Gigi Buffon ha parlato della situazione della Juventus e caos plusvalenze, poi il focus sul futuro e il ritiro
La Juventus scende in campo questa sera nella semifinale di andata d’Europa League, match fondamentale per i bianconeri. Vista la probabilissima nuova penalizzazione diventa infatti questa la strada paradossalmente più ‘semplice’ per arrivare in Champions. Sempre a patto che l’Uefa non decida di escludere la squadra di Allegri dall’Europa. Uno scenario che resta sempre molto concreto.
Qualcosa di più definito ci sarà sicuramente il 22 maggio, quando è in programma la riunione della Corte Federale d’Appello che deciderà appunto il più che probabile nuovo ‘meno’ in classifica. A tal proposito, e non solo, ha parlato anche Gigi Buffon, storico capitano della Juve che ora gioca in serie B nel Parma ed è in piena zona playoff. “Sicuramente sono sorpreso, conosco in modo superficiale le cose ma da quello che si evince la colpa imputata alla Juve mi sembra abbastanza generalizzata”, le parole del portiere nel corso dell’evento ‘Il Foglio Sportivo’ a Milano. Un impianto accusatorio che quindi non convince Buffon. A febbraio l’ex capitano bianconero aveva rilasciato una frase che ha fatto discutere: “Ma in caso di un’altra dura condanna, non potrei non pormi una domanda: è il potere masochista che si autoflagella o è l’antipotere che vuole battere il potere?”
Il discorso poi passa al suo futuro, che a 45 anni pare sempre più lontano dal calcio giocato, anche se il campione del mondo nel 2006 non ha piani particolari. “Attendere mio figlio in Serie A come LeBron James nella Nba? Non è un mio obiettivo, ma mi hai acceso una lampadina e chissà, potrebbe essere uno stimolo ulteriore ad andare avanti”, scherza (ma non troppo) Gigi Buffon.
Il portiere del Parma – le parole riportate da ‘Sport Mediaset’ – spiega: “Io vivo le situazioni con leggerezza, inseguendo sempre dei sogni più o meno realizzabili e facendo molta autocritica. L’ambiente di Parma mi aiuta tanto, è un po’ come una mamma che è più comprensiva rispetto a un papà, come è stata invece la Juventus, o ad un amico, come è stato il Psg”. Sul suo ruolo post-calcio ancora qualche dubbio: “Non ne ho idea, non so se sarei all’altezza di un ruolo come quello di Vialli. Nella mia testa ci sono tante ipotesi, non ho mai scartato nulla e non ho mai fatto nulla che non sentissi di fare e che mi facesse sentire bene”. Infine torna sulla suggestione che aveva lanciato nei mesi scorsi, sull’obiettivo di giocare un altro Mondiale: “Non lo sogno più, avrei avuto due occasioni per fare il sesto ma l’Italia non si è qualificata. Quindi più chiaro di quello come segnale da cogliere non c’è…”
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