Intervista in esclusiva a Valentin Pauluzzi, corrispondente in Italia de L’Equipe: da Moncada a Maldini, passando per Thuram e Kalulu, ecco i temi trattati
E’ sempre più intenso il rapporto, dentro e fuori dal campo, tra il Milan e la Francia. In via Aldo Rossi suona davvero forte la Marsigliese, soprattutto adesso con la promozione di Moncada.
I rossoneri negli ultimi anni hanno spesso acquistato calciatori transalpini: Olivier Giroud, Mike Maignan, Theo Hernandez e Pierre Kalulu sono così diventati punti cardini del Milan di Stefano Pioli. Per parlare dei tanti intrecci tra il mondo rossonero e quello francese, Calciomercato.it, ha contattato in esclusiva Valentin Pauluzzi, corrispondente in Italia de ‘L’Equipe’.
Con il noto giornalista non si poteva non iniziare a parlare dell’addio di Paolo Maldini, considerata un’icona anche in Francia: “C’è stata una mancanza di tatto nei suoi confronti – afferma Pauluzzi -. Sappiamo tutti cosa ha fatto da calciatore e quello che stava facendo da dirigente, ma Maldini era un valore aggiunto senza eguali per il mercato estero, per il calcio fuori dai confini italiano.
In Italia non vi rendete conto di quello che rappresenta Maldini, è stato il giocatore più corretto ed elegante della storia. Era importante per convincere i futuri acquisti, ma anche per i media e per attrarre nuovi tifosi. Il Milan si è tirato la zappa sui piedi, ma conoscendolo non mi sorprende questo addio, perché non mette mai acqua nel proprio bicchiere del vino, non fa mai un passo indietro. Basta vedere quanto ci abbia messo per ritornare nel mondo del calcio. Lui poteva essere consapevole che sarebbe andata a finire male, ma non ha mollato un centimetro”.
Senza Maldini, il mercato sarà gestito soprattutto da Moncada, che avrà dunque maggiori poteri – “Sarà all’altezza del ruolo di Ds? E’ un ruolo diverso da quello fatto fino a questo momento, anche se questa promozione arriva nel momento giusto. Ho avuto l’idea che è stato un po’ forzato a rimanere nell’ombra e ora in cuor suo aveva voglia di fare un passo in avanti nella sua carriera. Però il suo lavoro di scouting è troppo importante per poter ricoprire un’altra carica in più. Non vorrei che si disperdessero queste sue qualità, lui è un fenomeno sul campo, ma il direttore sportivo ti porta a ricoprire altre mansioni che inevitabilmente gli toglierà del tempo.”
Non è da escludere dunque un nuovo innesto tra i dirigenti – “Io starei pensando a qualche nome straniero. Conoscere e muoversi su mercati diversi può essere importanti. E poi il Milan in passato ha già pensato ad un profilo del genere, con Rangnick, anche se era un’altra proprietà. Uno straniero, con nuove metodologie avrebbe senso. Far fuori Maldini e Massara per far entrare un italiano lo capirei poco. Comolli (come vi abbiamo parlato su Calciomercato.it è un’idea del Milan)? Può essere il nome giusto, lavora con loro al Tolosa. Ha conquistato la coppa di Francia e non è poco. Io da francese dovrei essere contento, ma spero che non diventi troppo francese perché il Milan è il Milan”.
E’ chiaramente tempo di calciomercato e il Milan, come vi abbiamo raccontato su queste pagine, è in pressing su Marcus Thuram – “Per scovarlo non serve certo uno scouts – prosegue Pauluzzi -. Per capirci, ci sono i Kalulu e i Giroud, il primo devi avere occhio per davvero; Per Thuram, invece, sarebbe come per Olivier. Marcus sembra che stia esitando tra Milan e Psg, tre anni fa non l’avrebbe fatto per niente, scegliendo subito i francesi giustamente”.
Talenti del Lens e giocatori francesi subito pronti – “La Ligue 1 viene spesso derisa, anche perché in Europa fanno fatica, ma tra i top5 campionati è quello più formativo – prosegue il giornalista -. E’ competitivo e danno libertà ai calciatori di essere se stessi. Lo scorso anno ho intervistato De Sciglio, che ha giocato al Lione, e lo ha notato che gli attaccanti sono più difficili da capire. Arrivano così giocatori più temprati dal punto di vista dell’approccio alla partita e sentono meno la tensione”.
Idea Ekitike per il Milan – “E’ ancora un giocatore un po’ di nicchia, è vero che è arrivato a grandi livelli, ma non penso che giocando al Psg abbia fatto capire molto più di lui. Chi lo ha seguito prima, come Moncada, ha sicuramente certezze in più rispetto a chi lo ha seguito solo quest’anno”
E’ inevitabile, poi, affrontare il discorso relativo a Mike Maignan e di altri francesi già in rosa: “60 milioni per il portiere non è una bella offerta – prosegue Pauluzzi -. Ogni calciatore ha un prezzo e il suo deve salire sui 70-80 milioni ma anche di più. Mike vale quasi sui 100 milioni e lì magari ci fai un pensiero. Se devi sacrificare il tuo campione devi chiedere molto di più. Il Chelsea sembra un salto nel buio, ma il discorso economico ha sempre la sua valenza. Si parlerà del possibile rinnovo, ma c’è un problema: Maignan è un top e ben presto ambirà a giocare per una squadra che vorrà vincere ogni anno la Champions. Non dico che al Milan è finito un ciclo, ma sembra che siamo in una fase di stallo.”
Futuro Theo Hernandez – “Qui il sacrificio sarebbe minore, Theo ha deluso, nei due derby principalmente. Ci si aspettava molto di più e se lui dovesse andare a chiedere una cessione, penso che il Milan ci pensi un po’ di meno rispetto a Maignan. Non vorrei essere troppo duro, perché ha fatto tanto, ma è mancato parecchio in quei due match. Rapporto con Maldini? Non solo lui, io ho intervistato tanti calciatori e il discorso sulla sua importanza veniva sempre fuori”.
Delusione Kalulu – “Ci si aspettava che facesse un altro step, se lo aspettava anche lui che vuole assolutamente la Nazionale francese – conclude il giornalista -. Ha una grande voglia di essere convocato da Deschamps. Io fino ad un annetto fa la consideravo ingiusta questa sua assenza, ora ho paura che non sia stato capace di gestire questa pressione che si è messo addosso. Cambio di ruolo? Non penso abbia influito, lui è un giocatore molto intelligente e sono sicuro che ha capito in cosa è mancato e correggerà il tiro perché è ancora giovane e può fare tanto nel Milan. Verrà il suo momento anche nella nazionale francese e non deve farsene una fissa”.
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