Stadio Ramon Sanchez Pizjuan di Siviglia, sono circa le 22:29: il neoentrato Chiesa perde un pallone sanguinoso, raccolto dal neoentrato Lamela, che lo serve al neoentrato Suso che fa un gran gol
Il gaditano prende la mira e spara un missile arcuato e avvelenato che non lascia scampo all’ottimo Szczesny, 1-1: il Siviglia impatta il match.
Passano appena sei minuti tra il gol di un altro neoentrato, Vlahovic (al primo pallone toccato), e il pari dei padroni di casa. A tradire Allegri, Federico Chiesa: uno dei “titolari” della Juventus, uno dei top player della rosa. Un campione d’Europa, un giocatore maturo, classe 1997. L’ex viola, assieme al compagno serbo, è stato inserito per invertire la rotta del match ed in effetti le sorti avevano preso una buona piega per la ‘Signora’ sin da subito. Dopo il vantaggio, però, la Juve non regge l’urto della furente reazione degli undici avversari in campo (e dei 40mila sugli spalti): lo stadio diventa una bolgia e la truppa di Allegri si abbassa troppo. In una delle tentate uscite palla al piede, Chiesa si fa strappare la sfera: Lamela per Suso, che non sbaglia.
Federico Chiesa non è mai tornato
La stagione di Chiesa, forse, non è mai iniziata. La rottura del legamento crociato a gennaio del 2022 ha influenzato irrimediabilmente il suo anno.
Mister Allegri lo aveva detto in tempi non sospetti: “Il vero Chiesa lo vedremo l’anno prossimo”, sembrava esagerato, ma aveva ragione… a questo punto i tifosi juventini ci sperano, perché ad oggi il figlio d’arte non è più stato lui.
Lo stop lungo fino a ottobre, poi il rientro contro il Paris Saint Germain il 2 novembre scorso (gara che sancì, ironia della sorte, la retrocessione in Europa League per ‘Madama’). Una serie di ricadute sul ginocchio e di carattere muscolare ne rallentano il reinserimento a pieno regime, e le prestazioni ne risentono.
Da aprile perlomeno il 7 non ha più sofferto alcuno stop, iniziando a alzare considerevolmente il minutaggio. Chiesa, verosimilmente, diventa così per Allegri una freccia da usare a gara in corso (sulla falsariga di ciò che poteva essere Pogba in questo finale di stagione: un top player a mezzo servizio, da centellinare e sfruttare ad hoc).
Ecco quindi il minuto 64’ della semifinale di ritorno di ieri sera. Prima l’errore in uscita, poi nei supplementari due grandi occasioni: la seconda grida vendetta… quella palla calciata alta non è al livello del Chiesa versione Euro2020. La prima, invece, è la più classica delle sliding door: sul ribaltamento di fronte Lamela marca il sorpasso spagnolo con un ottimo gol in terzo tempo cestistico. “Episodi…”, si dirà; certo è vero, ma tutti maledettamente firmati a suo mal grado da Federico Chiesa.
Futuro in bilico
Le riflessioni nel day after si sprecano, sul futuro della Juventus dentro e fuori dal campo… e su quello del nazionale azzurro all’interno della rosa bianconera.
È lampante che dopo l’infortunio al legamento crociato, Chiesa non abbia ancora ritrovato lo smalto dei tempio migliori… . È lecito chiedersi se abbia senso per la Juventus insistere sul giocatore, aspettarlo e sperare che la prossima sia la stagione della rinascita dalla cenere o vale la pena prendere in considerazione anche le offerte che arrivano, dall’estero e dall’Inghilterra su tutte. Va anche detto che, le prestazioni e il lungo stop non fanno altro che deprezzare il valore del cartellino. Il contratto è in scadenza nel giugno 2025 e in casa Juve è tempo di valutazioni, anche sul proprio numero 7.