Valore già quintuplicato e stipendio da adeguare: le ultime sul futuro di Zaccagni in casa Lazio
Mattia Zaccagni sugli scudi. L’ala della Lazio si conferma uno dei giocatori in copertina di questa Serie A. E ieri sera all’Olimpico contro la Juventus si è visto in modo chiaro: la partita l’ha vinta tutta la Lazio, ma lui ci ha messo sopra due firme d’autore con un gol e un assist. L’ex Verona da ieri è andato in doppia cifra nella casella delle reti segnate e se alle dieci perle aggiungiamo i nove assist per i compagni ecco che l’annata di Zaccagni assume contorni da big player del nostro campionato. Lo dicono i numeri, lo ribadiscono i fatti.
Lo sa bene il presidente Lotito che non potrà rinviare molto il discorso sull’adeguamento contrattuale del suo giocatore. Lo sa altrettanto bene il mercato che sta cominciando a dare segnali attorno all’ex Verona. Lo sa meno bene – e la cosa potrebbe creargli qualche problema di comprensione agli occhi del mondo esterno – Roberto Mancini: evidentemente in Nazionale le cose non sono andate (dal punto di vista comportamentale) come avrebbe voluto il ct e quella che sembra una esclusione senza tempo, se il rendimento del giocatore continuerà a essere questo, striderà con quelle che sembrano le esigenze tecniche dell’Italia. Detto senza mezzi termini e rispettando le scelte del commissario tecnico, un calciatore di tale estro e con tanta capacità di determinare, fuori dalla Nazionale fa notizia e accende interrogativi. Ci sarà un modo per sanare lo strappo.
Il tema contrattuale del rinnovo sembrava sul tavolo a fine 2022 (quando l’esterno di Sarri aveva già messo a segno 5 gol (la metà del bottino attuale) e 6 assist. Ed è uno dei giocatori a cui il tecnico rinuncia con più difficoltà come uno dei due alfieri accanto a Ciro Immobile: sono lui e Felipe i due preferiti nel 4-3-3. Quando il bomber è stato fermo per problemi fisici, Felipe falso nueve ha reso ancora più inamovibile in numero 20 biancoceleste. Ora il tema del futuro non è affatto secondario o di secondo piano. L’agente di Zaccagni è Mario Giuffredi che alla Lazio ha anche Casale e Hysaj, tutti cavalli di Sarri, che ha spinto molto per averli (e i fatti gli stanno dando ragione).
Trovare un’intesa sull’ingaggio non sarà facile, ma la strada in qualche modo è tracciata: il rischio (visto dalla parte della Lazio) è che il giocatore e l’entourage si attendano un ritocco sostanziale rispetto agli attuali 2 milioni netti a stagione. E si sa che il presidente del club biancoceleste diventa un osso durissimo quando si scende su questo terreno.
Ma Zaccagni a questo punto diventa un valore irrinunciabile in ottica Lazio, ancor di più con la prospettiva della Champions all’orizzonte. Probabilmente è questo lo scarto che i tifosi si attendono dal presidente rispetto al passato: non solo conquistare il grande palcoscenico d’Europa, ma allestire una squadra degna di calcarlo con la speranza di recitarci sopra per un po’ e da protagonista.
L’altro scenario guarda al mercato e lì sempre con Lotito bisogna parlare (ovviamente): uno che in fatto di valutazione dei suoi giocatori non è tenero (chiedere a Milinkovic che alla fine uscirà in scadenza). Ora Zaccagni vale 40 milioni di euro per il presidente biancoceleste, una valutazione che potrebbe intiepidire un po’ Juventus e Milan (almeno indurle a ragionare un po’ di più), non il PSG, sul quale erano uscite voci di interesse qualche mese fa, poi smentite dalla famiglia del giocatore. E attenzione anche alla Premier, dove c’è stato qualche sussurro londinese tra Arsenal e Chelsea. Rispetto ai 7 milioni e spicci spesi tra prestito e riscatto significherebbe aver visto più che quintuplicare il valore economico in due stagioni.
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