Duro attacco alla gestione del comparto offensivo della Juventus ai danni del tecnico toscano, nel mirino il centravanti azzurro eclissato ‘male’ dagli altri due
La Juventus resiste a denti stretti in seconda posizione nella classifica del campionato di Serie A a sole tre lunghezze dalla diretta concorrente Inter ad un posto in prima fila nel panorama europeo di Champions League – ove ha anche conquistato egregiamente la finale, da disputare contro il Manchester City il prossimo 10 giugno. Le lacune sono molte. Una di queste, a detta dei più, risiede nel reparto offensivo.
Il numero di reti segnate, infatti, non rispecchia affatto l’andamento stagionale e gli stessi attaccanti sembrerebbero essere stati impiegati male nelle rispettive funzioni tattiche in mezzo al campo. Primo nell’occhio del ciclone è Dusan Vlahovic, spesso frenato dalle ricadute della pubalgia che lo affligge costantemente da diverso tempo ormai e Moise Kean, sulla carta suo sostituto ideale. Per Massimiliano Allegri, dunque, è tempo di assumersi le proprie responsabilità .
Attacco stravolto, Juve allo sbando: “Scelte schizofreniche”
Un’idea che trova nelle parole di Furio Focolari diverse conferme. Ospite della trasmissione radiofonica ‘Radio Radio’, il giornalista non si è affatto risparmiato nel criticare l’operato del tecnico toscano all’ennesima stagione altalenante in bianconero.
“Dispone di due calciatori in forma in attacco come Vlahovic e Milik. È vero, il serbo ha avuto problemi fisici repentini e non è semplice da gestire nello spogliatoio, ma Allegri lo ha distrutto“, ha dichiarato Focolari in prima battuta. Poi la stangata finale su Kean: “Cosa penso di lui da titolare? Tutto il male possibile. È stato infortunato e non gioca ad alti livelli da diverso tempo. Inserirlo è un azzardo. Siamo arrivati all’ennesima formazione titolare diversa per la Juventus, ritengo che Allegri compia scelte schizofreniche”.
Difficile fraintendere. Per il giornalista, i continui riadattamenti di formazione con conseguenti cambi in attacco penalizzano la resa, l’efficienza e l’identità di una squadra che ha sempre fatto dell’unità di gruppo e della coerenza le proprie armi migliori. Ora sta nell’allenatore, o tutt’al più nel polso della società che ha alimentato le sue scelte, invertire la rotta.