Diego Simeone apre a un ritorno in Serie A in panchina, le dichiarazioni del tecnico argentino aprono scenari da favola
Non è passata inosservata la sua presenza, e come avrebbe potuto, ieri, al ‘Maradona’, in occasione di Napoli-Fiorentina, il primo abbraccio dei neo campioni d’Italia con la propria città. Ad assistere alle celebrazioni azzurre, in tribuna, Diego Simeone, allenatore dell’Atletico Madrid che naturalmente aveva un occhio di riguardo per le gesta di suo figlio Giovanni, in campo con la maglia numero 18 dei partenopei.
Ospite d’eccezione della serata, il ‘Cholo’ ha vissuto una esperienza davvero particolare, nella città e nel tempio di Diego Armando Maradona, come ha raccontato in una intervista alla ‘Gazzetta dello Sport’: “Non avevo mai vissuto questa città da turista, ne sono rimasto affascinato. Qui si respira Maradona ad ogni angolo, per me che guardavo le sue partite in tv è stato emozionante. Napoletani e argentini si somigliano tanto, è vero. A Giovanni ho detto che resterà sempre nel cuore di questa gente, per essere l’argentino che ha vinto qui dopo Diego. Lo ammetto, sono un po’ invidioso di lui”.
Simeone e il futuro: “Mi chiedono spesso di tornare in Italia…”
Inevitabilmente, nel corso dell’intervista, si è parlato anche del futuro di Simeone padre come allenatore. Con dichiarazioni che sicuramente accendono la fantasia dei tifosi italiani.
“Ho un altro anno di contratto con l’Atletico, vedremo cosa succederà – ha spiegato – Trovare stimoli non è difficile cambiando giocatori spesso e dovendo trovare un nuovo modo di stare in campo. Il calcio è cambiato, bisogna aggiornarsi ed evolversi di continuo. Ho pensato a un ritorno in Italia, vedremo quanti anni ancora mi restano per allenare. Forse cinque? Chi lo sa, è un mestiere sicuramente stressante. Spesso incontro tifosi dell’Inter e della Lazio che mi chiedono di tornare. Di sicuro mi farebbe piacere”.
Simeone ha poi ‘consigliato’ il Napoli sul futuro di Victor Osimhen: “E’ fortissimo, può valere oltre cento milioni. Non dico che si debba venderlo, ma, come per il mio Atletico, se un club più potente economicamente arriva col doppio dell’ingaggio, per tenere un giocatore si rischiano di sballare tutti i conti. Meglio cambiare e poi il Napoli sa già come si fa”.