Fc Internazionale Milano, meglio nota come Inter, è uno storico club che si avvale di alcune prestigiose sponsorizzazioni per generare entrate di tutto rilievo. In primis rileva quella collegata al marchio di abbigliamento sportivo Nike, ma non solo. I problemi con Digitalbits e gli sponsor storici. La panoramica.
Come è noto, le squadre di calcio si giovano di una pluralità di entrate, che debbono risultare nel bilancio e che compensano le varie spese e i costi sostenuti. Ebbene, tra le entrate un posto di rilievo spetta a quelle derivanti dalle sponsorizzazioni e dai contratti di sponsor con marchi più o meno noti, sia del panorama nazionale che internazionale.
Proprio così: gli sponsor giocano un ruolo chiave per i club di calcio in quanto danno un notevole sostegno finanziario. Ciò che entra nelle casse del club a livello di introiti da sponsorizzazioni serve in particolare a finanziare le spese operative, compresi i salari dei calciatori, gli allenatori, gli investimenti nelle infrastrutture, il personale amministrativo, le spese di viaggio e tanto altro.
Di seguito intendiamo fare il punto sugli sponsor che orbitano attorno alla società FC Internazionale Milano: che cosa c’è di importante da ricordare? Qual è lo sponsor tecnico? E quelli di maglia? A queste ed altre domande collegate risponderemo più avanti, nel corso di questo articolo. I dettagli.
Per l’Inter rinnovo di contratto con l’ormai storico sponsor tecnico Nike, da decenni legato ai nerazzurri. Il nuovo accordo varrà dalla stagione di Serie A 2023-2024. I vertici nerazzurri avevano confermato la trattativa diversi mesi fa: l’obiettivo resta quello di una proficua collaborazione commerciale, con benefici economici per ambo le parti del contratto di sponsorizzazione.
Non a caso, un certo entusiasmo da parte del club nerazzurro era trapelato alla notizia dell’accordo sul rinnovo e questo ben si comprende se pensiamo che i nerazzurri si confermano partner calcistico Nike nel nostro paese, con evidenti risvolti positivi sul piano economico come pure in termini di sviluppo e commercializzazione di nuovi prodotti.
Sicuramente quanto appena ricordato appare come un punto di riferimento per le strategie commerciali dei prossimi anni della società nerazzurra, in cui circolano sempre più insistenti le voci di una cessione del club da parte di Steven Zhang.
Lo sponsor tecnico Nike dà attrezzature sportive, ma anche visibilità del marchio, supporto in termini economici e opportunità di marketing per il club di calcio. Si tratta di una partnership vantaggiosa per ambo le parti, in quanto lo sponsor tecnico da parte sua può conseguire esposizione mediatica e promuovere il proprio marchio con l’associazione con un club di calcio di alto livello – come è certamente nel caso dell’Inter.
I tifosi nerazzurri più attenti lo sapranno già: Nike ha svolto il ruolo di sponsor tecnico del club dall’ormai lontano 1998, dando le maglie e l’abbigliamento sportivo per la squadra. Appunto si tratta dello sponsor tecnico, ma a cosa serve esattamente? Ebbene, come accennato poco sopra, lo sponsor tecnico è responsabile della consegna delle attrezzature sportive che servono alla squadra, come ad es. le maglie da gioco, i pantaloncini, i calzettoni e varie altre apparecchiature correlate all’abbigliamento degli atleti.
Da parte sua, inoltre, uno sponsor tecnico tipicamente ha anche un ruolo attivo nel marketing e nella promozione del club di calcio cui è associato. Ciò può comprendere campagne pubblicitarie con i calciatori, eventi promozionali, iniziative di marketing sui maggiori siti web dei social network e non solo.
Ovviamente poi uno sponsor tecnico di elevato profilo, in questo caso Nike, può dare al club un senso di prestigio e buona fama. Ecco perché dal binomio Nike-Inter, ambo le società possono trarre non indifferenti vantaggi di immagine.
Rimarchiamo altresì che gli accordi di sponsorizzazione con uno sponsor tecnico includono il versamento di somme di denaro al club. Si tratta di finanziamenti ulteriori che possono contribuire a supportare le spese operative societari, gli ingaggi degli atleti, gli investimenti negli impianti, le spese di viaggio e non solo.
