Beppe Bergomi, ex capitano e bandiera dell’Inter, è intervenuto in esclusiva ai microfoni di Calciomercato.it
Un’Inter praticamente impeccabile nel primo round delle semifinali di Champions League contro il Milan e al quale è mancato solo il colpo del KO per chiudere i conti già dopo i primi 90 minuti dell’elettrizzante Euroderby di San Siro.
I nerazzurri intravedono comunque la finalissima di Istanbul, con Simone Inzaghi che si conferma infallibile nelle coppe e che ha risposto nel migliore dei modi alle critiche per il rendimento deludente in campionato della sua Inter. Beppe Bergomi, storico capitano e bandiera dei nerazzurri, analizza le mosse di Inzaghi e Pioli nella prima stracittadina di Champions intervenendo in esclusiva ai microfoni di Calciomercato.it: “L’Inter ha approcciato molto bene, sono partite comunque difficili. Penso a quando le vivevo io da giocatore: nei derby c’è sempre una tensione emotiva e un’ansia pre-gara diversa rispetto a una gara normale, a maggior ragione giocando in Europa e quando in palio c’è una finale di Champions. Non c’è secondo me uno che ha fatto meglio o peggio tra i due allenatori, anche perché in una competizione come la Champions League contano soprattuto i dettagli. E’ solo il primo round dove l’Inter l’ha interpretata al meglio per 30-35 minuti, gestendo poi il match nel secondo tempo”.
Bergomi non dà per chiuso il discorso qualificazione, soprattutto se Pioli dovesse recuperare Leao nel reparto offensivo dei rossoneri: “È il giocatore più importante che ha Milan e sicuramente ti dà qualcosa in più sotto l’aspetto tecnico e psicologico. I rossoneri comunque adesso non hanno niente da perdere, giocheranno più leggeri di testa, mentre l’Inter dovrà fare una partita perfetta sul piano della concentrazione e senza badare soltanto alla fase difensiva. Dovrà proporre gioco per cercare di chiudere i conti e non alimentare fiducia dall’altra parte. Per me il discorso qualificazione resta ancora aperto, nelle coppe e soprattutto in campo europeo ne ho viste di tutti i colori. Ha detto bene Acerbi nel post-partita: l’Inter non ha ancora fatto niente, ci vuole grande umiltà. Uno come Leao sicuramente sposta gli equilibri e non ci sono dubbi su questo, come quando il Napoli non aveva Osimhen o all’Inter mancano Lukaku e altri giocatori importanti che ti permettono di fare rotazioni e scelte più ampie di formazione”.
Inzaghi ha azzeccato praticamente tutte le scelte di formazione nel primo Euroderby di San Siro. Calhanoglu, Mkhitaryan e Dzeko in campo dal primo minuto hanno dato ragione all’allenatore piacentino: “Mi aspettavo queste scelte da Inzaghi, ormai soprattutto in attacco è chiara la situazione quando hai tutti a disposizione – sottolinea Bergomi – Se a Roma giochi con Lukaku e Correa, è logico che tre giorni dopo punti dal primo minuto su Dzeko al fianco di Lautaro. Anche la decisione di preferire Calhanoglu a Brozovic mi sembrava la più adatta considerando la partita e il momento. La cosa bella però nell’Inter è vedere Brozovic felice in panchina per i suoi compagni e questo è un segnale molto positivo. Lukaku e Brozovic adesso stanno dando il loro contributo e sono stati per tanto tempo fuori in questa stagione: Inzaghi perciò ha dato fiducia a determinati calciatori che gli hanno dato tanto ed è stato giusto premiarli”.
L’attuale opinionista e voce tecnica di ‘Sky Sport’ si sofferma poi sul futuro ad Appiano Gentile proprio di Lukaku e Brozovic: “Sono quasi tre anni che le scelte dell’Inter sul mercato dipendendo dalla situazione finanziaria della proprietà. Non so se avranno la forza di tenere giocatori importanti come Brozovic e Lukaku, bisogna capire a livello economico se ci sarà questa possibilità o se bisognerà sacrificare qualcuno. Ho la sensazione che alla fine qualcuno possa essere sacrificato, ma la reputo una cosa normale nel calcio di oggi. Brozovic è sempre stato un elemento fondamentale, Lukaku sta recuperando la condizione ed è ormai quasi al 100%: sono dinamiche che dovrà valutare attentamente la dirigenza, fermo restando che tutto è condizionato dallo stato di salute finanziario del club. Ricordiamo che l’Inter due anni fa vince un campionato ed è costretta a lasciar partire calciatori come Lukaku e Hakimi, andando a prendere dei parametri zero con una certa età ma che stanno facendo molto bene come Dzeko, Mkhitaryan e Acerbi. Tutto è condizionato, lo ripeto, dall’aspetto economico e dalle scelte in questo senso che faranno la proprietà e Zhang”.
Il destino di Simone Inzaghi in panchina resta comunque in bilico e anche un trionfo in Champions potrebbe non bastare per proseguire il matrimonio con l’Inter, attualmente in scadenza nel giugno 2024. Bergomi, nello specifico, non nutre però dubbi sulla continuità alla guida tecnica dei nerazzurri nell’intervista esclusiva a Calciomercato.it: “Non voglio darmi nessun tipo di merito, però non ho mai partecipato alla caccia a Inzaghi. L’ho sempre difeso e lo difenderò sempre. Perché viviamo in un calcio dove tante volte si privilegia arrivare tra le prime quattro per avere determinati introiti, piuttosto che sognare di arrivare in finale di Champions o vincere nelle coppe. Questa è una considerazione che non ritengo giusta. L’Inter ha fatto quello che ha potuto in campionato, è vero che certe sconfitte potevano essere evitate, però ci sono state delle congetture anche strane in quelle partite. Non so quale sarà la scelta della società e della dirigenza, ma io sono pro Inzaghi“.
Bergomi infine rafforza il suo concetto sulla panchina dell’Inter: “Chi sarebbe il sostituto più adatto in caso di separazione con Inzaghi? Non faccio nomi, non è giusto farli, anche perché io mi tengo Simone Inzaghi. Poi è sempre una questione di strategia e di visione. Se vuoi ripartire da profili più giovani o di prospettiva devi fare determinate scelte, però al momento è tutto prematuro visto che siamo nel momento decisivo della stagione. Io resto della mia idea e sono con Inzaghi, anche per dare una certa continuità a questo progetto. Se lo chiedi a me, io cercherei tutta al vita di rimanere con Inzaghi in panchina”.
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