Gli sponsor della Roma sono più d’uno, ma con alcuni le cose non sono andate per il verso giusto. Scopri quali sono.
AS Roma è lo storico club della Capitale, la cui maglia è stata indossata da big del calcio come Falcao, Batistuta, Conti e, soprattutto, Totti. Una società di prestigio, da sempre ai vertici del panorama calcistico italiano e che, per ciò che attiene alle varie tipologie di spese ed investimenti non può che fare riferimento, anche e soprattutto, a rapporti di sponsorizzazione con marchi illustri e noti a livello nazionale e internazionale.
Proprio di partnership con aziende, sponsor tecnici e sponsor di maglia, vogliamo infatti parlare nel corso di questo articolo, in cui vedremo alcune caratteristiche degli accordi commerciali tra AS Roma e diversi marchi operativi sia nel campo dell’abbigliamento sportivo, sia in altri settori.
Giova affrontare questi temi, perché è vero che le entrate di un club di calcio non dipendono soltanto dai risultati sportivi ma anche da una virtuosa attività d’ufficio e organizzativa, mirata all’ottenimento dei più vantaggiosi contratti di sponsorizzazione, i quali poi andranno a costituire una rilevante voce di entrata in bilancio. Ecco allora tutti i dettagli sulle partnership che vedono protagonisti i giallorossi.
Lo sponsor tecnico stagione 2022-2023 dei giallorossi è stato New Balance, ma sono sopraggiunte recentemente importanti novità. Infatti AS Roma ha vinto una causa intentata proprio dalla New Balance, e dalla prossima stagione di Seria A 2023-2024 i giallorossi saranno vestiti da un nuovo sponsor tecnico, la ben nota Adidas.
La questione legale era scoppiata lo scorso giugno 2022, nell’ambito della pubblicazione del bilancio relativo all’esercizio 2021-2022. In esso la società sportiva romana spiegava che era in corso un arbitrato davanti alla International Chamber of Commerce con la New Balance, per trovare una soluzione al caso legato all’accordo con Adidas. Secondo la tesi di New Balance il contratto di sponsorizzazione tecnica per la produzione di magliette da calcio in essere fra le società per le stagioni 2021/2022 e 2022/2023 avrebbe incluso una specifica clausola a favore di New Balance che, se esercitata in caso di più offerte di sponsorizzazione concorrenti, avrebbe obbligato AS Roma, a rinnovare il contratto commerciale proprio con New Balance. Questo alla specifica condizione di pareggiare quanto offerto da marchi terzi.
In particolare New Balance aveva domandato all’Arbitro Unico di impedire l’esecuzione del nuovo contratto di sponsorizzazione tecnica sottoscritto dalla Roma con Adidas, ed anche di ordinarle di rinnovare quello in essere con la casa di abbigliamento americana. Il lodo del 15 febbraio scorso ha però posto fine alla vicenda, dando ragione ai giallorossi.
Abbiamo citato sopra i turbolenti rapporti con il marchio New Balance e le novità della prossima collaborazione con Adidas. Ebbene, si tratta di aspetti di indubbio rilievo se pensiamo che, nel contesto del calcio di Serie A, lo sponsor tecnico è un marchio o un’azienda che non soltanto dà l’abbigliamento sportivo ufficiale per la squadra, ma anche paga per esserci e comparire. Lo sponsor tecnico di solito sottoscrive un contratto di sponsorizzazione con la società sportiva per un determinato periodo di tempo, che può anche essere molto lungo.
Lo sponsor tecnico chiaramente non versa soldi per ‘beneficenza’, ma perché la partnership con un club di calcio di Serie A offre allo stesso marchio distinti benefici. Ci riferiamo in primis alla maggior visibilità del brand sponsor, con l’esposizione mediatica nell’ambito delle partite, gli allenamenti, le conferenze stampa e le varie altre attività promozionali che ruotano attorno ad un club. E ciò ovviamente vale anche e soprattutto per AS Roma.
