Il calcio è sport che appassiona persone di ogni età e paese, maschi e femmine. Ma quali sono le sue origini? La risposta ti sorprenderà.
Secondo alcuni è e resta lo sport più bello del mondo, secondo altri il primato spetta a diverse discipline ma è chiaro che una conclusione che soddisfi tutti non si può trovare. Quel che è certo è che il calcio, o come è chiamato in altri paesi d’Europa ‘football’ e in America ‘soccer’, è un’attività praticata da centinaia di milioni di persone – ma sono ancora di più coloro che lo seguono come tifosi o semplici appassionati del gioco del pallone.
Ebbene, vista una tale popolarità c’è chi potrebbe chiedersi delle origini della storia del calcio, uno sport assai amato e che, peraltro, ha radici lontane. Proprio per questo, può non essere facile intuire da dove provengono le regole fondamentali ed alla base della competizione che viene praticata oggi. Ecco allora una guida a riguardo, in cui faremo chiarezza sugli inventori del calcio (ebbene sì di ‘inventori’ si può parlare), ma anche vedremo dove è nato e qual è la sua patria, il suo popolo e la sua nazione delle origini.
Attenzione però, esiste un calcio ‘moderno’ e un calcio ‘antico’, perciò parleremo di entrambi e delle loro origini, ma separatamente. Al contempo cercheremo di capire chi sono coloro che hanno portato il calcio nel nostro paese, contribuendo alla sua iniziale diffusione e vedremo altresì dove è nato il calcio femminile, uno sport che negli ultimi anni sta aumentando la sua diffusione sia a livello di numero di praticanti che di tifosi / appassionati.
Ancora, indicheremo dove è nato il calcio a 5 e dunque in quale paese troviamo le origini di quella variante che permette di giocare facilmente anche in campetti molto piccoli e al coperto.
Chi ha inventato il calcio moderno?
Non è così facile rispondere alla domanda di cui al titolo, perché anzitutto implica – come abbiamo appena accennato – una fondamentale distinzione, quella tra calcio moderno e calcio antico. Sì, perché esiste un calcio degli albori, in qualche modo ‘primordiale’, e un calcio invece molto simile alle regole valevoli oggi, e proprio questa differenza è importante tener ben presente per rispondere alla domanda relativa agli inventori del gioco del calcio.
Ecco allora che possiamo affermare che gli inventori del gioco del calcio ‘moderno’ sono rintracciabili in Inghilterra, nazione in cui coloro che crearono le basi della disciplina sportiva così diffusa nel XXI secolo, scrissero una prima lista di regole nel lontanissimo 1863. A metterle nero su bianco è quella che può essere definita la prima ‘Federcalcio’, di matrice appunto britannica ed in grado di fissare regole sulla nascita del calcio moderno che poi, salvo alcune ritocchi, si sono confermate nel corso del tempo.
Il merito della Federcalcio inglese del XIX secolo fu essenzialmente quello di indicare la costituzione generale del gioco e gli obiettivi. Vero è che poi sono intervenute alcune importanti novità, come ad es. l’utilizzo del VAR, il cambio del numero di sostituzioni, l’introduzione dei rigori e così via, ma l’impianto o ossatura generale del gioco si deve al popolo inglese e all’originaria lista di regole su iniziativa delle Federcalcio britannica.
In precedenza le partite di calcio venivano già disputate in terra inglese ma è vero che regnava un certo caos e disorganizzazione: se è vero che tutti potevano correre con un pallone, servivano però regole ad hoc per farlo ed il punto è che prima dell’intervento della Federcalcio delle origini, nelle scuole si giocava senza regole standardizzate ed uniformate.
C’erano infatti più codici differenti, basti pensare a quelle che erano note come regole di Sheffield (ma non c’erano soltanto queste). Il risultato è che tra i giocatori si creava confusione e disaccordo sul come comportarsi nelle varie situazioni di gioco.
Ebenezer Morley, è lui il ‘fondatore’ del calcio moderno?
Il titolo di inventore del calcio moderno non spetta formalmente a nessuno, ma è vero che tra tutti c’è un personaggio che ha dato un contributo chiave alla creazione di regole standardizzate per il popolo di calciatori. Il suo nome è Ebenezer Morley, ovvero colui che è ritenuto il padre della Federcalcio d’Oltremanica. Fondatore del Barnes Football Club, in base alle fonti e a ciò che è stato tramandato nel tempo, a lui si deve molto per quanto attiene all’origine e nascita del calcio moderno e alla storia del calcio degli ultimi 150 anni.
