Il tecnico potrebbe essere riconfermato nuovamente sulla panchina della Juventus nonostante l’assoluta necessità di un cambio a livello dirigenziale
La brutta sconfitta rimediata dalla Juventus nell’ultima uscita di campionato contro il Sassuolo ha evidenziato alcune lacune a livello tecnico e strutturale che destano molta preoccupazione nell’ambiente. Specie tra i tifosi. Eppure, le sbavature in fase di impostazione della manovra da parte di Paredes, l’inappetenza di Vlahovic, i pianti di Fagioli non sarebbero ancora sufficienti a mettere in apprensione la dirigenza.
Per i piani alti, infatti, la gestione di Massimiliano Allegri è ancora quella incaricata a portare il club verso l’obiettivo finale della conquista di un posto in Europa. Nella speranza che quel posto sia la Champions League. Non sarebbe dello stesso avviso Tony Damascelli il quale, con una nota sull’edizione odierna de ‘Il Giornale‘, preferirebbe non dare una seconda occasione ad un tecnico che nella sua lunga esperienza in bianconero, frazionata da una parentesi di lontananza nel biennio 2019-2021, ha portato più dolori che gioie. Il giornalista, infatti, ha evidenziato come la Juventus sia stata battuta dal Sassuolo nel 2015 con lo stesso allenatore alla guida. Lo stesso che aveva subito quattro reti pesantissime in panchina con il Milan e che era stato subito messo alla porta da Galliani.
Damascelli duro su Allegri, non c’è scampo
Insomma, la dirigenza non ha polso. O comunque, non c’è quel senso di dignità da parte di Allegri. Perché risultati simili non possono che condurre ad una sola strada. Quella delle dimissioni immediate.
A tenere il toscano incollato sulla sua poltrona è il grande contratto che lo lega alla Juventus. Tanti milioni col minimo sforzo. Per Damascelli, la sentenza del Collegio di Garanzia del prossimo mercoledì potrebbe definire ulteriormente la situazione a livello dirigenziale ed economico. E poi il ritorno contro lo Sporting in Europa League avrebbe un peso importante sul futuro del club. Un futuro nel quale aleggia ancora l’ombra di Allegri.