Le ultimissime sulla sfida Napoli-Milan di Champions: tutti i duelli tra gli uomini di Spalletti e Pioli
Una grande notte italiana dentro il palcoscenico nobile dell’Europa. Per allungare una mano verso la semifinale di Champions League mentre dall’altra parte c’è l’Inter, quest’Inter senza senso 2022-2023, a cui si chiede solo di fare il suo domani a San Siro (dopo il 2-0 in casa del Benfica) per rivedere due italiane contro in Champions dopo vent’anni. Dentro Napoli-Milan, stasera, c’è più di una partita, c’è l’Italia del calcio che rialza la testa, che ha uno scatto di reni e di orgoglio.
Nel tabellone dei quarti che sta per lasciare quattro squadre a casa ci sono due inglesi (City e Chelsea), una tedesca (il Bayern), una portoghese (il bb) e le nostre tre italiane, la maggioranza. E forse, per il nostro calcio che sa essere maniacale per l’attitudine difensiva, l’unico antidoto possibile e immaginabile al City di Guardiola, il tecnico che ha la squadra indiscutibilmente più attrezzata per fare della Coppa con le orecchie un boccone solo, ma che con questo trofeo ci litiga dal 2011, l’ultima edizione vinta con il suo Barcellona, bissando quella del 2009. Da allora Mr. Pep ha alzato qualsiasi trofeo, non più Quello con la “q” maiuscola.
Luci sul Maradona, sarà uno spettacolo da brividi dentro uno stadio dall’intitolazione altisonante, che meriterebbe comfort all’altezza: ma non è la sede per mettere il dito nella piaga dell’elefantiaca impiantistica italiana, mentre ci crogioliamo nell’orgoglio per essere in tre al tavolo delle Otto Grandi: meglio non mettersi a confrontare le cornici che incastoneranno al centro gli otto match, perderemmo sempre, in infrastrutture, non in passione. Quella no, non ce la insegna nessuno. Meno che mai al popolo di Napoli che sta vivendo una stagione fantastica e che che stanotte proverà a scrivere la storia (per la verità già scritta nel cammino europeo) davanti alla Leggenda che in materia di Champions in Italia è il Milan, con le sue sette coppe vinte, distanza siderale dalle 3 dell’Inter e dalle 2 della Juve.
Napoli contro Milan (o Milan contro Napoli): quattro volte contro in una stagione sola. Già, due volte in campionato e due volte sul palcoscenico europeo. E la sorpresa è che il Milan, davanti a questo Napoli che ha fagocitato tutto e tutti, ha vinto finora due volte su tre, con un 4-0 che ha fatto notizia in campionato, abituati a vedere Spalletti e i suoi senza lo straccio di un rivale, e soprattutto l’1-0 firmato Bennacer, piccolo ma importante capitale con cui presentarsi stasera al Maradona per provare a difenderlo o, sai mai, a incrementarlo. Il Napoli però, dalla sua, ha l’occasione della vita davanti al proprio popolo, nel proprio impianto: non vorrà farsela sfuggire nonostante le assenze per squalifica di Kim e Anguissa, oltre all’indisponibilità di Simeone.
Curioso, oltre alle quattro sfide in un anno, il fatto che per Osimhen questa sarà la prima. E’ tornato ed è inevitabile che uno dei riflettori della gara si accendano sul giaguaro nigeriano, animato da una fame di gol e di vittorie irrefrenabile. Dall’altra parte, ad animare la sfida del gol ci sarà Giroud, uno che oppone al confronto impietoso dei numeri stagionali (12 gol contro i 25 del dirimpettaio), la forza che può diventare determinante dell’esperienza, recitata dai suoi 12 trofei (compreso un Mondiale) contro la casella vuota del suo più giovane dirimpettaio. Del francese si occuperanno Rrahmani e Juan Jesus, il brasiliano è uno che subentra (come detto non c’è Kim) ma che la partite importanti difficilmente le sbaglia (ricordiamo Roma-Barcellona 3-0. quarto di ritorno di Champions).
Brahim Diaz-Leao e Politano-Kvaratskhelia sembrano le chiavi naturali per andare a individuare chi scardinerà la partita provando a darle una direzione. Avranno da fare Di Loreno e Mario Rui da una parte, Theo e Calabria dall’altra. Krunic e Tonali dovranno funzionare bene per dosare i rispettivi inserimenti e non scoprire la difesa di Pioli. Lobotka è il ragionatore irrinunciabile di Spalletti che sostituisce Anguissa con Ndombele.
Occhio alle diffide che portano frenare un po’ la sfida in ottica semifinale: Politano, e la coppia centrale Rrahmani-Juan Jesus da una parte, Krunic, Tomori e Tonali dall’altra. Per tutti sarà l’ultima a rischio, poi chi passa vedrà cancellate le precedenti ammonizioni. Dalla panchina sembra poterla cambiare più Spalletti che Pioli: Elmas, Lozano e Raspadori sono armi pericolose in corsa, Saelemaekers, Rebic e Messias anche, ma i numeri pendono di più sulla bilancia azzurra. Ora resta una domanda: chi continua il viaggio verso Istanbul?
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