Vigilia di derby per Milan e Inter: un grande doppio ex non ha dubbi sulla squadra favorita e poi parla del futuro del tecnico nerazzurro
Ci siamo. Finalmente è vigilia di derby, uno dei più importanti della storia, che torna in una semifinale di Champions League dopo vent’anni. Un confronto epico, che domani vivrà il suo primo capitolo. Una sfida equilibrata, certo lontana da quella del 2003 piena zeppa di campioni e che si concluse con la vittoria del Milan, poi trionfatrice ai rigori contro la Juventus a Manchester.
Anche se all’epoca fu una partita brutta e così rischia di essere anche stavolta: “Sono quelle partite che fai un passo avanti e due indietro, provi ad attaccare ma pensando a non prendere gol in contropiede – racconta Christian Vieri -. Se pesa lo score positivo dell’Inter nei derby? Zero. E se pensi che ti soffrano, è la volta che prendi la ‘fiammata’. Arriva meglio l’Inter, ci sta dirlo. Per le ultime tre partite, ma soprattutto perché ha la rosa più forte di tutti, a cominciare dall’attacco: in teoria non può perdere con nessuno“. Sulla carta, quindi, nessun dubbio per Bobo, intervistato da ‘La Gazzetta dello Sport’. Soprattutto con quell’attacco, anche se Lukaku ha deluso: “Io alla fine li confermerei tutti e quattro lì davanti, ma da lui mi aspetto di più, un gol ogni partita. Lautaro invece è il più forte, l’unico dubbio che non deve avere Inzaghi”.
Il dubbio vero però ce l’ha Stefano Pioli e non è bella, perché legato alla più che probabile assenza di Rafael Leao, almeno all’andata: “Il Milan senza di lui perde il 50%, più o meno. È quello che da solo fa cambiare campo alla palla, che da solo cambia le partite”. Poi Vieri dice la sua sui singoli duelli, da Theo-Dimarco a Tonali-Barella, fino a Maignan-Onana: “Il peso è lo stesso, perché portano a casa punti. Ma a Maignan in questi due anni ho visto fare cose da andare fuori di testa: incredibile”.
Importante anche l’argomento Simone Inzaghi, che è stato criticato tantissimo soprattutto per il cammino in campionato. Forse troppo? “No, perché? Se perdi undici partite di campionato, non puoi non essere criticato – risponde Bobo -. E peseranno più queste sconfitte nel suo futuro che il cammino in Champions. L’Inter non può perdere undici partite. Dunque non mi meraviglierei di nulla: il calcio è un pentolone di bugie, un giorno sei confermato e il giorno dopo ti cacciano, ma oggi, 8 maggio, è più facile che non resti. L’Inter non ha l’obbligo di vincere la Champions, come il Real o il City. Ma di lottare per lo scudetto tutti gli anni sì”. E appunto, chi passa in finale incontra proprio Real o City: “Partita secca, può succedere di tutto”.
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