Carlo Ancelotti giura fedeltà al Real Madrid e chiude alle sirene del Brasile: il tecnico italiano si è soffermato anche sul terremoto dirigenziale al Milan
Il pressing del Brasile e le offerte faraoniche dall’Arabia non lo toccano. Carlo Ancelotti allontana i rumors di mercato in panchina e si blinda a Valdebebas.
La cocente eliminazione in semifinale di Champions League contro il Manchester City fa ancora male, con il tecnico di Reggiolo pronto a prendersi la rivincita nella prossima stagione. Ancelotti non lascia e anzi rilancia, con l’obiettivo di ritornare sul tetto d’Europa tra un anno. L’allenatore italiano ha un contratto in scadenza nel giugno 2024 con i ‘Blancos’ e vuole onorarlo fino in fondo. Due di picche al Brasile quindi, che a lungo lo ha corteggiato negli ultimi mesi. Ancelotti continuerà il matrimonio con Florentino Perez e il Real: “Sono molto legato all’Europa, sono soprattutto legato a una manifestazione che è la Coppa dei Campioni. L’ho vinta da calciatore e vinta da allenatore, questo è il mio luogo, a questa tengo ancora. Resto a Madrid con quest’impegno – le parole di Ancelotti al ‘Giornale’ – Sto bene a Madrid, ho un rapporto splendido con Florentino Perez, la vita qui è magica. Non smetto e poi è veramente difficile trovare qualcosa di migliore del Real Madrid“.
Passando all’Italia e alla Serie A, l’attenzione negli ultimi giorni è ovviamente rivolta al terremoto dirigenziale in seno al ‘suo’ Milan.
Fa rumore il divorzio con Paolo Maldini, con l’ex Ancelotti che non risparmia una frecciata alla proprietà americana e Cardinale: “Io a Madrid ho imparato che la storia di un club va rispettata sempre. Qui Di Stefano, Amancio, Gento, Puskas sono ancora valori esclusivi verso i quali si nutre riverenza. Per conservare la storia ai massimi livelli, va tutelata la memoria del passato, quello che è successo con Maldini dimostra una mancanza di cultura storica, di rispetto della tradizione milanista. Se è vero che con la storia non si vince è anche vero che la storia insegna a vincere”.
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