Dario Simic ha vinto in Italia tutto quello che si poteva vincere e la sua esperienza in difesa ha allenato molto bene il figlio Roko.
Il derby di Milano è una delle sfide più sentite in tutta Europa e sono pochi i campioni che hanno avuto l’onore di giocarlo per entrambe le squadre. Uno di questi è Dario Simic, simbolo della nazionale croata e difensore tutto fare.
Il suo esordio nel grande calcio avvenne nel tragico 1992, un anno nel quale la Jugoslavia si stava definitivamente sgretolando sotto le bombe di una violenta guerra civile. Simic giocò sempre nel neonato campionato croato con la Dinamo Zagabria, squadra che fin da subito si impose come dominante.
Vi rimase fino al 1999, poi a 24 anni accettò la corte dell’Inter di Massimo Moratti che lo acquistò a gennaio su richiesta di Mircea Lucescu. Le sue prime apparizioni a Milano furono più che positive, ma faticò nella confusione tecnica di quegli anni. Giocò a fasi alterne con Lippi e Tardelli, ma divenne definitivamente riserva con Cuper e nel 2002 passò al Milan.
Nel primo anno fu titolare e protagonista del successo in Champions League, prima di finire nelle retrovie nel corso delle successive annate. La sponda rossonera del Naviglio lo ricorda però sempre con grande affetto e nel 2007 vinse anche la sua seconda Coppa dei Campioni.
Il 2003 è stato indubbiamente il suo anno magico, infatti non solo vinse titolare la Champions, ma nacque anche suo figlio Roko.
Come molto spesso accade i bambini giocano a calcio con il proprio papà e dunque il figlio di Dario Simic non poteva altro se non diventare un grande attaccante. Papà Dario gli spiegava i trucchi del mestiere per difendere e Roko intanto li sfruttava per capire come farsi beffa degli avversari.
Pur essendo nato a Milano ha trascorso la sua formazione nei settori giovanili in Croazia, militando anche per piccole realtà. Dalla Kustosija fino alla Lokomotiva Zagabria e con i biancoblu debuttò nel massimo campionato.
Segnò i suoi primi tre gol tra i professionisti e gli austriaci del Salisburgo spesero ben 4 milioni per acquistarlo. Alla Red Bull Arena fu solo riserva, ma nella squadra B del Liefering ha segnato nel 2021-22 ben 19 gol. Quest’anno è stato mandato allo Zurigo per crescere, ma il Salisburgo se lo tiene ben stretto.
Il figlio di Dario è un colosso dell’attacco, infatti è alto ben 190 cm e con il suo destro sa essere letale sottoporta. Dal padre ha sicuramente potuto conoscere il modo di pensare e di agire dei difensori e lo ha fatto proprio per diventare un bomber spietato. Rispetto a Dario, difensore adattabile in qualsiasi zona del campo, Roko per ora è solo un centravanti d’area di rigore.
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