Alla scoperta di Stefano Pioli, l’allenatore del Milan: tutto quello che c’è da sapere sulla sua carriera da calciatore e sulla vita extra campo.
Sono pochi gli allenatori che nella storia hanno potuto alzare al cielo lo Scudetto e Stefano Pioli nel maggio del 2022 è entrato in questa lista. Tecnico spesso sottovalutato nel corso della sua carriera, negli ultimi anni ha finalmente messo a tacere i suoi detrattori.
Dopo il “miracolo”, come qualcuno lo ha definito, per la vittoria dello Scudetto del 2022, in questo 2023 ha riportato il Milan in una semifinale di Champions League dopo 16 anni, ma ripercorriamo assieme le tappe di questo eccezionale tecnico.
Stefano Pioli nasce a Parma il 20 ottobre del 1965 e da calciatore è stato uno dei primi difensori “a tutto campo”. Difficile dargli una collocazione, infatti per diversi anni ha giocato anche come mediano di centrocampo, prima di passare alla posizione di stopper, l’attuale centrale di difesa dedito alla marcatura, e ha giocato anche da terzino destro.
La carriera di Stefano Pioli è iniziata nella sua Parma e con i gialloblu divenne il grande protagonista nel 1983-84 della promozione degli emiliani dalla C1 alla B. Le sue prestazioni convinsero così la Juventus ad acquistarlo facendogli compiere il triplo salto dalla terza divisione alla Serie A.
A Torino vi rimase per ben tre anni dove vinse tutto quello che c’era da vincere. Nel primo anno divenne campione d’Europa nella triste notte dell’Heysel, mentre l’anno seguente si laureò campione del mondo nella finale di Tokyo contro l’Argentinos Juniors e vinse il suo primo Scudetto.
Contro gli argentini entrò in campo al 64′ al posto del Capitano Gaetano Scirea riuscendo a ben figurare, anche se non venne scelto per calciare nessuno dei rigori nella sequenza finale. In bianconero rimase troppo tempo in panchina per questo accettò il ritorno in provincia al Verona prima di diventare una colonna della Fiorentina.
In Toscana divenne uno dei protagonisti della storica cavalcata fino alla finale di Coppa Uefa, ma un infortunio lo costrinse a saltare proprio le ultime due sfide contro la Juventus, con i bianconeri che alzarono sul neutro di Avellino il trofeo internazionale.
A Firenze subì anche l’onta della drammatica retrocessione del 1993, ma fu anche un titolare della promozione dell’anno seguente. Nel 1995 lasciò la Viola per giocare a Padova, prima di un finale di carriera nelle serie minori tra Pistoiese, Fiorenzuola e Colorno.
L’amore tra Pioli e sua moglie Barbara è simile a quella dei film. Nonostante la celebrità da calciatore e da allenatore, Stefano fu sempre fedele alla ragazza che gli fece battere il cuore già ai tempi del liceo.
Per il resto non si sa nient’altro, perché i due non hanno mai dato modo ai rotocalchi di poter parlare del loro amore.
La coppia ha dato al mondo due splendidi figli, con Carlotta che è laureata in Cooperazione Internazionale all’Università Cattolica di Milano. La ragazza ha avuto modo di collaborare direttamente con alcune associazioni che lavorano tra Eritrea ed Etiopia ed è diventata mamma di due bambini: Vittorio e Teo.
Gianmarco è nato nel 1992 ed è stato sempre affascinato alla carriera da allenatore del padre. Nel mondo del calcio ha giocato per un breve periodo nello Juventus Club Parma, ma dal 2016 dunque è diventato Match Analyst ed è un fedele collaboratore di Stefano ricoprendo questo ruolo prima all’Inter, poi alla Fiorentina e attualmente al Milan.
Dopo la vittoria dello Scudetto nella stagione 2021-22, Stefano Pioli ha rinnovato il suo contratto con il Milan passando dai 2 milioni del precedente accordo agli attuali 3,5 milioni netti, il che per la società rossonera corrispondono a 5,5 milioni di Euro lordi.
