Steven Zhang nei guai, contestazioni al presidente dell’Inter dal punto di vista economico: i creditori all’assalto del numero uno nerazzurro
L’Inter è alle prese con un momento fondamentale della propria stagione, ma anche del proprio futuro. In campo, la squadra di Inzaghi lotta per entrare tra le prime quattro d’Europa, ma anche per raggiungere la finale di Coppa Italia e confermare il piazzamento tra le prime quattro in classifica. Fuori dal campo, però, il futuro societario resta piuttosto condizionato dalle difficoltà del gruppo dirigente. Con Zhang che finisce nuovamente al centro della bufera.
I creditori vanno infatti all’assalto, chiedendo che anche in Italia possa essere applicata la sentenza del tribunale di Hong Kong relativa al recupero di circa 250 milioni di euro di prestiti che Zhang e la Suning Internazional avevano garantito. Come riportato da ‘Milano Finanza’, le azioni esecutive ad Hong Kong sono già iniziate in autunno, con il mancato ricorso da parte di Zhang. Ora, i creditori tentano di aggredire gli asset del gruppo Suning anche in Italia. Il 19 aprile ci sarà una prima tappa, con la Sezione specializzata per le imprese del tribunale di Milano chiamata a deliberare su una istanza in sede civile per l’annullamento del verbale del CDA con il quale si stabiliva che Zhang non riceveva compensi per l’incarico.
In tutto ci sono sette istituti bancari cinesi a chiedere conto a Zhang della cifra suddetta. Il numero uno dell’Inter si era difeso affermando che le firme sui documenti di garanzia e rifinanziamento del prestito in esame erano state contraffatte, in sostanza di non essere a conoscenza di una operazione del genere. Il giudice di Hong Kong aveva tuttavia respinto l’argomentazione del presidente interista.