E’ il caso dell’accordo Inter-Nike, che peraltro è lievitato di valore – a favore del club di Milano – dopo la vittoria dello scudetto alcune stagioni fa, da parte dei nerazzurri di Zhang. Anzi nel corso di questa stagione le due parti hanno trovato l’accordo per il rinnovo della partnership e, dall’annata calcistica 2023-24, l’incasso Inter passerà da 10 a 25 milioni di euro l’anno.
Il valore commerciale del club milanese è insomma salito, ed ha continuato a farlo con il traguardo della finale di Champions League edizione 2022-2023.
Come vanno le cose a livello di sponsor di maglia o main sponsor? Ebbene, di certo non bene come ora vedremo. Sono i numeri a chiarire la situazione: sulla carta l’Inter per la stagione che si avvia alla conclusione, avrebbe dovuto incassare non meno di 45 milioni di euro attraverso gli sponsor presenti sulla maglia.
Usiamo il condizionale in quanto l’accordo sottoscritto tra i nerazzurri e il main sponsor non ha portato tutti i soldi pattuiti nelle casse dell’Inter, ma soltanto una piccola parte. Ciò ha portato di fatto alla rottura della partnership con Digitalbits, realtà attiva nel settore delle criptovalute.
Anzi, recentemente sono emersi nuovi dettagli sui mancati pagamenti da parte di DigitalBits alle casse nerazzurre. Lo sponsor di maglia del club nerazzurro – assente dalla divisa dalla partita di campionato con la Lazio – non ha ancora versato quanto fatto oggetto di accordo di sponsorizzazione nelle casse della società nerazzurra, sia per quanto attiene alla cifra base, sia sul fronte dei bonus. FC Internazionale ha fatto pubblicamente sapere che si riserverà di adottare tutte le iniziative del caso, pur comprendendo il difficile momento delle criptovalute sul piano internazionale. Nel frattempo, come scritto in un comunicato ufficiale del club, la società ha rimosso i loghi del partner nel sito web ufficiale, come pure dai cartelloni pubblicitari e dalle maglie delle squadre del settore giovanile e femminile e, da fine aprile, è stato rimosso anche lo sponsor dalla maglia della prima squadra.
Ben si comprenderà la reazione dell’Inter se pensiamo che lo sponsor di maglia è quello che appare frontalmente sulla maglia della squadra, ovvero nello spazio considerato il più prestigioso e visibile per una società. Da parte sua, lo sponsor di maglia contribuisce in maniera rilevante ai ricavi del club, garantendo fondi che possono essere usati in più modi diversi. Attenderemo dunque ulteriori aggiornamenti sulla vicenda delicata che riguarda Inter e Digitalbits.
Nessun particolare problema invece da altri due importanti marchi conosciuti in tutto il mondo, che con l’Inter hanno sottoscritto accordi di sponsorizzazione in veste di retro sponsor e sponsor di manica. Ci riferiamo rispettivamente a Lenovo e Ebay, dai quali il club ha incassato in totale 10 milioni di euro circa (5 milioni di euro versati dai due marchi a testa). Cifre sicuramente non altissime ma che hanno comunque contribuito all’ultimo bilancio del club di Milano e ai suoi ricavi.
Tornando in breve al tormentato capitolo dello sponsor di maglia, nel corso delle ultime settimane si sono rincorse le voci di un possibile nuovo sponsor di maglia per il club nerazzurro. Ci riferiamo in particolare alle trattative con Turkish Airlines e Qatar Airways, il secondo peraltro già sponsor della Roma fino a poco tempo fa.
Ricordiamo inoltre che gli sponsor di maglia, di manica e il retro sponsor sono tutti rilevanti elementi nel contesto di un club di calcio. Si tratta di vari tipi di sponsorizzazioni che danno un’opportunità alle aziende di promuovere i loro marchi o prodotti, e al contempo, aiutano il club a supportare economicamente le sue attività. Specialmente visti i più recenti dati contabili di certo non entusiasmanti in casa Inter, gli sponsor rappresentano una fonte di ricavi assai strategica.
Ricapitoliamo ora in estrema sintesi sponsor e cifre incassate dall’Inter nell’arco di tempo 2022-23:
Come abbiamo ricordato sopra per quanto riguarda invece il main sponsor DigitalBits, rimosso dalla divisa da gioco ormai dalla partita di campionato con la Lazio, la società delle criptovalute non ha ancora elargito quanto pattuito nelle casse dell’Inter – generando di fatto un ‘buco’ di non meno di 30 milioni di euro per la sola stagione 2022-2023.
