La Juventus, attraverso un comunicato stampa diramato ieri, esce allo scoperto e comunica di aver intenzione di uscire dal progetto della Super Lega, rivolgendosi direttamente a Real Madrid e Barcellona
Una rottura verso la passata gestione di Andrea Agnelli e un segnale distensivo nei confronti del Uefa, con cui riprendono i dialoghi.
“Juventus informa di aver trasmesso una comunicazione agli altri due club che, come Juventus, non hanno esercitato il recesso dal Progetto Super Lega al fine di avviare un periodo di discussione tra i tre club avente ad oggetto l’eventuale uscita di Juventus dal Progetto Super Lega”.
I due club che vengono citati nel comunicato sono chiaramente le due big spagnole, Real Madrid e Barcellona. La Juve nella nota smentisce inoltre di aver subito pressioni da parte del Uefa, come era stato riportato in Spagna.
È una riapertura ai dialoghi con la Uefa di Aleksander Ceferin. Il progetto Super Lega, nato nell’aprile 2021, aveva completamente interrotto i rapporti tra la Juventus di Andrea Agnelli e il massimo organismo calcistico europeo. È un passo politico importante per la Juventus che, probabilmente, punta anche a calmierare le sanzioni Uefa in vista della partecipazione alle coppe europee. Entro il 30 di giugno vanno presentate le liste delle società che parteciperanno a Champions League, Europa League e Conference League.
La Juventus, con questo passo distensivo, punta quindi al dialogo, al “venirsi incontro”, per poter per lo meno partecipare alla Conference, conquistata nonostante i 10 punti di penalizzazione. In questo gioco delle parti, importante è stata e sarà la figura di Gabriele Gravina, presidente della FICG e vice presidente Uefa.
Per la società Juventus questo è un chiaro segnale di rottura col passato, con la gestione precedente, con l’era di Andrea Agnelli. La Super Lega era “il suo progetto”, quello del vecchio presidente – che si ricordi, non ha patteggiato e andrà a processo il 15 giugno per la manovra stipendi -. L’ex presidente aveva (e forse ha tutt’ora) voglia di rivoluzionare il calcio in Europa, e la Super League è stato un tentativo, un primo colpo per smuovere le fondamenta del Uefa, che forse è naufragato sin da subito.
Juve di Elkann: nel segno della discontinuità con Agnelli
In casa Juve c’è voglia di prendere le distanze dall’operato della vecchia dirigenza e dalle battaglie politiche di Agnelli, per iniziare davvero da zero.
La presenza della Juventus nel gruppo delle, ormai, tre squadre “della Super Lega” era quasi un capriccio di forma, protesta, contro le riforme di Ceferin. Il nuovo board Juve non ha intenzione di continuare questa battaglia.
È lecito chiedersi, però, quali siano le motivazioni che spingono la ‘Vecchia Signora’ a fare un deciso passo indietro dal punto di vista sportivo-politico. Vi sono due chiavi di lettura che, nel corso delle prossime settimane, troveranno maggiore sviluppo in base alle novità sull’asse Torino-Nyon.
Da un lato, è legittimo pensare che il nuovo corso juventino non creda più nel progetto Super Lega portato avanti da Andrea Agnelli. Uscito di scena lui, si può pensare che la nuova dirigenza non voglia combattere questa battaglia, concentrandosi su altre questioni, forse prioritarie ad oggi. D’altro canto, seppur con smentite obbligatore di facciata, persiste il timore di sanzioni Uefa pesanti. Aver “abdicato” dal progetto ribelle può essere un chiaro passo verso Ceferin. La Juventus confida che quindi sia ora la Uefa a fare un passo verso di lei, in vista perciò delle prossime sanzioni. A Torino confidano che questo importante dietrofront possa qui di portare a sanzioni proporzionate e, quindi, alla non esclusione dalle competizioni Uefa.
Un passo è stato quindi fatto, adesso la palla passa al Uefa. Nelle prossime settimane si scriveranno nuovi capitoli di questa vicenda.