Continua a tenere banco il caso Juventus con la penalizzazione già inflitta e gli altri filoni ancora in corso di definizione
Il campo sorride alla Juventus con la vittoria contro lo Sporting che consente ad Allegri di guardare con relativa fiducia al ritorno in terra portoghese.
La semifinale di Europa League è più vicina, mentre quella di Coppa Italia da giocare. Se in campo tutto è ancora in ballo, anche nelle aule di tribunale le prossime settimane saranno decisive. Il 19 aprile è attesa la decisione del Collegio di Garanzia dello Sport presso il Coni sui 15 punti di penalizzazione, mentre nei giorni scorsi è stata notificata al club bianconero la chiusura delle indagini sulla manovra stipendi.
Anche in questo caso, come già accaduto per il primo filone plusvalenze, la contestazione fatta alla Juventus riguarda la violazione dell’articolo 4, quello relativo all’obbligo alla realtà sportiva. Una contestazione che non ha mancato di sollevare polemiche con discussioni sul fatto che, qualora venissero confermati i 15 punti di penalizzazione, la società potrebbe essere sanzionata due volte per la stessa accusa relativa agli stessi bilanci. Un aspetto che sarà presente nel dibattito giudiziario e non solo, ma intanto spunta anche il riferimento ad un precedente che potrebbe mettere in allarme la Juve stessa.
La mancata contestazione di altri capi d’accusa alla Juventus, se non la già citata violazione dell’articolo 4 non deve tranquillizzare i sostenitori bianconeri.
Questo perché c’è un precedente che tutti ricordano molto bene, nel quale era stato contestato proprio la violazione dell’obbligo di lealtà e che ha visto l’attribuzione di penalità molto pesante. A fare questo riferimento, intervenuto a Calciomercato.it su Tv Play, è l’avvocato Mario Stagliano, ex vice capo dell’ufficio indagini della FIGC.
In riferimento proprio alla manovra stipendi e alla contestazione soltanto della violazione dell’articolo 4, quello appunto relativo alla lealtà, Stagliano spiega – premettendo di non aver avuto accesso alle carte relative all’inchiesta attuale – che lo stesso obbligo era stato contestato alla stessa Juve, ma anche a Lazio, Fiorentina e Milan all’epoca di Calciopoli. “A tutte venne contestato l’obbligo di lealtà e a nessuna fu contestato l’illecito sportivo“.
Eppure tutti sanno come è finita quell’indagine con la Juve in B e con una pesante penalizzazione, Lazio e Fiorentina retrocesse in B in primo grado (sanzione poi ammorbidita nel secondo giudizio). Ecco perché, Stagliano spiega che “se ciò che sostiene la Procura Federale venisse ritenuto vero, la sanzione potrebbe essere molto pesante” e arrivare anche alla retrocessione in Serie B dei bianconeri, proprio come accaduto per Calciopoli. Un’eventualità che dipenderà anche da quanto verrà scritto negli eventuali deferimenti e da ciò che emergerà dal processo sportivo.
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