Dal punto di vista biografico, ricordiamo che Morley nacque a Kingston upon Hull nel 1831, ma dopo alcuni decenni si spostò nel quartiere di Barnes a Londra. Proprio là fondò il Barnes Club, che fu uno dei club fondatori della Football Association – in breve FA – nel 1862.
L’incontro alla Freemasons’ Tavern a Londra
Ricordiamo peraltro la sua lettera al quotidiano dell’epoca Bell’s Lige, un documento che di fatto catalizzò l’attenzione e sollecitò quell’incontro e condivisione di idee, che portò poi al regolamento standardizzato, ovvero all’impianto di regole originarie che di fatto è ancora oggi l’ossatura del football.
Di che incontro stiamo parlando? Ebbene si tratta di quello che avvenne il 26 ottobre 1863 alla Freemasons’ Tavern di Great Queen Street a Londra. Là oltre a Morley erano presenti quel giorno i rappresentanti di 12 club. Una linea comune fu trovata ed infatti grazie a quella riunione il gioco del calcio fu codificato una volta per tutte, dopo decenni di confusione durante le partite.
Da notare peraltro che la Federcalcio inglese, o FA – Football Association – ha preceduto di molto la nascita della Fifa, che infatti fu fondata nel 1904 ovvero più di quarant’anni dopo.
Ecco allora i passaggi fondamentali della nascita del calcio moderno e della storia del calcio moderno, che oggi unisce in un solo popolo di appassionati e in una sola ‘nazione’ di calciofili, ma che ha origini anglosassoni – come abbiamo appena visto.
Chi ha inventato il calcio antico?
Gli inglesi possono con ragione ritenersi i padri del calcio moderno, ovvero della disciplina che noi tutti conosciamo oggi – pur con un’evoluzione di alcune regole rispetto alle origini londinesi. Ma attenzione, perché se è vero che ci sono gli inventori del calcio moderno, è altrettanto vero che esistono – o meglio sono esistiti – i padri del calcio dei primordi, ovvero il calcio più antico e che ha radici anche molto lontane rispetto a noi – anche dal punto di vista geografico.
Secondo quanto documentato da fonti ‘sopravvissute’ al passare dei secoli, la prima forma di calcio in ordine di tempo fu giocata addirittura in Cina, e parliamo della dinastia Han. Tempi davvero lontanissimi perché occorre fare un salto nel tempo fino al periodo compreso tra il 206 e il 220 d.c. All’epoca il gioco era chiamato ‘cuju’ nella lingua del popolo locale ed avrebbe avuto la caratteristica di essere giocato esclusivamente con i piedi, il che lo avvicinerebbe non di poco al calcio di oggi.
Secondo coloro che hanno fatto ricerche a riguardo, la parola ‘cuju’ sta a significare letteralmente ‘calcio palla’ e la finalità era quella di calciare la palla in rete – duemila anni fa come adesso. Proprio così, e come accadde molto tempo dopo nel XIX secolo in Inghilterra, il ‘cuju’ vietò l’uso delle mani – un’altra regola fondamentale del calcio odierno.
Il discusso intervento di Sepp Blatter nel 2004
In molti ricorderanno un presidente della Fifa del passato, ovvero il controverso Sepp Blatter. Ebbene proprio lui il 15 luglio del 2004 intervenne pubblicamente dichiarando che il calcio era nato a Zibo, città della Cina e in particolare della provincia di Shandong. Il motivo di questa affermazione sulla nascita del calcio era legato proprio ad alcuni fatti documentati che dimostrano l’esistenza del gioco del ‘cuju’, il quale peraltro poi si diffuse anche in altri parti dell’Asia come ad esempio nell’attuale Corea.
Non stupirà che le dichiarazioni di Sepp Blatter fecero alquanto discutere circa vent’anni fa, perché anzitutto gli inglesi non le accolsero troppo bene – ritenendosi da sempre gli inventori del calcio (moderno). Ma non solo. I cinesi a loro volta affermarono che le origini del calcio sono orientali e dunque riconducibili a loro, tanto che qualche anno dopo inaugurarono a Zibo un grande museo sulla storia dello sport più amato del mondo. Quasi a rivendicare la paternità dell’invenzione di questo gioco nell’antichità, indicando la Cina come luogo, popolo e nazione della nascita del calcio.