Prima della gloria non sono di certo mancati i problemi per Stefano Pioli nella sua carriera da allenatore. Il primo esonero in carriera avvenne nella stagione 2005-06, quando il parmigiano venne esonerato dal Modena al termine del sesto risultato consecutivo senza vittorie, dopo uno 0-0 al Braglia contro il Bologna.
L’addio dalla città emiliana fu breve, infatti il suo successore Maurizio Viscidi inanellò tre sconfitte in altrettante gare, permettendo a Pioli di tornare in panchina e guadagnare il quinto posto valido per i playoff.
L’exploit gli permise di guadagnarsi la prima chiamata in Serie A nella sua Parma, ma davanti al proprio pubblico fu un fiasco. Ben 13 sconfitte in 22 partite e solo tre vittorie e in quel caso fu fatale una sconfitta per 3-0 all’Olimpico contro la Roma.
Dopo una serie di ottime stagioni tra Piacenza, Sassuolo e Chievo, venne incredibilmente esonerato da Maurizio Zamparini prima ancora che iniziasse il campionato con il Palermo, a causa dell’eliminazione dai preliminari di Europa League contro gli svizzeri del Thun.
Dal rosanero al rossoblu del Bologna e a essere fatale fu il terzo anno, con gli emiliani che decisero di cacciare Pioli alla 18esima giornata dopo sole tre vittorie e la sconfitta per 2-0 contro il Catania. La sua esperienza successiva fu con la Lazio e dopo un grande terzo posto al primo anno, crollò a picco nella seconda annata e a risultare fatale fu il pesantissimo derby perso per 1-4 contro la Roma, il che comportò l’esonero.
L’ultimo esonero in carriera, alla Fiorentina fu infatti lui a rassegnare le dimissioni, avvenne nel 2017 con l’Inter. A risultare decisiva fu la sconfitta per 1-0 con il Genoa, il che completava un periodo che aveva portato a 2 punti in 7 partite.
Pioli non è un tecnico abituato a fare polemiche o che ha cercato mai lo contro con i colleghi. Anche lui ha vissuto alcuni momenti molto tesi, come nel settembre del 2018 quando venne spinto da Gasperini al termine di un Fiorentina-Atalanta.
Dei dissapori c’erano stati anche con Montella, al termine di un derby infuocato dell’aprile 2017 quando ancora era sulla sponda interista. Pioli accusò il tecnico del Milan di essere troppo spesso ossessionato dai suoi rivali e che fosse poco rispettoso di essi.
Quando arrivò all’Inter molti erano preoccupati per il suo rapporto con Antonio Candreva. I problemi risalivano ai tempi della Lazio, quando il tecnico venne accusato dall’esterno romano di avergli tolto la fascia da Capitano senza un motivo.
Tutti quanti sicuramente conoscono il coro della Curva Sud del Milan “Pioli is on fire“, ma anche il tecnico parmigiano ha regalato delle belle chicche. Prima della decisiva sfida per l’ingresso in Champions League contro l’Atalanta il tecnico motivò i suoi ragazzi con “La paura è come il fuoco, se la controlli ti scalda oppure ti vai a bruciare.”
Pochi mesi dopo rilasciò invece a “Il Fatto Quotidiano” un’intervista dove disse “Gli ostacoli sono troppo alti per chi non ha ambizioni abbastanza forti”.
Stefano Pioli è un allenatore pragmatico e che sa adattarsi alle sue squadre, anche se il modulo che predilige è il 4-2-3-1. In stagione ha dimostrato di poter passare anche al 3-5-2 e anni fa a Bologna ha usato spesso anche il 4-3-1-2.
Lo Scudetto vinto nel 2021-22 con il Milan si tratta del primo trofeo di Stefano Pioli come allenatore di una prima squadra. In passato infatti aveva potuto festeggiare solamente con gli Allievi del Bologna la vittoria del campionato del 2000-01.
Ben più ricca invece è la sua bacheca da calciatore, infatti con la Juventus vinse la Serie A del 1984-85, la Supercoppa Europea del 1984, la Coppa dei Campioni del 1984-85 e la Coppa Intercontinentale del 1985. Vinse anche il campionato di Serie C1 con il Parma nel 1983-84 e la Serie B con la Fiorentina nel 1993-94.
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