Le dichiarazioni dello svedese in conferenza stampa, dopo l’addio al calcio. Ecco le sue parole
Zlatan Ibrahimovic appende gli scarpini al chiodo. Dopo il saluto emozionante a San Siro, al fischio finale di Milan-Verona, per il campione è arrivato il momento delle parole.
Ibra ha così tenuto al Meazza una conferenza stampa per spiegare il suo addio al calcio e per svelare cosa farà da ‘grande’: “E’ una giornata speciale per me – ammette subito il 41enne -. Non lo avevo detto a nessuno, nemmeno la società e mia moglie lo sapevano. Domani sarò un uomo libero da questo mondo. Sono orgoglioso e felice della mia carriera, oggi è davvero il mio ultimo giorno da professionista”.
Il rossonero nel cuore – “Il Milan è diventata la mia seconda famiglia – prosegue Ibra -. Da due figli ne sono arrivati altri 25. Possono migliorare ancora tutti e portare avanti questo club. Stasera speravo che qualcuno potesse darmi forza per parlare, ma piangevate tutti, mia moglie, i compagni e pure il pubblico. Sono superman ma ho un grande cuore”.
L’addio non fa più paura – “Sarà un altro mondo per me, mi mancherà lo spogliatoio, ma adesso sono pronto. La decisione di dire basta è arrivata negli ultimi dieci giorni – rivela Ibra -, volevo finire in campo, ma purtroppo non ho potuto. Quello che ho passato oggi è stato troppo forte e bello, me lo ricorderò per tutta la vita. Mi mancherà la strada per Milanello, ma andrò a salutare la squadra. Offerte? Ci sono state, ma se uno ha accettato di non continuare le offerte non interessano più”.
Arriva anche un ricordo per Raiola, che gli è stato sempre vicino nella sua lunga carriera – “Fu Mino a convincermi a tornare in Europa, avrei dovuto giocare una partita e invece, sono andato avanti per tre anni… io voglio sempre crescere, è questa la mia mentalità. La tragedia di Mino, poi, mi ha cambiato. Mi sono ritrovato da solo, non avevo qualcuno a mio fianco con cui parlare delle mie cose. Se ci fosse stato ancora Raiola, avrei continuato a giocare, avrebbe voluto la commissione (sorride, ndr)”.
Non c’è certezza, invece, per quello che sarà il futuro. Ibrahimovic non sa ancora cosa farà dopo aver appeso gli scarpini al chiodo.
“Voglio godermi quello che ho fatto – conclude lo svedese -. Non è giusto scegliere subito cosa fare, voglio riflettere e poi decidere. Essere allenatore o direttore è una grande responsabilità. Non posso mica andare in Ferrari in allenamento, ma forse Ibra può (sorride, ndr.). Non penso di lasciare il calcio in generale, ma ogni cosa va fatta passo dopo passo. Nuovo Ibra tra i giovani? Sarò sempre unico e non lo dico per il mio ego. Non è giusto fare paragoni, anche se si può avere qualcosa di simile. Se arriva un altro Zlatan? Non credo…”.
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