Un giovane giocatore ha vissuto di recente un dramma, con una “bibita” che lo ha portato in pochi mesi dal calcio alla sedia a rotelle.
Essere messo sotto contratto per una grande squadra come l’Arsenal è il sogno di tutti coloro che intraprendono la carriera di calciatore. Lo era anche per Daniel Cain, promettente ragazzo che dall’Academy dei Gunners sognava il passaggio in prima squadra, ma per lui una bibita risultò fatale.
La memoria in questo frangente deve tornare al 2020, un anno maledetto e complicato per tutti vista la Pandemia per Coronavirus, ma per il giovane Cain tutto cambiò al termine di una serata con gli amici.
Era la sera del 9 giugno quando il ragazzo aveva deciso di recarsi in un locale per poter passare una serata in serenità. Gli amici hanno raccontato come Daniel, dopo aver bevuto un drink, iniziò rapidamente a diventare sempre più pallido, fino a quando non cadde a terra in seguito a un arresto cardiaco.
L’intervento dei suoi amici fu determinante, perché gli praticarono il massaggio cardiopolmonare prima ancora dell’arrivo dell’ambulanza, ma quei 24 minuti nei quali il cuore non pompò ossigeno al cervello furono letali.
Il ragazzo divenne così tetraplegico da quel giorno, non potendo più svolgere la sua attività né di calciatore né di elettricista, quello che era diventato ormai il suo secondo lavoro.
Attualmente è seguito dalla Neurokinex, una struttura all’avanguardia per quanto riguarda la terapia riabilitativa intensiva, ma siccome il Sistema Sanitario Nazionale inglese non copre tutte le spese, la famiglia deve versare ogni mese quasi 2000 Sterline.
Il giovane Daniel Cain si appresta a compiere i 23 anni, ma gli ultimi tre sono stati sicuramente i più difficili della sua vita. Il ragazzo, oltre che per il settore giovanile dell’Arsenal, aveva giocato anche con il Barnet, ma la sua carriera non stava decollando.
Aveva solo 20 anni nel 2020 e dunque non voleva di certo mollare il proprio sogno, ma intanto si stava specializzando anche come elettricista. Non si è mai riuscito a capire di preciso che cosa contenesse la bibita che risultò fatale per Cain, dato che dalle analisi non risultarono esserci tracce di droga.
La reazione che ne scaturì dopo quella bevuta è diventata tristemente nota prima in Gran Bretagna e poi in tutto il mondo. Una delle prime che parlarono alla stampa fu la madre Tracy che al giornale “The Independent” raccontò come avvisò subito prima il padre del giocatore e poi la sorella che si trovava nell’Essex.
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