Il malore di Szczesny ha fatto ricordare un evento drammatico accaduto al Napoli: attimi di terrore e paura in campo.
Non si può mai scherzare quando in ballo ci sono dei problemi cardiaci e questo lo sa bene Wojciech Szczesny. Il polacco è stato bravissimo a capire che durante la partita contro lo Sporting qualcosa non stava andando per il verso giusto e ha chiesto immediatamente il cambio.
Le immagini che le vedevano in lacrime uscire dal campo mentre con una mano si toccava il petto hanno fatto il giro del mondo, ma per fortuna gli esami non hanno riscontrato nessun problema rilevante.
Il portiere si è dichiarato molto scosso al termine della partita ai microfoni di Sky, affermando che non gli era mai successo nulla di simile. Szczesny ha parlato di aver avuto ansia in quel momento e dunque ha avuto un’improvvisa tachicardia.
Saranno ora i medici a stabilire se l’attacco di panico sia da associare alla palpitazione accelerata oppure sia stata l’ansia a causare una forte tachicardia. La notizia più bella l’ha riportata il polacco al termine della partita, dove lo si è visto davanti alle telecamere di Sky allegro e pronto a sorridere con il compagno e amico Perin.
Non è però l’unico caso per cui giocatore è stato costretto ad alzare bandiera bianca di fronte a un possibile problema cardiaco. Solamente un anno e mezzo fa anche il Napoli di Luciano Spalletti aveva dovuto fare i conti con questi problemi, con protagonista il polacco Piotr Zielinski.
Era il 12 dicembre 2021 e il Napoli giocava in campionato contro l’Empoli. La partita si mise subito male per i campani che dovettero sostituire Zielinski dopo ventidue minuti, tra lo stupore del Maradona.
Il centrocampista mostrava visibilmente un respiro affannato e inizialmente si temette per il peggio. Gli esami di Zielinski risultarono però perfetti, escludendo qualsiasi complicanza cardiaca e possibili collegamenti al Covid.
Allora infatti si parlò per molti giorni di un possibile problema derivato dal virus che ci ha tenuti segregati in casa per due anni, dato che il Napoli giocò pochi giorni prima in Europa League contro un Leicester ricco di contagiati.
I medici parlarono di un forte caso di bronchite che aveva causato così problemi respiratori al ragazzo e dal giorno seguente accusò una febbre molto forte. Da allora però non ci furono più casi di possibili malori per il ragazzo che è tornato a essere un punto di forza del Napoli.
Molto simile al caso di Zielinski fu quello legato al difensore del Manchester United Victor Lindelof, sostituito anch’egli contro il Norwich per un problema respiratorio. Anche in quel caso tutto risultò nella norma e il tampone fu negativo, nonostante nella squadra inglese ci fosse un focolaio Covid.
Decisamente più complicata la situazione di Ruben De la Red, con il centrocampista allora al Real Madrid che venne sostituito dopo soli 13 minuti nella sfida di Copa del Rey contro il Real Union. In quel caso l’ospedale di Irun, dove venne ricoverato, diagnosticò una sincope acuta dovuta allo sforzo. Nel complesso i medici dei madrileni esclusero possibili complicazioni future.
Chiudiamo con il malore più famoso nella storia recente, quello che ha visto coinvolto Christian Eriksen. Il trequartista si era accasciato durante la partita della sua nazionale contro la Finlandia in seguito a un arresto cardiaco.
Clinicamente risultò dunque morto per cinque minuti, come ricorda il medico della Danimarca Morten Boesen dove a un certo punto non sentì più il battito del giocatore. Il massaggio cardiaco per fortuna funzionò e lo tenne in vita.
In quel caso la diagnosi parlò di un’aritmia ventricolare, una malattia che comporta dei battiti irregolari. Oggi il danese gioca con un cardioverter-defibrillatore nel suo cuore, per questo motivo ha dovuto lasciare l’Inter, dato che in Italia è vietato giocare con questo strumento salvavita.
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