Il caso Juventus apre a nuove riflessioni sulla giustizia sportiva italiana: “Non è più accettabile in un comparto che ha bisogno di certezze”
Anche oggi quello che sta succedendo intorno alla Juventus, dopo la decisione del Collegio di Garanzia presso il CONI di accogliere solo parzialmente il ricorso dei legali, si sta prendendo la massima attenzione mediatica. Continua anche la riflessione sulla giustizia sportiva italiana.
In particolare, sul proprio profilo ‘Twitter’, Marco Bellinazzo ha espresso delle perplessità: “Nel caso Juve credo che la giustizia sportiva stia dimostrando tutta la propria inadeguatezza”. Così inizia la propria riflessione il noto giornalista del ‘Sole24Ore’. “Si è scelto di non perseguire il club bianconero con un unico processo sulla base dell’Inchiesta Prisma per ragioni tecniche e scadenze legate alla revocazione, salvo sanzionare la Juventus per slealtà sportiva e per il sistema fraudolento messo in piedi”. La riflessione, continua anche sulle tempistiche che contraddistinguono l’iter della giustizia sportiva.
I dubbi di Bellinazzo sul caso Juventus: “La celerità della giustizia sportiva non è più accettabile”
In questa stagione la classifica della Serie A è cambiata per la seconda volta e, probabilmente, non sarà l’ultima. Questo rende inevitabile una riflessione intorno alla celerità della giustizia sportiva.
Marco Bellinazzo, nella sua disamina, prosegue: “Il processo (sulla Juve, ndr) è stato spezzettato in più filoni ma contestando di fatto la stessa cosa, cioè il fraudolento sistema Juventus e la slealtà sportiva. La conseguenza è di aver perso tempo sugli altri filoni e di ritrovarsi evidenti incongruenze della sentenza sulle plusvalenze”. Questo potrebbe portare ad uno scenario non di poco conto. “L’effetto è che la Juve, se colpevole, potrebbe non subire sanzioni in questo campionato ma nel prossimo”.
La riflessione del noto giornalista ed esperto di economia dello sport termina in questo modo: “Tralasciando il merito delle questioni e della responsabilità che saranno eventualmente accertate, il mito della celerità della giustizia sportiva va superato”. In conclusione: “La celerità non è più accettabile in un comparto industriale che ha bisogno di certezze, almeno giudiziarie”.