Grecia, antica Roma e Firenze medievale: tante origini del calcio diverse?
Non è finita qui. Altre fonti molto antiche ci dicono che qualcosa di simile al calcio moderno veniva praticato nell’antica Grecia: episkyros (dal greco ‘palla comune’) era il nome dell’attività sportiva in questione, che prevedeva la sfida tra due squadre di giocatori, ma con una regola che ammetteva l’uso delle mani. A ben vedere, dunque, non un antenato del calcio nel vero senso della parola.
Da notare anzi che questo gioco spesso aveva alcuni connotati di violenza, che lo avvicinavano invece ad un gioco romano dei tempi successivi, denominato harpastum. Anche in questo caso, dunque non si può parlare di vero antenato di questo gioco ed alla base della storia del calcio.
Anche tra il popolo della Francia medievale si praticava qualcosa di simile al nostro calcio, ovvero la suole (o choule o anche hien), e pure nel nostro paese si videro giocatori in qualche modo paragonabili ai calciatori odierni. Questo perché nel tredicesimo secolo era praticato a Firenze il cd. calcio storico fiorentino – che secondo alcuni potrebbe essere antenato diretto del calcio, ma che secondo altri altro non è che una derivazione del gioco romano dell’harpastum.
Insomma, volendo sintetizzare, se è vero che sugli inventori del calcio moderno non vi sono particolari dubbi, è altrettanto vero che per quanto riguarda le origini del calcio più remote sono in tanti a reclamare la paternità originaria dell’invenzione. Ma d’altronde non ci si può stupire a pensare che nell’antichità le persone si divertissero a calciare un oggetto dalla forma sferica: in più paesi del mondo si hanno documentazioni a riguardo ed anche ad esempio del gioco della pelota nei paesi del centro America. Insomma, non esiste una sola risposta esatta ma piuttosto una pluralità.
Dov’è nato il calcio? E qual è la patria del calcio?
Chiedersi del luogo di nascita del calcio è un altro classico dei tifosi ed appassionati di questo sport con così tanto seguito nel mondo. Ma come abbiamo accennato, sulla nascita del calcio una risposta univoca non esiste. Si hanno fonti e documenti che attestano versioni elementari o in qualche modo ‘primitive’ del gioco del pallone, e che a volte prevedevano l’uso delle mani. Altre versioni comportavano l’uso della forza o anche della violenza, ed è il caso dell’harpastum del popolo dell’antica Roma.
Pertanto è più corretto formulare la domanda relativa alle origini del calcio moderno, e rispondere – come abbiamo visto – che esse risalgono all’incontro citato presso Freemasons’ Tavern di Great Queen Street a Londra. Al contempo la patria del calcio può essere indicata nell’Inghilterra, almeno per quella versione di calcio che, tra tutte quelle sopra indicate, è più vicina a quella attuale.
Chi ha portato il calcio in Italia?
Posto che di calcio fiorentino si può parlare ai tempi del medioevo, è vero che il calcio moderno è arrivato in Italia da fuori. Ed ovviamente l’Inghilterra non può che avere un ruolo a riguardo.
In particolare, risale alla fine del XIX secolo l’arrivo del calcio cd. moderno in Italia. Basti pensare alla nascita nel 1898 a Torino della Figc, Federazione Italiana Giuoco Calcio. In verità agli albori la federazione si chiamò Fif (Federazione Italiana Football, e già il nome fa intendere da dove sia arrivata la versione moderna del calcio giocato in Italia). Di fatto la Fif era un organo di controllo ufficiale per tutte le partite che all’epoca erano disputate sul suolo nazionale. Nel primi anni del XX secolo la trasformazione della Fif in Figc.
Ne facevano parte agli inizi cinque società ovvero Genoa Cricket and Athletic Club, il Football Club Torinese, l’Internazionale Torino, la Reale Società Ginnastica Torino e l’Unione Pro Sport Alessandria. Dopo pochi mesi dalla nascita della Fif, ecco la il primo campionato di calcio italiano, disputato in una sola giornata e vinto dal Genoa Cricket and Athletic Club. Il calcio attecchì velocemente e si diffuse in Italia, tanto che – sull’onda del successo – la Fif poi Figc entrò in breve tempo a far parte della Fifa. Ecco che si può parlare dunque di nascita del calcio (moderno) in Italia.
