Il bilancio dell’amministratore delegato dell’Inter su quella che è stata la stagione dei nerazzurri sino a questo momento
Attesa questa sera all’appuntamento di campionato contro il Sassuolo, l’Inter si appresta a vivere una finale di stagione da favola. Martedì, infatti, si giocherà a San Siro la gara di ritorno contro il Milan dopo il successo dell’andata della squadra di Simone Inzaghi.
Champions League che, guardando la bacheca dei trofei vinti da dirigente da Beppe Marotta, manca ancora all’appello: “Se guardo la mia carriera, mi sento molto appagato dei risultati che ho ottenuto. Mi manca la vittoria della Champions, sarebbe un sogno”.
L’ad dell’Inter, intervenuto alla ‘Milano Football Week’, ha riconosciuto il grande lavoro di Inzaghi: “In caso di finale avrebbe tantissimi meriti, come quando nel caso negativo l’allenatore viene criticato. Ma parliamo anche degli attori fuori dalla luce dei riflettori, come i magazzinieri, all’Inter c’è una grande cultura del lavoro, diamo sempre il massimo. La massima espressione è Inzaghi che ha saputo superare momenti di forte pressione e critiche forse esagerate, ma chi vive nello sport deve convivere con questa realtà”.
Il dirigente varesino ha poi parlato del futuro del tecnico interista in panchina: “Ad oggi il bilancio è positivo: siamo in tre competizioni di cui due dove siamo protagonisti ti offre una valutazione di sette, se in campionato fossimo stati più avanti sarebbe stata 9-10. La valutazione sull’allenatore è una valutazione su noi stessi: quando abbiamo perso punti con squadre inferiori, con tutto il rispetto, qualcosa non ha funzionato e non è giusto addebitare tutto al mister. Le responsabilità vanno condivise con management e società. Inzaghi sta facendo bene, ha recuperato da quel momento di negatività. In quel momento era giusto mettessi pressione perché siamo l’Inter e dobbiamo esserlo sempre. Ma l’allenatore ha una grande esperienza, accanto a lui poi ci sono grandi personalità come Zanetti e Ferri”.
Menzione d’obbligo, poi, al resto dei dirigenti che hanno contribuito ai successi delle ultime stagioni: “Nell’Inter abbiamo creato una squadra nella squadra, i meriti vanno condivisi con la squadra fuori dal campo: Ausilio, Baccin, Zanetti… c’è un team di lavoro e un’attività di scouting”.
Evidenziando il grande rapporto instaurato, Marotta ha rivelato dei tratti poco noti del presidente Steven Zhang: “Ha una rapidità di lettura delle situazioni non indifferente, come una volpe. E’ bravo nell’apprendere, ascolta molto. Nella mia visione l’ascolto è molto importante, lui parla poco e ascolta sempre. Ed è un ragazzo giovane, in un mondo per lui sconosciuto. Ma non solo per quanto riguarda l’Italia, anche il calcio. Dalla sua ci ha portato la certezza del comando, forte anche della presenza del papà alle spalle, una grande personalità. Noto che Steven si appassiona sempre più di questo calcio, lo vive in mondo più emozionante di me, per lui la sconfitta è una cosa che lascia il segno. E’ una persona estremamente positiva, che nel nostro team serve molto per analisi e decisioni da prendere”.
Infine, un indizio sul suo futuro in dirigenza: “Il mio mandato è ancora di altre due stagioni, poi chiaro che tutto dipende da tantissimi fattori. Mi trovo benissimo per l’Inter e a Milano, per me è il massimo, cosa sarà il futuro non lo so. Guardo sicuramente il presente, stasera e martedì”.
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