Sarri show: l’appello a Lotito sul mercato, il futuro e la finale dell’Inter

Le parole di uno scatenato Maurizio Sarri in conferenza stampa tra Milinkovic-Savic, il futuro, City-Inter ma non solo

Maurizio Sarri è scatenato nella sua ultima conferenza stampa dell’anno allo Stadio Olimpico. L’allenatore della Lazio ha ufficialmente centrato la qualificazione in Champions League e oggi anche quella alla Final Four di Supercoppa Italiana: “Ma non siamo ancora secondi. Ah, andiamo comunque perché l’Inter è già qualificata? Ne avrei fatto volentieri a meno..:”, scherza il mister.

Sarri (LaPresse) – calciomercato.it

Ma il secondo posto rimane un obiettivo: “Sarebbe brutto mollare essendo a un passo da un traguardo importante per tutti. Poi il gusto è che allo stadio quando sono arrivato c’erano 20mila persone e oggi ti rendi ancora più conto di cosa può essere il popolo laziale. Uno stadio che dà gusto, spero che sia il più possibile come oggi perché vuol dire che la squadra sta facendo bene. Quando vivi la lazialità dall’interno ti rendi conto che tutte le etichette appiccicate a questo popolo sono tutte false”. Ma ora il futuro diventa importante e soprattutto il mercato estivo, che dovrà essere adatto a una stagione piena di impegni di prestigio: “L’aspetto più importante è che arrivino giocatori forti, poi vediamo come si può giocare”, taglia corto Sarri.

Sarri: “Non lascio la Lazio, ma io e Lotito dobbiamo avere le stesse idee altrimenti…”

Sarri poi precisa che tra lui e la Lazio non si è mai trattato di soldi: “Io sono venuto per altri motivi, perché lo stipendio che ho accettato qui non l’avrei accettato da altre parti. Il mio stipendio era molto più alto. Qui ho avuto la sensazione di poter tornare a fare calcio in maniera pura, cosa che avevo fatto fatica a fare negli ultimi due anni. Se poi per trofei si intendono Coppa Italia e Supercoppa non è che mi interessino così tanto”.

Sarri (LaPresse) – calciomercato.it

E qui il discorso si sposta sul futuro, che non è in dubbio anche se non può essere dato neanche per scontato: “Poi la macchina che mi daranno la vedremo. A volte ti danno la macchina buona e te la metti in testa. Vediamo che macchina si può avere, parliamo col presidente e vediamo che idee ha. Non è detto che perché uno ha un contratto si debba restare insieme. Se si hanno le stesse idee e c’è sintonia si va avanti insieme. Ci saranno introiti in più quindi qualcosa si può fare. Io non ho nessuna intenzione di lasciare la Lazio, ma neanche di fare qualcosa che non mi va bene. Credo che la possibilità che ci si saluti sia estremamente remota. So che Lotito non farà follie, ma fa parte della storia della Lazio”.

Le risorse in più comunque ci sarebbero, ma Sarri è consapevole della situazione: “Se Lotito dà retta a me si spende 1 miliardo e 2, il primo assalto a De Bruyne, poi vediamo, magari Haaland ci rientra. Ma bisogna mettere insieme esigenze tecniche ed economiche. Bisogna avere la certezza di chi rimane, poi si vede chi può arrivare. Se si va dietro al mercato si rischia di prendere giocatori inutili. Entro pochissimo tempo bisogna capire chi rimane, poi capire di cosa abbiamo bisogno”. Qui il riferimento è anche a Milinkovic-Savic, sul cui futuro ha risposto poi in maniera più approfondita.

Poi Sarri dice anche la sua sulla finale tra Manchester City e Inter: “Le vittime predestinate non esistono in una partita unica. Se fanno un campionato di 38 partite vengono fuori le differenze. In una partita secca no. Avevo paura mi chiedeste di andare in finale di Champions. Il confine è sottile per noi. Bisogna farla la Champions ma per 3-4 anni di fila, allora fai il salto. Se la fai per un anno è impensabile, ci sono miliardi di differenza. Se la fai con continuità il fatturato lievita e puoi fare il salto”.

Un pensiero finale su Radu: “Ho avuto la sfortuna di conoscerlo come calciatore nella parte finale della sua carriera, ma la fortuna di conoscerlo. Un personaggio raro come uomo, di una correttezza, una fedeltà e lealtà che ha pochi riscontri. Spero voglia rimanere nel mondo laziale, con me in due anni non so quante partite ha fatto ma è stato sempre di una partecipazione, una guida, una professionalità in allenamento unica. Un personaggio raro”.

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