La Salernitana gioca un’ottima partita in casa della Roma, uscendo con un punto ma soprattutto tante sensazioni positive: la soddisfazione di Paulo Sousa
La Salernitana strappa applausi e un punto in casa della Roma all’Olimpico. La squadra di Paulo Sousa gioca una partita di livello importante, sfiorando l’impresa contro Mourinho.
Finisce ‘solo’ 2-2, ma con tante sensazioni positive che il tecnico portoghese si porta a casa anche e soprattutto in vista della prossima stagione. Così come l’ex ct della Polonia ha evidenziato in conferenza stampa: “Per cementare la mentalità non posso pensare di andare in qualsiasi partita e abbassare il livello di attenzione, concentrazione e gioco. Voglio creare una cultura vincente e non c’è niente di meglio che giocare contro squadre come la Roma in uno stadio del genere. Così possiamo crescere. Rammarico palle inattive? Voglio ricordare che la Roma dall’anno scorso è la squadra che fa più gol su palla inattiva perché hanno battitori straordinari, ma anche colpitori alti e aggressivi, determinati. Noi abbiamo difeso alla grande. Sulla carambola anche sono stati molto determinati, vanno dati meriti anche agli avversari”.
Roma-Salernitana, Paulo Sousa:
La Salernitana sta alzando il livello e per certi versi è quasi un peccato che il campionato sia ormai finito. Ma su giocatori come Dia e Coulibaly ora il mercato può incombere: “Ci penso sempre, ad aiutarli a crescere, all’interno della nostra identità di gioco che cresce con loro. Sono sempre più disponibili, hanno accresciuto la loro intesa. Coulibaly non solo è un giocatore fisico, ma anche sta diventando importante in costruzione e nei passaggi con cui dà velocità. E non solo per il lancio di oggi. Io non penso alla loro partenza, ma solo alla loro crescita. Con un pubblico importante così e quando vinci bisogna avere più possesso palla, controllando di più il gioco”.
Poi Paulo Sousa parla della rissa a fine partita: “Erano due squadre che volevano vincere. Noi potevamo fare una transizione importante, Nicola ha fatto un brutto fallo ma era l’unica possibilità di bloccare Dia. Tutto può succedere a fine partita, meno male che non è successo altro. Poi loro si sono abbracciati in campo ed è la bellezza del calcio”. Sulla penalizzazione della Juve invece glissa: “Io ritengo solo che abbiamo fatto una grande partita”. Quanto manca in sede di mercato per trasformare tutti i pareggi in qualche vittoria in più? “Con l’Inter abbiamo pareggiato ma potevamo perderla, nelle altre invece abbiamo sempre creato di più. Con più determinazione potevamo avere più punti. C’è potenziale, ma c’è sempre bisogno di risorse, voi pensate solo ai giocatori ma c’è una struttura. Una stabilità, un modello di gioco, per poter costruire qualcosa di solido. Io cerco nella mia passione di aiutare in campo ma anche in maniera trasversale in tutti i dipartimenti”.
Quanto è stato importante entrare nel cervello di questa squadra? “Aggiungo che con la tifoseria c’è un legame importante e questo è un aspetto fondamentale. Noi non dovevamo aspettare i nostri tifosi ma dovevamo conquistarli per creare una chimica. Sono un valore aggiunto per qualsiasi squadra i tifosi. Anche a livello di comunicazione dobbiamo educarci ed educare, per un futuro di successo della società”.
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