Le maglie da gioco costituiscono uno spazio pubblicitario assai strategico, perché appunto sono indossate dai giocatori durante le partite e sono viste da milioni di spettatori in tutto il globo – specialmente in caso di finali di coppa (ne è un esempio quella di Europa League 2022-2023 che ha visto la Roma contrapporsi al Siviglia). Ne deriva insomma un’ampia esposizione del marchio e una maggiore consapevolezza su esso da parte del pubblico dei potenziali clienti.
Grazie allo sponsor tecnico, poi, è lo stesso club a beneficiare della collaborazione e così presumibilmente sarà dalla stagione 2023-2024, che vedrà l’arrivo del prestigioso marchio Adidas al posto di New Balance.
Per quanto riguarda il club di calcio, la partnership con uno sponsor tecnico rappresenta una fonte di reddito importante. Solitamente, lo sponsor tecnico paga una somma di denaro al club in cambio dei diritti di sponsorizzazione e dell’esclusiva fornitura di abbigliamento sportivo. Questo flusso di entrate può contribuire in modo consistente al bilancio finanziario del club e a sostenere le sue attività, tra cui l’acquisizione di nuovi giocatori, il miglioramento delle strutture e l’investimento nello sviluppo delle giovanili.
Inoltre, la sponsorizzazione di uno sponsor tecnico può anche contribuire a rafforzare l’immagine del club, creare un maggior senso di appartenenza tra i tifosi e migliorare la reputazione del club a livello internazionale.
ll marchio DigitalBits comparve per la prima volta sui grandi schermi italiani l’8 luglio 2021. José Mourinho all’epoca venne presentato come nuovo allenatore della AS Roma. Annunciato tre mesi prima, Mourinho parlò ai giornalisti con il marchio DigitalBits ben visibile impresso in bianco su un pannello rosso. Da lì a poco divenne lo sponsor principale della squadra con un contratto di 3 anni, per comparire sul porpora della maglia di Lorenzo Pellegrini e compagni. Sul piano dei versamenti da sponsorizzazione furono pattuiti 5 milioni il primo, 10 milioni il secondo e 25 milioni il terzo.
Sono però subentrati problemi di insolvenza in DigitalBits, che oltre ad aver colpito la sponsorizzazione alla Roma, hanno nuociuto anche all’Inter.
Infatti, nella stagione calcistica in corso le due società, arrivate rispettivamente in finale di Europa League (Roma) e Champions League (Inter), non avrebbero ricevuto quanto fatto oggetto di accordo economico. Digitalbits è, non a caso, sparita dalle maglie di Roma e Inter. Anzi, proprio nella finale con il Siviglia, i giallorossi hanno giocato indossando una maglia riportante la storica sigla SPQR – Senato e popolo di Roma – al posto del logo della società attiva nel settore criptovalute – finita nel bel mezzo di problemi di liquidità.
La situazione partnership non è delle migliori in casa Roma, ed ecco perché il patron Dan Friedkin ha già agito alla ricerca di nuovi sponsor – dando spazio anzitutto al debutto di Toyota come sponsor per le casacche di allenamento.
Ciò fa capire che i sospetti sull’insolvenza di DigitalBits, negli ambienti giallorossi, erano già noti da tempo. Il 31 marzo scorso nelle casse di Trigoria non sono arrivati i pagamenti attesi per l’anno in corso, perché gli ultimi si riferiscono allo scorso anno.
Non dimentichiamo inoltre la presenza del cd. ‘retro sponsor’, Auberge Resorts, importante realtà attiva nel settore turistico-alberghiero.
Poco sopra abbiamo parlato degli sponsor di maglia, ma quali benefici sono potenzialmente in grado di portare? Ebbene, oltre all’evidente coinvolgimento dei tifosi, gli sponsor di maglia, come pure lo sponsor tecnico, costituiscono una oggettiva fonte di entrate in bilancio del club AS Roma. Detti sponsor infatti pagano una somma di denaro al club di calcio, per essere presenti in modo visibile negli ‘spazi pubblicitari’ sulle maglie degli atleti.
