagliato“, ha quindi concluso il procuratore.