Jose Mourinho arriva in conferenza stampa e commenta la bella vittoria sull’Udinese che proietta la Roma al terzo posto in solitaria
La Roma supera 3-0 l’Udinese e si lancia in solitaria al terzo posto, con tre punti di vantaggio sul Milan e ben cinque sull’Inter quinta. Una serata da incorniciare, visto che senza Dybala sono tornati al gol sia Pellegrini che Abraham.
Nel postpartita in conferenza stampa, Jose Mourinho ha parlato della vittoria e ovviamente di un capitano ritrovato a grandi livelli: “Mi aspettavo questa prestazione. Bove, Pellegrini, Wijnaldum e i due quinti erano freschi, così come Belotti. Mi aspettavo che avessimo energia, intensità e organizzazione. Ho visto tutto questo. Il 3-0 non riflette la difficoltà della partita, se prendiamo gol su quel rigore stiamo parlando di una partita diversa, di un 2-1, di un momento in cui la squadra ha abbassato l’intensità e la pressione. Ma sono molto contento”. Poi su Dybala: “La sua situazione è un dubbio. Anche Tammy è un dubbio. Ovviamente Paulo è un dubbio più grande, ma anche Tammy lo è. Ha giocato oggi perché ne avevamo bisogno. Ma penso che la squadra arrivi in un’ottima condizione”.
Mourinho poi risponde alle domande sulla classifica, con la Roma terza: “Se ci avrei scommesso? Io non scommetto niente. Io gioco le partite nella nostra realtà. Ci sono squadre che possono fare pronostici, che possono guardare al futuro con più sicurezza e soffrono meno le difficoltà della maratona che è la stagione. Per noi è sempre un punto interrogativo, se c’è un infortunio o una squalifica siamo in difficoltà, se c’è stanchezza c’è sempre il dubbio di fare o no turnover. Non guardo tanto la classifica e non sono capace di pensare a lungo termine”.
La Roma cambia spesso uomini, ma non cambia il canovaccio della partita, con gli avversari che non riescono a fare il loro gioco: “Ma abbiamo fatto anche brutti risultati, abbiamo perso male a Cremona, col Sassuolo. Non siamo una squadra perfetta, facciamo difficoltà a fare tre vittorie di fila, non abbiamo questa uniformità nei risultati. Lavoriamo tanto, se non possiamo lavorare in campo lavoriamo con l’analisi video, con le riunioni, analizziamo gli avversari con i giocatori, cercando di aiutarli a trovare il modo migliore di giocare. È normale, facciamo il nostro lavoro al meglio possibile”.
La Roma è l’unica ad aver vinto delle squadre che hanno giocato in Europa: “È dura. Non è un caso. Altre volte siamo stati noi a non vincere. Perché non è solo stanchezza fisica, ma anche mentale. Posso guardare a squadre con più soluzioni di noi, con giocatori più esperti, come Inter, Milan, Juve e Napoli. Ma la tensione arriva. E per esperienza ti dico che quando giochi in competizioni europee in una fase più avanzata, contro una squadra del tuo campionato, dal punto di vista mentale è più difficile. Io l’ho sentita così. Mi è successo qualche volta, è più difficile gestire emozionalmente. Tutti noi siamo ai quarti di finale, tutti noi vediamo la strada che arriva alla finale. Sono tante energie, magari qualcuno non riesce a concentrarsi al 100% per 3-4 partite di fila“.
“Questa situazione di due partite a una settimana di distanza, invece di due settimane come era prima, con una partita di campionato in mezzo, è dura. E poi è dura perché ci sono le altre squadre in Europa che si preparano solo per quella partita, con una settimana intera. Io preferisco la difficoltà e giocare in Europa, se mi chiedi se voglio andare ai quarti e giocare tante partite dico di sì. Se giovedì perdiamo magari vengo e dico meglio così, ci concentriamo sul campionato. Quando arrivi ai quarti cominci ad annusare (fa il gesto di annusare, ndc) il fatto che può succedere qualcosa. Così è per Inter e Milan, e la Fiorentina credo che vincerà la Conference perché ha la squadra più forte”.
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