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Donnarumma ancora in Serie A: lo ha detto chiaramente

Si continua a parlare del futuro di Gianluigi Donnarumma, estremo difensore di proprietà del Paris Saint Germain: c’è l’annuncio in diretta

Le offerte economiche possono condizionare molto le scelte di un calciatore. E c’è anche, chiaramente, un discorso legato alle ambizioni. Per le big di Serie A, oggi, non è affatto semplice competere con le grandi d’Europa, sebbene questa stagione stia andando controcorrente.

Frey su Donnarumma: "Sarei rimasto al Milan"
Gianluigi Donnarumma (Lapresse) – Calciomercato.it

Ma la realtà resta la stessa ed è uno dei motivi che, probabilmente, hanno spinto Gianluigi Donnarumma a non rinnovare il contratto col Milan e, in seguito, accettare la corte del Paris Saint Germain nell’estate del 2021. Da quel momento, però, il portiere di Castellammare di Stabia si è reso protagonista di un calo generale a livello di prestazioni.

Anche perché, a causa di questa scelta, è finito nel mirino di tantissimi tifosi e le critiche, inevitabilmente, condizionano un po’ dal punto di vista psicologico. Specialmente quando sei giovane. Come se non bastasse, al PSG ha dovuto fare i conti con il dualismo con Navas nella passata stagione. Del classe ’99 ha parlato l’ex portiere di Inter e Fiorentina – tra le altre – Sebastien Frey, intervenuto ai microfoni di Calciomercato.it in onda sul canale Twitch di Tv Play.

Donnarumma, Frey a Tv Play: “Sarei rimasto al Milan”

Per cominciare, Frey ha preso le difese di Donnarumma: “È stata la promessa del calcio italiano, inutile buttare m***a su di lui per una scelta personale. Non è stata una decisione dettata dal cuore quella di sposare la causa del PSG, c’entrano altri motivi“.

Frey su Donnarumma: "Sarei rimasto al Milan"
Gianluigi Donnarumma (Lapresse) – Calciomercato.it

L’ex calciatore francese avrebbe optato per la permanenza al Milan: “Fossi stato in lui, sarei rimasto al Milan. Avrebbe avuto la fascia da capitano e lavorerebbe ancora a casa sua, in Italia. Io Donnarumma lo vedo turbato al PSG. Il motivo è che quello parigino non è un club, bensì un’azienda. Non è il contesto migliore per lui“.

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