La visibilità permette l’aumento della popolarità e conduce ad una maggior consapevolezza dell’esistenza di un dato marchio, a livello globale. Ecco perché da una collaborazione con la Roma, una società come New Balance non ha potuto che trarne vantaggio in termini di profitto economico delle vendite dei suoi prodotti non solo in Italia ma in varie altre parti del mondo.
E non dimentichiamo poi che la sponsorizzazione di maglia rappresenta anche un partenariato strategico e di ampio respiro tra il club di calcio e l’azienda sponsor. La partnership comporta infatti una serie di attività collegate, quali la collaborazione in campagne di marketing programmate, la partecipazione ad eventi promozionali specifici come pure il coinvolgimento dei giocatori in attività di promozione del marchio e tanto altro.
Nel complesso, i numeri delle entrate da sponsor non sorridono particolarmente ad AS Roma, almeno nell’ultima stagione. Lo vedremo tra poco. Tuttavia è vero che generalmente le entrate commerciali da sponsorizzazioni rappresentano una significativa fonte di entrate finanziarie per la società giallorossa. Come in una sorta di circolo virtuoso, i fondi ottenuti possono essere sfruttati per finanziare le operazioni quotidiane della società sportiva, investire in nuovi atleti, migliorare gli impianti e spingere lo sviluppo delle squadre dei giovanissimi talenti.
Abbiamo visto sopra qual è lo sponsor tecnico e chi sono quelli di maglia del club giallorosso, ma è opportuno anche dare un’occhiata ai numeri degli accordi economici che reggono queste sponsorizzazioni. Non positive notizie nel complesso, per ciò che attiene a New Balance, DigitalBits e Auberge Resorts.
Ebbene, potrà stupire più di qualcuno, ma poco meno di 20 milioni di euro è all’incirca la cifra che la Roma aveva indicato come entrate che scaturiscono dagli sponsor per la stagione 2022-23. Sicuramente se confrontiamo questo dato con quelli degli altri top club, è facile notare che si tratta di una cifra fin troppo bassa.
In verità a livello di entrate ciò che arriva attraverso l’incasso da sponsor tecnico ha sempre grande rilievo perciò, non a caso, cambierà nella stagione 2023-2024 – non rinnovandosi un accordo non certo assai remunerativo per AS Roma. New Balance è un marchio sicuramente conosciuto ed affermato, ma non in grado di competere – anche sul piano economico – con big come ad esempio Nike o Adidas.
Ecco allora che si avvia ai titoli di coda la collaborazione con l’azienda americana produttrice di abbigliamento e calzature sportive. D’altronde si tratta di entrate comprese tra i 4 e i 5 milioni di euro per la stagione 2022-2023, mentre a seguire subentrerà il marchio tedesco Adidas con cui – è presumibile – i giallorossi potranno chiudere un accordo più favorevole dal lato economico – e riteniamo avrà rilievo anche il traguardo della finale raggiunta in Europa League.
Tuttavia pesa soprattutto la grana DigitalBits, che con la partnership aveva assicurato il versamento di decine milioni di euro, i quali molto probabilmente non arriveranno nelle casse giallorosse.
Il main sponsor della Roma, DigitalBits, come già per l’Inter, è stato rimosso dalla maglia e non è comparso dunque nella finale di Budapest di Europa League contro il Siviglia. D’altronde, ormai noti problemi finanziari affliggono DigitalBits, una società attiva nel mondo delle criptovalute e della blockchain, dietro la quale – secondo le accuse – potrebbe esserci, come si suol dire, soltanto tanto fumo e niente arrosto.
Il marchio DigitalBits fece il suo debutto per la prima volta sui grandi schermi italiani nell’estate di due anni fa. Main sponsor da allora, AS Roma si legò alla società americana con un contratto di 3 anni per comparire frontalmente sulla maglia dei calciatori giallorossi. Rimarchiamo che i numeri dell’accordo economico indicavano 5 milioni di euro il primo anno, 10 milioni il secondo e 25 milioni il terzo.