Facendo una rapida ed elementare somma, non sarebbero di certo pochi i soldi incassati dall’Inter attraverso gli accordi di sponsorizzazione dei marchi che vogliono apparire sulla divisa di gioco. Almeno 45-50 milioni di euro sarebbero dovuti arrivare a livello di entrate legate agli sponsor, ma così non è – come abbiamo visto.
Se hanno onorato i loro impegni sia il retro sponsor che lo sponsor di manica, come pure lo sponsor tecnico (che anzi aumenterà il suo versamento alle casse nerazzurre con il rinnovo della sponsorizzazione), così non è per il main sponsor o sponsor di maglia.
Non si è rivelata una buona scelta quella che ha virato sul Digitalbits, società che opera nell’assai turbolento mercato delle criptovalute ed anzi, il complicato rapporto tra DigitalBits e Inter trova conferma nei numeri di cui al bilancio al 31 marzo scorso di Inter Media and Communication, società nella quale transitano i ricavi media e sponsor del club nerazzurro. Digitalbits ha avuto estrema difficoltà ad adempiere ai propri impegni economici, che infatti risultano al momento in gran parte non rispettati. Ciò ovviamente ha avuto un grande impatto sugli introiti derivanti dagli sponsor e porterà l’Inter ad adottare iniziative ad hoc.
In moltissimi non lo ricorderanno, ma il primo vero sponsor sulla maglia del club nerazzurro fu ‘Inno Hit’, il quale comparì in occasione della stagione 1981/82 – ovvero agli albori delle sponsorizzazioni delle maglie da calcio. Fu il marchio che inaugurò una lunga tradizione, ma non viene ricordato tra i più celebri probabilmente perché venne rimpiazzato dopo appena un anno.
A seguire infatti uno sponsor di maglia che restò ‘iconico’ nella storia del club di Milano, ovvero il marchio Misura – in primo piano sulle maglie interiste dal 1982 al 1991. Con tutta probabilità dopo Pirelli è lo sponsor e la divisa che più hanno amato i tifosi nella storia della loro squadra del cuore.
Di breve durata ma ricordato sicuramente dai tifosi dell’Inter da vecchia data, è anche Fiorucci. Il marchio fu presente nella divisa dalla stagione 1992/93 fino a quella 1994/95 rimanendo impresso nella memoria soprattutto per la vittoria della Coppa Uefa del 1994.
Ma a spiccare tra tutti, se non altro per la sua longevità, è Pirelli, ovvero il marchio che tutti i tifosi ricordano essere associato agli della presenza in squadra di Ronaldo il Fenomeno. Il marchio apparve con l’esordio di Massimo Moratti come presidente grazie anche ai suoi legami con il gruppo Pirelli. Oggi il noto marchio degli pneumatici non è più presente come main sponsor, sostituito da Digitalbits e dai problemi che ne sono conseguiti.
Tra gli altri, almeno da menzionare sono lo sponsor tecnico Puma, attivo dal 1978-79 al 1980-81 e l’altro noto marchio Umbro, attivo anch’esso come sponsor tecnico, nel periodo compreso tra il 1991-92 e il 1997-98.
Nel corso di questo articolo abbiamo visto quali sono gli sponsor attuali dell’Inter e abbiamo dato un’occhiata ad alcuni numeri interessanti circa gli accordi di sponsorizzazione. Al contempo abbiamo visto che non tutto ultimamente ha girato per il verso giusto in casa Inter, con i problemi legati alla vicenda Digitalbits. Ma abbiamo anche evidenziato perché gli sponsor sono fondamentali per una squadra di calcio.
Ricapitolando in estrema sintesi, gli sponsor sono di essenziale importanza per una squadra di calcio di Serie A, e in particolare per l’Inter, per differenti motivi. Vediamoli:
Ecco perché non vi sono dubbi nell’affermare che, in sintesi, gli sponsor hanno un ruolo fondamentale nel supportare dal lato finanziario una squadra di calcio di Serie A come l’Inter, permettendo al club di avere maggiori possibilità economiche di competere ad alto livello come pure di stabilire ulteriori partnership commerciali di prestigio. D’altra parte, se così non fosse, tutti i top club avrebbero difficoltà probabilmente insormontabili nel mantenere un elevato standard di gioco e a concretizzare le proprie ambizioni sportive e commerciali.
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