Da Cardiff a Budapest, dal 2017 al 2023: due maglie diverse, Juventus e Roma, e due avversarie spagnole, Real Madrid e Siviglia. Stesso esito: a Dybala sfuma ancora il primo titolo europeo della sua carriera
Nella notte della Puskas Arena, la ‘Joya’ gioca la prima metà di partita (fino al 68’), segna il vantaggio della Roma e determina le azioni in avanti della ‘Lupa’. A guardare il 21, ai tifosi juventini sarà venuta un po’ di nostalgia… .
Approccio giusto alla gara da parte della Roma di Mourinho e di Dybala, che con la fame di chi vuole vincere, scende in campo senza risparmiarsi. Attacca, difende, e segna un gran gol: controllo orientato e mancino ad incrociare. Tecnica in velocità di alto livello… la ‘zurda’ di Paulo non la si scopre certo ieri. Un diamante che brilla nel cielo della capitale ungherese, poi l’autogol di Mancini, i supplementari e i rigori al termine di una gara lunghissima. Il sogno giallorosso che si infrange a un passo dalla gloria.
Dybala in lacrime come a Cardiff nel 2017, se non di più: più maturo, più leader, più responsabilizzato dall’ambiente. L’‘eletto di Laguna Larga’ voleva regalare questa gioia alla famiglia giallorossa, che lo ha accolto come un figlio di Roma. Invece per la ‘Joya’ altra serata europea amara: dalla finale di Champions League contro il Real Madrid, a quella di Europa League col Siviglia, il risultato non cambia: la medaglia a fine gara è d’argento e il trofeo ancora una volta vola in Spagna.
Ieri sera tutta Europa era incollata alla Tv per godersi la finale di UEL. In Italia, spettatori attenti e coinvolti i tifosi della Juventus.
Inutile nasconderlo, tra alti e bassi, tra incomprensioni e momenti di gioia assoluta, Paulo Dybala e i tifosi bianconeri non si sono mai dimenticati. Nella carriera di un giocatore ci sta cambiare maglia, ma l’affetto dei ‘gobbi’ verso l’argentino è una di quelle cose che fa bene al calcio moderno.
Non serve, oggi, ripercorrere la parabola scivolosa, tra richieste e offerte, che ha portato Dybala a separarsi dalla Juventus. Qualsiasi tifoso di ‘Madama’ si sarà chiesto almeno se non valeva la pena tenersi ‘U picciriddu’, piuttosto che investire forze economiche su Angel Di Maria, per una sola stagione. Sui social network e nei bar di Torino, ieri sera tutti tifavano per ‘Paulino’, diamante grezzo ma purissimo, raffinatosi all’ombra della Mole Antonelliana.
Di Maria è un esterno, Dybala è un ’10’. Certo, ma alla Juventus questa stagione ‘El Fideo’ ha giocato proprio nella stessa zona di competenza del connazionale.
I due campioni del mondo non hanno avuto una stagione facile dal punto di vista della tenuta fisica. Si provi però a proporre un paragone: Dybala ha giocato 2.416 minuti, al fronte dei 2.220 di Di Maria. Quasi gli stessi, va detto. Anche il numero delle gare nella quale i due argentini sono quasi le stesse, giocoforza: 37 e 39. L’impiego nel rettangolo verde è stato dunque analogo. L’impatto però molto diverso: l’ex-Juve ha portato 17 gol e 8 assist, l’ex-PSG 8 gol e 7 assist. Ai numeri in campo, vanno aggiunti anche quelli sulla scrivania: Paulo Dybala percepisce a Roma uno stipendio netto di 4 milioni di euro, Angel Di Maria a Torino 7, quasi il doppio.
Inoltre, è fuori discussione che il legame che Dybala ha con i romanisti è diametralmente opposto a quello che Di Maria ha con gli juventini. Domenica sera contro il Milan, il classe ’88 è uscito tra i sonori fischi dello Stadium; ieri sera il ’93 tra gli applausi scroscianti dei 30mila giallorossi della Puskas Arena.
A Torino, sulla sponda bianconera dei ‘Murazzi’, non lo hanno mai dimenticato: ieri sera numerosi tifosi della Juventus supportavano la Roma per vedere gioire la ‘loro Joya’. Dybala è stato simbolo di una Juve bella e vincente, idolo e riferimento di una intera generazione di bianconeri nati nel corso del primo decennio di questo millennio.
Un anno dopo, si può dire che l’avvicendamento a tinta ‘albiceleste’ non abbia pagato: Di Maria non sarà mai Dybala per i tifosi e in campo ha fatto peggio del collega romanista. La scelta della Juventus, anche questa, pare quindi essere un grande buco nell’acqua.
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