Mourinho fa il solito show in conferenza stampa replicando a Renzo Ulivieri, mostrando orgoglio per i suoi giocatori e tornando sul futuro
Il solito Jose Mourinho. Lo Special One, dopo il ko con l’Inter, si presenta in conferenza stampa e come sempre tiene banco senza mai essere banale e anzi alimentando polemiche e non solo.
L’allenatore della Roma viene subito interrogato sulla questione societaria e gli interventi da lui invocati sul fronte arbitrale. E le sue dichiarazioni sono ovviamente piccate: “Non sono deluso. Io lavoro per la società, faccio il meglio che posso. Se entro nella direzione che qualche volta sono un po’ stanco di fare tanto, è perché faccio tanto, sono più di un allenatore e qualche volta mi stanco. Però ho questa capacità di ritrovarmi di nuovo. E niente, domani vado al Tre Fontane per la Primavera, lunedì lavorerò per la partita di giovedì. Ritrovare forze e energie quando sei deluso di qualcosa è una capacità di noi allenatori”. Poi Mourinho viene invitato a tornare sulle parole relative al futuro, ma chiude bruscamente la porta: “No, no, no, non c’è storia, non ne voglio parlare. C’è la partita giovedì, domani per la prima volta i ragazzi avranno un giorno libero, magari se mi danno i biglietti vado a vedere il tennis. E poi lavoro sulla partita di giovedì”.
Roma-Inter, Mourinho al contrattacco con Ulivieri: “Solo in Italia”
Poi Mourinho torna sulla partita con l’Inter, ben giocata nonostante le assenze. Ma condizionata ancora da errori individuali: “Gli errori individuali di solito hanno una relazione direta con la qualità dei giocatori. Ora è molto fashion, trendy, il mental coach, magari qualche fenomeno mental coach può fare qualcosa. Io posso solo prendere i giocatori con i loro limiti. Oggi vedere Bove, che quando sono arrivato doveva andare alla Triestina e ora gioca contro Milan e Inter come ha fatto oggi, per me è straordinario. Però mi rifiuto di restare nella tua domanda. Perché io posso solo parlare bene dei miei giocatori”.
Lo Special One continua a difendere a spada tratta la sua squadra: “C’è un gruppo stanco morto, che gioca sempre e non riposa, giocano in altri ruoli, a volte mi guardano – e lo capisco perché – a dirmi ‘cambiami per favore’ ma se non giocano loro devo giocare io ed è meglio che giochino loro. Belotti per me è un eroe, non lo avrebbero fatto tutti nelle sue condizioni. Dybala aveva solo una gamba. Per Spinazzola è difficile giocare tante partite. Posso solo parlare bene di questi ragazzi. Guardo i ragazzi solo con tenerezza e rispetto. E poi avere la certezza che i tifosi li guardano come li guardo io e li rispettano come faccio io, mi dà una grande gioia e mi dà ancora più forza”.
A far discutere sono anche e soprattutto le tante proteste nei confronti degli arbitri, che hanno scatenato malcontento negli altri allenatori e non solo: “Dei miei colleghi non voglio parlare, non ho nessun problema personale con nessuno di loro e non sarebbe corretto parlarne. Su Chiffi non ho mai messo in dubbio la qualità umana e l’onestà dell’arbitro. Ho detto che per me non ha qualità, un arbitro deve essere dominatore ma empatico. Oggi al IV Uomo ho detto che può arrivare in alto, perché è empatico. Colombo aspettiamo e vediamo dove può arrivare”. E qui la risposta al presidente Aiac Renzo Ulivieri che pochi giorni fa ha attaccato pesantemente Mourinho: “La critica più importante che ho ricevuto mi dà gioia, perché è arrivata da una persona che è stata squalificata per tre anni per scommesse. L’Italia è l’unico paese in cui una persona così ha un ruolo istituzionale e può criticare. A me dà gioia, perché significa che io sono di un pianeta diverso”.
Aspetto positivo l’affetto dei tifosi, che Mourinho e i giocatori hanno salutato al fischio finale: “È una cosa strana, ho avuto questa empatia nei momenti belli nella mia carriera ma così è facile. Abbiamo perso, ma la gente ha capito tutto, quello che siamo noi”. E allora la domanda, dopo la questione Ulivieri (e Juventus), è questa: il pianeta calcio italiano non fa più per lui? “Amo l’Italia e amo lavorare in Italia – risponde Mourinho. Ho avuto tanta ricchezza di esperienze in questi anni. Quando si parla dell’Inter si parla di gioia e storia, qui meno gioia e storia ma dal punto di vista umano è stato straordinario. Io sto molto bene in Italia, questo mi aiuta a stare bene, anche a ridere un po’ delle situazioni. Non ho nessun problema”.