La Juventus domenica sera all’Allianz Stadium ospita il Milan: sfida cruciale per la classifica dei rossoneri e gara dalle mille sfumature per i bianconeri: l’incertezza è tanta, a tutti i livelli dal campo alle scrivanie, e potrebbe essere l’ultima di Allegri a Torino
Il futuro del tecnico livornese è in bilico, sul banco degli esaminati c’è anche lui. Se arrivasse l’addio, tre i nomi: Tudor, Motta e Italiano. I tifosi juventini si chiedono legittimamente: “Come sarebbe la “loro” Juventus?
I tre nomi hanno tutti qualcosa in comune: sono tecnici giovani, con un approccio di gioco propositivo e non hanno degli ingaggi spropositati. Thiago Motta percepisce 2 milioni netti a Bologna, Italiano qualcosa in meno (1,7 milioni) a Firenze e Tudor a Marsiglia si aggira circa sulle stesse cifre. Numeri in linea con la nuova politica che dovrà percorrere la Juventus per risanare i bilanci, a partire da questa estate.
Volendo stuzzicare la fantasia dei tifosi, si provi a pensare a “tre Juventus diverse”, una per allenatore. Unica avvertenza per i lettori: gestire con cautela gli scenari di mercato che verranno, tra trattative in corso e suggestioni.
Tudor e la Juve dei Balcani
Si parte dal croato, il nome forte per il post Allegri: il suo passato da giocatore, il suo passaggio come vice di Pirlo e dunque la sua conoscenza della Juve (e non solo…) lo mettono in pole position.
Ha fatto bene nello staff del Maestro, ha fatto bene a Verona: poi l’esperienza a Marsiglia. L’OM è terzo, a -5 dal Lens: seppur difficile, i giochi per un posto in Champions League non sono ancora chiusi.
La Juve di Tudor partirebbe da una certezza non indifferente: insistere sulla linea difensiva “a tre”. Il modulo preferito del tecnico croato è il 3-4-2-1: un vestito tattico decisamente più offensivo che il tradizionale 3-5-2 bianconero, ma che si poggia sulla stessa base. È facile quindi immaginare una Juve che, davanti ai pali difesi da… e qui ci mettiamo Perin, veda la linea composta da Gatti, Bremer e Danilo. A centrocampo qualcosa cambia: due soli mediani chiedono maggiore fisicità, per reggere il peso della manovra. Cuadrado (se rinnova), altrimenti Maehle in arrivo dall’Atalanta. In mezzo Fagioli, che avrà bisogno di un “lungo” al suo fianco: ecco quindi Pogba… o Milinkovic Savic, in scadenza nel 2024 con la Lazio. A sinistra Kostic è intoccabile. Unica punta Vlahovic (o come ama dire Tudor: “Vlakovic”) confermatissimo dal tecnico: lo scorso anno il mister croato si espresse chiaramente alla vigilia di Verona-Napoli definendo il serbo l’attaccante più forte della Serie A. Alle sue spalle Federico Chiesa libero di svariare e Iling Jr, per una corsia mancina esplosiva. Una Juve pronta a fuoco e fiamme… in salsa serbo-croata.
Thiago Motta e il modulo europeo
Il Bologna vola: nono posto in classifica e un gioco da applausi. I meriti in questi casi vanno ai giocatori, certo, ma anche alla guida tecnica.
Con il coraggio delle idee, Thiago ha riportato entusiasmo in una piazza storica e importante del nostro panorama calcistico. L’italo-brasiliano predilige il 4-2-3-1, un modulo figlio anche delle sue esperienze a Barcellona e a Parigi. Possesso palla, controllo del gioco e fraseggi, senza però perdere di equilibrio.
La sua Juve sarebbe molto diversa: in porta confermato Szczesny, sulla destra Barbieri, in mezzo Danilo e Bremer, a sinistra Carlos Augusto in arrivo dal Monza. La qualità dei brasiliani permette a Motta di impostare dal basso, sua prerogativa. Nel mezzo, il centrocampo a due è tutto da inventare: la certezza è Fagioli, l’inserimento sicuro è Rovella. Occhio però a Nico Dominguez, pretoriano di Motta che potrebbe seguirlo a Torino. Il centravanti, più di manovra, potrebbe essere Milik: a sinistra Iling Jr, sulla destra spostato Chiesa e dietro il 9… Koopmeiners: altro nome in orbita Juve, che può stare sulla trequarti e porterebbe l’equilibrio giusto in fase di non possesso.
La lezione d’Italiano
La Fiorentina vive la migliore stagione della sua storia recente, la sconfitta in coppa Italia nulla toglie a quanto fatto… e c’è ancora la finale di Conference League contro il West Ham.
Come per il collega oriundo, anche per Vincenzo italiano i complimenti di sprecano: la ‘Viola’ ha risolto i problemi di sterilità offensiva e ha messo in campo una annata memorabile.
Italiano, quasi integralista, vede la squadra col 4-3-3. Per la Juventus la questione legata alle corsie esterne si ripropone, inevitabilmente. La ‘Signora’ a lezione d’Italiano potrebbe essere così: Perin tra i pali, Cuadrado (o un nuovo innesto, come Dodò) sulla destra, Danilo e Gatti in mezzo… con il nome di Milenkovic che potrebbe tornare di moda. A sinistra Alex Sandro, il giocatore ha rinnovato e un tecnico più propositivo potrebbe dargli nuova energia. Il centrocampo rigorosamente “a tre” lo si immagini così: Rovella pivot, Fagioli mezz’ala, e Locatelli incursore (ruolo che ricopriva nel Sassuolo… proprio come Frattesi, sogno di mercato bianconero). Davanti confermato Vlahovic, a sinistra l’imbarazzo della scelta: Iling Jr o Kostic. A destra Chiesa, o Cuadrado alzato sulla linea offensiva… per una Juve verticale e veloce.
Tanti gli scenari, tra suggestioni e possibili colpi, tra addii e nuovi arrivi: immaginare la Juventus che sarà non è semplice… ma una cosa è certa: se Allegri andasse via, Tudor, Thiago Motta e Italiano sono tre profili ideali per iniziare un nuovo progetto tecnico.