All’Olimpico la festa per il decennale del 26 maggio, per la qualificazione in Champions e l’omaggio commosso a Stefan Radu che si ritirerà
È l’ultima partita della Lazio allo Stadio Olimpico in questa stagione e la giornata di sole ha tutte le sembianze di una festa grande. In primis c’è da celebrare il ritorno in Champions League dopo due anni conquistato al termine di un lungo campionato giocato per larghi tratti ad altissimo livello dalla squadra di Sarri.
Ma oggi per la Lazio e i suoi tifosi è un momento speciale per tanti altri motivi. Due giorni fa è infatti scattato il decimo anniversario da quello storico 26 maggio 2013, quando gli uomini di Petkovic alzarono al cielo la Coppa Italia in quel derby con la Roma di Andreazzoli diventato leggenda. Ma è forse soprattutto la festa di Stefan Radu, il capitano che al termine di questa stagione appenderà gli scarpini al chiodo dopo 15 anni di amore intenso e legame profondo con questi colori. E per un’occasione così non poteva che fare da cornice un Olimpico sold out da più di 64mila persone, come non si vedeva da anni. Prima della partita c’è stato il pranzo al Circolo Canottieri Aniene con tutti gli eroi del 26 maggio, a cui hanno partecipato anche Claudio Lotito e Igli Tare. Poi la festa si è spostata appunto allo stadio, in cui quella storica formazione – presenti Marchetti, Candreva, Biava, Konko, Hernanes, Cana, Crecco, Ledesma, Mauri, Floccari, Brocchi e Bizzarri – ha fatto il suo giro di campo con la coppa in mano e indossando la maglia celebrativa del decennale realizzata dalla società.
🦅“15 anni di battaglie con l’aquila sul petto. Un combattente, uno di noi, Stefan #Radu laziale a vita”⚪️🔵
Lo striscione della Nord per il romeno che in biancoceleste dirà basta col calcio: il 26 commosso sotto la Nord a ricevere l’abbraccio del suo popolo💙@calciomercatoit pic.twitter.com/ZLx9Glymg4— Francesco Iucca (@francescoiucca) May 28, 2023
Poi il momento delle lacrime, quelle di Stefan Radu che ha ricevuto l’omaggio delle leggende. “15 anni di battaglie con l’aquila sul petto. Un combattente, uno di noi, Stefan Radu laziale a vita”, lo striscione della Nord. Lì il romeno è andato sotto il suo settore, commosso, abbracciando tutti. Un bellissimo scatto, così come la coreografia da brividi della Tevere (che aveva dedicato uno striscione a Mauri) con il numero 26 e un altro striscione: “15 anni insieme senza mai un passo indietro. Grazie Stefan”. Tutta la squadra stretta attorno a Radu, come dimostra Danilo Cataldi – che la fascia l’ha in un certo senso pure ereditata pur non essendo capitano ‘titolare’ – che indossa proprio la 26, con il figlio Tommaso in braccio a lui. Applausi per tutti, una giornata da ricordare.