Se parliamo di errori, ne ha fatti Donnarumma. Ma sono dentro la vita di ogni portiere: per lui sono state create liste speciali
Si può essere Gigio Donnarumma senza macchia e senza paura? Basta probabilmente guardarsi dietro le spalle, alla tanta carriera fatta a soli 24 anni. E all’orizzonte, che promette ancora tanto di buono, che forse tutto non puoi neanche immaginarlo. Eppure, diciamoci la verità: ci sono calciatori a cui magari si perdona qualcosa. Ed altri che non solo non hanno sconti. Ma che magari pagano il dazio della critica anche più severa, spietata, a volte tossica (sono i social, bellezza), per poco o per un niente. O semplicemente sono destinati a scontare più di altri colleghi. Donnarumma probabilmente è tra questi: dai dollari piovuti su ‘San Siro’ quando il mercato lo stava portando altrove rispetto alla culla rossonera e i tifosi volevano stigmatizzare la sua scelta economica (una scelta che forse stavano facendo in due, lui e il club), a qualche scivolata in azzurro, alle voci più dure partite dai media francesi e anche da qualche ex: mai teneri da quelle parti con noi… Dal vino ai formaggi, figurarsi un portiere (il guaio è che perdono quasi sempre).
Cominciamo dalla domanda più naturale da porre: critiche ingiuste? No se si pensa a qualche incertezza (qualcuna di troppo? può essere successo) che fin qui ha accompagnato il percorso del portiere della Nazionale e del Psg. E questo, con assoluta tranquillità di giudizio, è stato lo stesso Donnarumma a dirlo, perfettamente consapevole delle volte in cui non riesce ad essere impeccabile. Gli errori di ‘Gigio’ al Milan erano peccati di gioventù, anche se già da allora il metro di giudizio da cui partire era alto, forse più alto che per gli altri.
Sarà per quella monumentalità che il fisico gli ha donato anche a dispetto dei suoi 17-18 anni, sarà perché arrivato alle soglie della maglia azzurra il paragone con Buffon è diventato da subito un macigno. Le sviste di adesso sono tali e basta: anche se Gigio, ribadiamo, di anni ne ha 24 e sta per raggiungere ora la piena maturità di un portiere, a dispetto della carriera che ha alle spalle.
Se parliamo di errori ne ha fatti Donnarumma, ma sono dentro la vita di ogni portiere: per lui sono state create liste speciali, dall’uscita improvvida che mandò in porta Icardi nel derby del 2018, a un disimpegno azzardato che regalò un gol a Defrel in Samp-Milan. Al Psg le sue sviste (a vantaggio di Benzema e Coman, due su tutte) per molti sono costati la Champions al Psg: una lettura che si può definire di parte senza voler fare sconti a Donnarumma, visto che la storia del Psg non li ha mai visti brillare nella massima competizione europea, fatta eccezione per la finale, poi persa, nel 2020.
Aggiungiamoci anche che se si vuole andare in cerca di portieri e papere, la rete è riuscita a metterne insieme una decina anche per Gigi Buffon, tra Juve, Nazionale e Parma: chiedetelo a Marazzina che si vide regalare un gol nel 2001 in uno Juventus-Chievo, o al mancato controllo di piede su un retropassaggio di Thuram per il più clamoroso degli autogol in una sfida dei bianconeri a Bergamo con l’Atalanta nel 2004.
In azzurro lo spagnolo Vitolo e il croato Perisic hanno beneficiato di incertezze fatali di SuperGigi. Questo per dire che le cosiddette papere sono nella storia di ogni portiere che si rispetti, anche il più grande. Però, se si può accollare la responsabilità a ‘Gigio’ Nazionale, non si sa perché, viene meglio e quasi quasi si gode di più. Dimenticando che a 24 anni ha già più di 300 partite di altissimo livello tra Serie A, Ligue 1 e competizioni europee, che sta per vincere la seconda Ligue 1 e il quarto trofeo della sua carriera nei club. E sorvolando sul fatto che le sue partite superano anche il muro delle 350 se si aggiungono le presenze in azzurro e i trofei vinti diventano 5 con l’Europeo del 2020, che il Covid ha fatto slittare al 2021.
Ricordiamolo invece, perché è storia e rende merito a Donnarumma, che con la Spagna e l’Inghilterra è stato proprio lui, Gigio, a portarci prima in finale e poi alzare la Coppa al cielo parando tre rigori cruciali a Morata, Sancho e Saka.
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