Vlahovic è tornato e risponde nel miglior modo possibile alla critica ai cori del ‘Gewiss Stadium’
Dusan Vlahovic è tornato. O per lo meno ci prova, meglio restare coi piedi ben saldi a terra.
Il serbo però, va detto, dopo un lungo periodo di digiuno, ha ritrovato la via del gol: due nelle ultime due, nel giro di neanche una settimana. Dapprima la rete sul cross del solito Kostic ai danni del Lecce, poi la marcatura odierna, sotto al sette di una delle due porte del Gewiss Stadium di Bergamo.
Forse è presto per parlare di rinascita, ma comunque il 9 ha un compito ben preciso nel gioco del pallone, quello di fare gol. E Dusan ha ripreso a farlo: due gol non semplici, due belle marcature, tra l’altro, a riprova di una ottima tecnica di base.
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Si aggiunga che, a differenza della gara col Lecce, quest’oggi il serbo non partiva tra i titolari.
Entra in campo, fa fatica nel tenere su la squadra e si divora un’ottima occasione colpendo in pieno Sportiello da buona posizione. Quando c’è da fare la guerra nel finale, però, non si tira indietro, in tutti i sensi: dentro al campo, a dare man forte per non fare cadere il muro bianconero a difesa del gol di vantaggio siglato da Iling Junior. E purtroppo al di fuori: tanti i cori contro Vlahovic, di matrice razziale, si può dire senza peli sulla lingua.
Dusan però ha la testa dura e risponde nel migliore dei modi, attacca la metà campo avversaria, sfrutta il campo aperto, mette nel mirino la porta e impallina la Dea: 0-2 Juve e secondo posto in classifica. L’esultanza del serbo, rabbiosa, verso la gradinata nerazzurra è la naturale conseguenza di episodi che, francamente, hanno stancato ormai da diverso tempo e che vanno condannati senza se e senza ma.
Christian Masotti