Istanbul è pronta per la finale di Champions League tra Manchester City e Inter, in programma questa sera alle 22 locali. E lo sono anche i tifosi
Non è un giorno come gli altri. Non può esserlo. Per i tifosi, per gli amanti del calcio, per la città di Istanbul.
La capitale turca è pronta a ospitare la finale di Champions League tra Manchester City e Inter. In piazza Taksim, dove è stata allestita una Coppa gigantesca, e per le vie della città è pieno di tifosi che attendono le 22 locali. E c’è anche qualcuno che è ancora alla ricerca del biglietto.
Da una parte una squadra che ha tifosi in ogni angolo del globo, anche grazie alla sua storia. Indonesia, Svizzera, Italia. I tifosi dell’Inter vengono davvero da tutto il mondo. C’è chi indossa le maglie storiche di Maicon, Milito, Sneijder della stagione 2009/2010. Quegli eroi che in quell’anno vinsero l’ultima Champions dell’Inter. E c’è anche chi, invece, non ha paura di indossare la maglia di Skriniar. Nonostante tutto. Il nome più gettonato? Lautaro Martinez.
Dall’altra parte c’è quella che forse è la squadra più forte del mondo. Una squadra che è a un passo dal Triplete. Le maglie dei tifosi del Manchester City sono pulite, nessun nome sulla schiena. Ogni tanto si vede qualche numero 9. Chiaramente la 9 di Erling Haaland. I tifosi inglesi non sono timidi, anche loro scaldano la voce per stasera con cori e qualche birra già a mezzogiorno.
Inter o City, chi tifa la Turchia?
Una dicotomia a 360 gradi. L’eterna rivalità calcistica tra Italia e Inghilterra. Il sogno da una parte, l’ossessione dall’altra. I colori scuri, il nero e il blu della notte, da una parte. L’azzurro limpido di un 10 giugno di sole, dall’altra.
È impossibile dire se ci siano più tifosi nerazzurri o più citizens, anche se i primi sembrano essere in leggera maggioranza. Ciò che è certo è che Istanbul, almeno nel tifo, è nerazzurra. Tutti i negozianti o i cittadini locali rispondono “Inter” quando gli chiedi cosa tiferanno stasera. Tutti sperano che anche stanotte la loro città possa davvero vestirsi di nero e di azzurro.