Poche ore al fischio d’inizio della sfida di Champions tra Inter e Benfica. Decisiva per Lautaro e compagni, ma anche per il tecnico piacentino
Una notte che guarda al derby da dentro la Grande Europa del calcio. Una notte che l’Inter e Simone Inzaghi si giocano insieme, o apparendo insieme quando magari il futuro già fa capire chiaramente che insieme non saranno. Ma poi vai a capire come finiscono le storie. Perché certo è che una Champions alzata al cielo (non si sa mai…) cambia sì i destini e le scelte già fatte. Il sipario del ‘Meazza’ si alza su Inter-Benfica, una di quelle partite che puoi solo decidere di perdere se arrivi dal 2-0 al ‘Da Luz’ di una settimana fa con le reti di Barella e Lukaku.
Ma le partite vanno giocate e i portoghesi, per carità , tre gol a più di qualcuno nel loro cammino in Champions (tra qualificazioni e gironi) li hanno pure rifilati: anche 4 alla Juventus, ma prendendone 3. Su 13 partite giocate nel loro cammino in Europa, prima e dopo il pass per la fase a gruppi, solo 4 volte la squadra di Schmidt ha tenuto la porta inviolata. Un segnale importante anche questo nell’ottica del doppio confronto, senza più i gol in trasferta.
Un motivo in più per pensare che questa sera può diventare magica e proiettare l’Inter in semifinale di Champions. E il fatto di trovare dall’altra parte il Milan diventa un grande stimolo in più. Perché il derby è il derby e perché all’Inter questa partita proprio male non porta. Anzi… La Supercoppa l’hanno alzata i nerazzurri, in campionato il bilancio è 1 a 1 (3-2 Pioli a settembre e 1-0 Inzaghi), c’è la doppia semifinale di Coppa Italia dell’anno scorso a favore dell’Inter.
Prima di pensare al derby, però, c’è questa notte alle porte, dentro una stagione che definirla strana è poco. Con le milanesi che in campionato cedono il passo e in Champions possono scrivere la storia. Il tutto dentro una discreta casualità , perché non si può parlare di scelte strategiche nel puntare più all’Europa che alla Serie A. Diciamo che il tabellone della fase a eliminazione diretta è diventata una occasione da sfruttare e ha proiettato Inter e Milan dentro questa dimensione. Se i rossoneri però sono già lì che aspettano, i nerazzurri la semifinale devono conquistarsela. Inzaghi fa da catalizzatore e sposta l’attenzione su di sé dicendo che lui è uno abituato alle critiche: un modo per provare ad alleggerire la squadra che arriva al bivio con la tensione alta (la lite Onana Brozovic ne è la conferma).
Da Lautaro a Otamendi: l’attesa per Inter-Benfica
Lautaro cerca il gol che in Champions ha smarrito dalla notte del ‘Camp Nou’ nel ritorno della fase a gironi con il Barcellona: era metà ottobre, quella è stata anche l’unica rete dell’argentino nella Grande Europa del calcio, in questa edizione, nella circostanza ci fu anche un assist (3-3 il finale). Il tempo della ribalta internazionale (parliamo ovviamente di gol) per il ‘Toro’ si è fermato lì. I bomber di Champions nerazzurri sono Dzeko e Lautaro (3 a testa. Ma l’argentino non segna da otto partite…), gli stessi che ha segnato Gonçalo Ramos (che diventano 7 aggiungendo quelli realizzati nella fase eliminatoria).
A Lautaro penserà Otamendi, che è suo compagno in nazionale e lo conosce molto bene. A centrocampo Rafa Silva ispirerà Ramos con Florentino e Chiquinho alle spalle, Brozovic terrà la linea nerazzurra con Barella e Mkhitaryan (la cui esperienza internazionale potrà pesare molto) pronti a sganciarsi e inserirsi. Interessente la sfida a specchio in fascia tra Dumfries a destra e Grimaldo a sinistra, quest’ultimo accostato al mercato italiano che verrà (Roma e Juve). All’orizzonte Istanbul: ancora lontana sì, ma non più troppo.