Roma, le parole di José Mourinho all’U Power Stadium al triplice fischio della gara contro il Monza. Ecco quanto riferito ai microfoni di Dazn
Al termine di una gara dalle mille difficoltà anche per le tante defezioni con cui è stata affrontata, la Roma di José Mourinho ottiene il secondo pareggio consecutivo in campionato, frenando nuovamente la propria corsa per un piazzamento in Champions League. All’iniziale rete di El Shaarawy, infatti, ha immediatamente risposto Caldirola, con i giallorossi che nella ripresa hanno provato invano a pervenire al pareggio.
Ai microfoni di DAZN, Mourinho non ha lesinato frecciato all’arbitro Chiffi, che tra le altre cose ha espulso Celik al minuto 96 per un intervento che sicuramente farà discutere e che non è andato giù al tecnico lusitano. Ecco quanto riferito da Mou:
C’ERA MARGINE PER VINCERLA? Quando sei stanco perdi anche concentrazione, coordinazione motoria e non è facile. In campo c’era gente con grande stanchezza che ha dato tutto, Pellegrini, Mancini, Cristante sono al limite. Ci sono tante difficoltà, c’è gente che non ha ancora la qualità per giocare a questo livello. La panchina era inesistente, sapevamo che era difficile. I ragazzi hanno fatto il massimo, il risultato è adatto alla partita. Dire che meritavamo di vincere può essere di parte. Magari questo risultato si adatta.
ATTACCO A CHIFFI – “Giocare con il peggior arbitro trovato in carriera è dura, e ne ho incontrati molti che sono scarsi. L’arbitro non ha avuto grande influenza sul risultato ma è dura arbitrare contro questo arbitro. Tecnicamente è orribile, non è empatico, non crea rapporti con nessuno. Dà un rosso ad un ragazzo (Celik, ndr) che scivola perché è stanco morto al minuto 96. Si tratta anche di una limitazione che la Roma ha come società non ha la forza di dire questo arbitro non lo vogliamo, come fanno altre società, la Roma non ha questa capacità. Ho smesso di lavorare a 20-30 minuti dalla fine perché sapevo sarebbe arrivato un rosso, come arriva sempre con lui. È dura. La Roma deve crescere sotto questo punto di vista, non ha questa capacità o questo DNA, non lo so ma è dura. Sabato volevo stare con i pochi ragazzi rimasti per giocare contro una super squadra come l’Inter. Avevo una voglia tremenda di prendere il rosso, ma ho deciso di non farlo perché sabato voglio stare con i ragazzi. Sono andato prima nel tunnel perché non lo volevo guardare.” Mourinho ha poi spiegato di aver indossato un microfono nel momento in cui ha lasciato lo spogliatoio fin quando è rientrato a fine gara “per proteggersi”.
Mourinho ha poi passato in rassegna anche la tematica riguardante gli infortuni, spiegando il motivo per il quale i giallorossi nelle ultime settimane siano stati letteralmente falcidiati:
“Quando hai 30 calciatori uguali non si possono avere infortuni, fai i cambi al minuto 60 o 70. Oggi giocano Dzeko e Lautaro e la prossima Correa e Lukaku, poi cambiano i quinti. Questi non siamo noi. Ci sono squadre che sono uscite subito dalla competizione europea, non siamo noi. Siamo l’unica squadra che non l’organico per essere dove siamo; siamo in una semifinale europea e abbiamo giocato un match in più, siamo in lotta per i primi posti in campionato. Quante partite avevano giocato El Shaarawy e Smalling negli anni scorsi? Si tratta di stanchezza, perciò io sarò sempre con loro, fino alla fine della stagione. I ragazzi lo meritano ed è un orgoglio tremendo lavorare con questi ragazzi.”
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