Il ministro dello Sport Andrea Abodi ha chiarito la sua posizione in merito alla questione della chiavetta usb di Moggi
In questi giorni di attesa per il Collegio di Garanzia del Coni in programma mercoledì e che può decidere le sorti della Juventus, si è tornato anche a parlare di Calciopoli. Il tema è tornato di attualità soprattutto dopo l’inchiesta di ‘Report’ che approfondisce alcuni lati probabilmente oscuri della vicenda.
La puntata andrà in onda questa sera, ma intanto in queste ore sono circolate diverse indiscrezioni e soprattutto anticipazioni. La questione centrale è l’ormai famosa chiavetta usb che Luciano Moggi dice di aver consegnato ai vertici del calcio e dello sport italiani. E che a dicembre aveva dato anche ad Andrea Agnelli durante la sua ultima Assemblea degli Azionisti dicendo “Qui c’è tutta Calciopoli”. Nell’anticipazione di ‘Report’ Moggi spiega: “In questa chiavetta ho portato le voci di chi, nella sostanza, è intercettato e quello che dicono. Di 170mila intercettazioni solo 25 riguardano la Juventus”. Secondo l’ex dirigente bianconero la pennetta sarebbe ora anche nelle mani del presidente del Coni Malagò, del presidente della Figc Gravina e del ministro dello Sport Andrea Abodi. Proprio quest’ultimo ne ha parlato questa mattina.
Chiavetta Moggi, Abodi tuona: “Non l’ho mai avuta”
Il ministro dello Sport Andrea Abodi è stato intervistato da ‘Radio Anch’io Lo Sport’ su Rai Radio 1 e ha preso posizione sulla questione. “Voglio dirlo forte e chiaro, se l’avessi ricevuta lo avrei detto e l’avrei trasmessa all’autorità giudiziaria. Ma non ho ricevuto nessuna chiavetta, se vogliamo ripartire anche con una rivisitazione di ciò che è stato, dovremmo ripartire dalla verità dei fatti. Non ho ricevuto la chiavetta”, le sue parole.
Abodi smentisce quindi categoricamente di essere in possesso del contenuto a cui fa riferimento Luciano Moggi. Nel corso del collegamento, sono poi stati molti altri gli argomenti toccati. In primis il razzismo: “I club devono collaborare, cercando di mettere a disposizione filmati e indicando come indesiderati chi continua con questi cori razzisti e antisemiti. Fondamentali l’immediatezza dell’intervento e la decisione finale di tenerli fuori dagli stadi. Chi si comporta così non è un tifoso ma un teppista. La violenza trova origine anche nella mancanza di cultura, bisogna partire dalla scuola”.
Tema centrale di questi giorni anche la candidatura dell’Italia per l’Europeo 2032, che verrà assegnato a ottobre: “Sono una grande opportunità. Sembrano fatti per noi, mancano nove anni”. Per Malagò organizzare questo torneo è l’unico modo per dare una svolta concreta in Italia per gli stadi di proprietà: “I nostri tempi nel costruire gli stadi li sappiamo: dobbiamo cercare di semplificare la costituzione del comitato interministeriale proprio a supporto degli Europei per rafforzare la candidatura. C’è lavoro da fare e non c’è tempo da perdere”.