Ruud Gullit ha vinto il Pallone d’oro nel 1987 e due volte la Champions, ma la carriera del figlio Maxim non sembra essere così fortunata.
Il “trio degli olandesi” è stato determinante per fare in modo che il Milan di Berlusconi desse vita al suo straordinario dominio in Europa. Tutto però non sarebbe mai iniziato se non fosse stato per Ruud Gullit, un fenomeno in campo come pochi se ne sono visti.
Famoso per le sue treccine, Ruud Gullit è arrivato al Milan dopo essere stato il condottiero dei successi del PSV Eindhoven in Patria. Gol di gran classe e giocate di alta scuola, per un campione che ha impattato in Serie A come poche volte si è visto.
Arrivò in un Milan senza trofei da diversi anni e, in seguito all’infortunio di Van Basten, si prese in spalle il Diavolo e lo portò al trionfo nel 1987-88. Indimenticabili le sue prestazioni contro il Napoli che valsero il titolo. In estate vinse anche da Capitano l’Europeo con la sua Olanda, segnando anche in finale contro l’Unione Sovietica.
Vinse anche le Coppe dei Campioni del 1989, con doppietta sulla Steaua Bucarest, e del 1990, prima di lasciare un grande ricordo in Italia anche con la maglia della Sampdoria. Chi ha visto giocare Gullit sa bene che è stato uno dei giocatori più dominanti che si siano mai visti in un campo da calcio.
Anche per questo motivo era davvero molto difficile riuscire a ripetere le grandi imprese del padre, con il giovane figlio Maxim che sta trovando qualche difficoltà nel proprio percorso di crescita.
Ha faticato e non poco a imporsi in questi anni Maxim Gullit, nonostante la sua duttilità lo abbiano portato a ricoprire sia il ruolo di centrale di difesa che di terzino sinistro. Rispetto al padre dunque ha cambiato completamente modo di stare in campo, arretrando considerevolmente la propria manovra.
Anche il piede non è lo stesso, essendo un mancino rispetto al destrorso naturale che era Ruud. Il giocatore classe 2001 è cresciuto nelle giovanili della nobile olandese dell’Az Alkmaar, ma con i biancorossi ha giocato solo nella squadra B.
Non è mai riuscito a trovare la via della rete, anche se nel 2020-21, nelle sue 33 presenze ha saputo sfornare ben 4 assist. Nel 2021-22 è stato ceduto al Cambuur in Eredivisie, ma ha giocato davvero molto poco. Solo sette apparizioni in prima squadra nella società ultima in classifica nel 2022-23 e tristemente retrocessa. Se dovesse rimanere dunque al Cambuur per lui ci sarà Eerste Divise, la Serie B olandese.
Nel 2019 giocò anche un totale di 7 partite con la nazionale olandese Under 19, ma per lui non ci fu più la possibilità di giocare con altre selezioni. Dal padre ha sicuramente ereditato il fisico imponente, essendo alto 191 cm, ma ha ancora un po’ di tempo per riprendere in mano la sua carriera.
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