Delusione in casa Juventus dopo la cocente eliminazione dall’Europa League: le dichiarazioni in esclusiva di Alessio Tacchinardi, ex centrocampista bianconero, ai microfoni di Calciomercato.it
La Juventus dà l’addio anche all’Europa League dopo la Coppa Italia, in attesa della sentenza definitiva sul filone plusvalenze e lo spettro di una nuova penalizzazione che potrebbe portare all’esclusione dei bianconeri dalle competizioni internazionali nella prossima stagione. L’undici di Allegri si è dovuto arrendere ai supplementari nel catino del ‘Sanchez Pizjuan’ sotto i colpi degli ex italiani Suso e Lamela, mancando il pass per la finalissima di Budapest nel derby contro la Roma. Una prova convincente solo a tratti per la Juve, dopo un’annata che rischia di essere fallimentare e senza trofei in bacheca come successo del resto anche nella scorsa stagione.
Per analizzare il momento in casa bianconera la redazione di Calciomercato.it ha intervistato in esclusiva Alessio Tacchinardi, ex pilastro della Juventus del ciclo vincente con Lippi in panchina e che ha vestito la maglia della ‘Vecchia Signora’ dal 1994 al 2005: “Si poteva fare certamente di più, soprattutto il primo tempo dei bianconeri non mi ha convinto. La Juve è una squadra forte, la gestione della partita poteva essere diversa all’inizio – esordisce Tacchinardi – E’ stata un po’ la fotografia della stagione: momenti dove fa bene, altri dove invece è troppo rinunciataria. Alla fine è uscita veramente per dettagli, però nel corso dell’anno a livello di mentalità e atteggiamento la Juventus doveva fare meglio”.
L’ex centrocampista non scarica le colpe sui singoli: “Chiesa ha fatto un errore sul gol di Suso, fa fatica a giocare in mezzo al campo, lui deve agire sull’esterno. Anche Di Maria ha sbagliato un gol non da lui, però non mi sento di condannarli. Il problema secondo me è che la Juve non prova a dominare le partite con continuità. E’ un grosso dispiacere che tutte le italiane vadano in finale, mentre la Juventus che è una delle squadre più forti del nostro campionato non sia arrivata fino in fondo”.
In estate potrebbero esserci diversi cambiamenti alla Continassa, iniziando dalla dirigenza e con la posizione di Allegri non più così salda in panchina: “Penso che bisogna capire che progetto si vuole fare, a livello di gioco e guida tecnica. Quest’anno hai puntato su nomi importanti come Pogba, Di Maria e Paredes per vincere subito e alla fine non si è vinto niente. Se gioco con Chiesa non gli faccio fare la seconda punta nel 3-5-1-1, servono idee chiare per la prossima stagione e cercare di sfruttare al meglio i giocatori che hai a disposizione – spiega Tacchinardi – Sarei contento se arrivasse Giuntoli, mi piace molto. Serve lucidità per capire che tipo di squadra si vuole costruire: se devi andare a mille all’ora ci vogliono giocatori che corrano, se vuoi invece una squadra che palleggi servono calciatori con altre caratteristiche. Ci vuole un progetto a lungo raggio, anche perché la politica del vincere subito non ha pagato”.
Tacchinardi si pronuncia sul futuro di Allegri al timone: “Alla Juve conta vincere e non tanto essere spettacolari. Sei vuoi una squadra giovane e di prospettiva devi fare un certo lavoro. Allegri negli ultimi anni ha puntato su giocatori fatti e finiti, già pronti e mentalizzati per vincere. Io non ho niente contro Allegri, è un allenatore vincente e che ha vinto tanto. Dico solo che quest’anno la Juventus non mi è piaciuta, con la rosa che aveva poteva fare di più. Sul discorso della guida tecnica ci penserà Giuntoli o chi per lui, l’importante è che si abbiano le idee chiare su quello che si vuole fare”.
Tacchinardi: “Basta cinema, serve gente affamata. Frattesi da Juve”
Rendimento altalenante per Vlahovic, con il sigillo dell’ex Fiorentina che non è bastato per evitare l’eliminazione in Europa League e conquistare la finale di Budapest. Tacchinardi ripartirebbe comunque dal numero 9: “Penso che se la Juve vorrà essere competitiva l’anno prossimo non debba smantellarsi. Io Vlahovic per esempio lo terrei, non mi priverei di un centravanti forte come il serbo. Col Siviglia ha fatto un gol da campione, durante tutto l’anno è stato poco servito. La Juve a livello offensivo e di gioco ha delle difficoltà, ha deciso di giocare bassa e in questo modo gli attaccanti fanno più fatica degli altri e vengono un po’ depotenziati. Non serve cambiare molto, ma inserire qualcosa per puntellare una rosa già forte e competitiva. A meno che non si voglia smembrare tutto e puntare sui giovani con un progetto di 3-4 anni, allora quello è un altro discorso”.
Consigli per gli acquisti: una Juventus più italiana e con un Frattesi in più nel motore. “L’Inter ha Dimarco, Bastoni, Barella, Acerbi e Darmian, mi piace vedere gli italiani in campo. La mia Juve ne aveva tanti ed era vincente. Ti danno quel qualcosa in più per vincere. Frattesi mi piace, è un grande giocatore e mi piacerebbe vedere più italiani possibili in squadra – chiosa Tacchinardi – Serve gente che deve arrivare ad avere ingaggi importanti e non giocatori che hanno già stipendi pesanti. Frattesi sarebbe un profilo da Juve, così come riporterei subito Rovella a Torino. Tutta gente che ha fame e vuole affermarsi. Vorrei una Juventus più italiana, giovane e ambiziosa. Meno cinema e social, più affamata come lo era ai miei tempi”.
Infine, Tacchinardi ai microfoni di Calciomercato.it dice la sua sulle inchieste extracampo che vedono coinvolta la Juventus: “E’ stata una follia gestire tutta la vicenda con queste tempistiche. Togliere punti e poi ridarli e magari lunedì toglierli di nuovo. Non è facile per la squadra che ha patito questa situazione grottesca. Poteva essere valutata e studiata in maniera differente, magari aspettando la fine della stagione e non a campionato in corso. Così è venuto fuori un cinema, un vero pastrocchio”.