I soldi sono arrivati fino al 2022, mentre per ciò che riguarda l’ultima parte della stagione calcistica in corso la Roma – proprio come l’Inter – non avrebbe ricevuto quanto pattuito. Come accennato sopra, da un po’ il marchio del controverso settore delle criptovalute non compare più sulla casacca giallorossa. In questi giorni compare al posto di ‘DigitalBits’ una sigla che i romani conoscono bene, ovvero ‘SPQR’: Senato e popolo di Roma.
Una diversa entrata nelle casse del club giunge dal retro sponsor Auberge Resorts, azienda controllata dalla famiglia Friedkin, proprietaria della Roma, che ha migliorato i dati economici della anteriore collaborazione che vedeva la Roma incassare circa 3 milioni di euro da Hyundai. La cifra esatta della partnership non è però nota. Al momento i giallorossi non hanno invece lo sponsor di manica.
In sintesi, non ingentissimi dunque gli incassi derivanti dalle sponsorizzazioni – specialmente, se confrontati con quelli di altri top club. Ecco perché i termini dei prossimi accordi saranno presumibilmente negoziati in modo più favorevole.
Dopo i doverosi dettagli che abbiamo sopra riportato, ecco la ricapitolazione dei nomi, più o meno celebri, dei marchi che hanno firmato accordi economici di sponsorizzazione con la Roma, validi per l’ultima stagione:
Finora abbiamo citato gli sponsor chiave di AS Roma, ma la lista in verità non si riassume soltanto in questi, che sono comunque i più importanti e quelli di maggior spicco. Vi è infatti una rete di collaborazioni collaterali, il cui elenco completo è presente in questa pagina web del sito ufficiale dei giallorossi, che infatti indica tutti gli sponsor e partner. Tra gli sponsor minori abbiamo ad esempio Algida in veste di Official Partner oppure San Raffaele Health Services Partner in veste di Official Supplier.
Non stupisce che AS Roma, rinomato club di calcio italiano, abbia avuto differenti sponsor di alto calibro nel corso degli anni. Tra gli sponsor tecnici, in moltissimi ricorderanno Nike, nel periodo 2014 – 2021. Ma sono gli sponsor di maglia ad essere rimasti nella memoria dei tifosi giallorossi, e non soltanto nella loro.
Tra gli altri ricordiamo in primis Barilla, azienda che negli anni ’80 e ’90 ha costituito uno degli sponsor principali dei giallorossi. Molti tifosi giallorossi ricorderanno il marchio impresso in modo evidente nelle casacche vestite da Falcao e Conti, in un periodo di successo per il club, grazie alla conquista di titoli nazionali e internazionali.
In particolare, nella Roma del presidente Dino Viola il debutto dello storico marchio italiano del settore degli alimentari: il periodo della sponsorizzazione Barilla andò dal 1981 al 1994 (573 partite con lo sponsor). Senza ombra di dubbio il marchio che più è restato nella memoria dei tifosi giallorossi, Barilla apparve sulle maglie AS Roma per molto tempo, e fu il marchio con cui Totti esordì a Brescia nel 1993.
C’è poi l’altrettanto ricordato marchio Nuova Tirrena Assicurazioni, periodo 1994-95 (39 partite con lo sponsor), ma ciò per un motivo ben preciso: fu la stagione del primo gol ufficiale di Francesco Totti con la Roma, contro il Foggia. Si trattò però di fatto di un marchio di transizione e che in qualche modo anticipò l’’era’ Ina Assitalia.
Dalla prima di campionato di allora, la formazione all’epoca allenata da Carlo Mazzone scese in campo con la scritta Nuova Tirrena Assicurazioni. E il campionato andò tutto sommato bene perché vi fu la vittoria del derby – 3-0 il 27 novembre 1994. Ma soprattutto perché i giallorossi tornarono a qualificarsi per una coppa europea dopo tre anni, piazzandosi al quinto posto.
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