Lo rimarchiamo: gli inglesi ebbero un contributo diretto nel portare il calcio in Italia e nel renderlo alla portata del popolo. Infatti i primi club nacquero dall’iniziativa congiunta di italiani e inglesi, lavoratori e studenti, che vivevano nel nostro paese all’epoca. E proprio il Genoa fu fondato nel 1893 con un determinante contributo di matrice anglosassone.
Dove è nato il calcio femminile?
Negli ultimi anni il calcio femminile sta facendo parlare di più di sé rispetto al passato, anche in Italia. C’entrano sicuramente i buoni risultati della nazionale italiana ma non solo. E se ci si chiede delle origini del calcio femminile, la risposta che diamo è che sono connesse al luogo di origine del calcio moderno, ovvero la Gran Bretagna. Questo del resto non può stupire.
Di mezzo infatti non c’è soltanto la diffusione del calcio in terra d’Oltremanica, ma anche e soprattutto la seconda rivoluzione industriale. Proprio così: le squadre calcistiche femminili nacquero in Inghilterra come dopolavoro per le operaie che lavoravano nelle fabbriche. Una sorta di attività ricreativa e di condivisione, per scaricare lo stress dopo le molte ore di lavoro.
Se guardiamo alle origini, abbiamo conoscenza del fatto che la più antica squadra è la Dick, Kerr’s Ladies Football Club, fondata poco dopo la nascita della FA britannica dalle lavoratrici della fabbrica di vagoni e locomotive Dick, Kerr & Co. di Preston, nel territorio del Lancashire.
Forse non tutti sanno che in Inghilterra le donne calciatrici dell’epoca giocavano in pantaloncini come i maschi, e senza dunque alcun dress code rigoroso rispetto agli standard di abbigliamento femminile dell’epoca. Ecco allora che furono gettate le basi del popolo delle giocatrici di calcio, e non solo dei giocatori.
Le origini del calcio femminile in Italia
Per quanto riguarda il nostro paese, invece, le origini del calcio femminile non possono che essere posteriori rispetto a quelle inglesi. Infatti abbiamo notizia della fondazione della prima squadra di giocatrici nel 1933, in piena epoca fascista. Il Gruppo femminile calcistico ebbe dalla Federcalcio italiana il permesso di giocare a porte chiuse e dunque senza pubblico. Ma furono presto fermate perché il regime fascista le spostò coattivamente a praticare altri sport senza contatto.
Per quale motivo? Ebbene, secondo il regime dell’epoca doveva essere vietato alle donne di praticare un sport maschile e ‘fisico’ per antonomasia, perché le donne avrebbero dovuto essere buoni mogli e madri prolifiche e ciò – secondo l’ottica politica dei tempi – non era compatibile con la pratica del calcio da parte del popolo femminile.
Non a caso in Italia si tornò a parlare di nascita e storia di calcio femminile giocato, soltanto dopo la fine della seconda guerra mondiale. Nel 1946 nacquero infatti due squadre femminili a Trieste – Triestina e San Giusto, come pure a Napoli e poi altre località italiane. Ma è certo che, rispetto all’Inghilterra, qui in Italia il calcio femminile ha impiegato più tempo a diffondersi, anche se negli ultimi anni – come accennato – sta avendo un seguito molto maggiore del passato.
Dove è nato il calcio a 5?
Largamente praticato in tutto il mondo, ed anche in Italia, vista anche la minor dimensione degli spazi che servono e il numero inferiore di giocatori, il calcio a 5 ha origini che in molti non riuscirebbero ad indovinare. Si potrebbe dire Gran Bretagna ancora una volta, oppure Brasile o Francia o qualche altro paese europeo, ma la risposta è che il calcio a 5 o internazionalmente futsal è nato in Uruguay negli anni ’30 del secolo scorso. Da quelle parti è conosciuto in particolare come fùtbol de salòn.
L’idea originaria si deve ad un professore di Montevideo, Juan Carlos Ceriani, che ne inventò la formula originale per i suoi studenti e per il popolo uruguaiano. Finalità di Ceriani era ideare un gioco di squadra che potesse essere praticato all’aperto come anche al chiuso, e che avesse in comune con il calcio alcune regole ma non tutte.
Le maggiori differenze rispetto al gioco del pallone classico sono date dal fatto che non esiste il fuorigioco, e ciò ben si comprende se pensiamo che gli spazi sono molto ristretti, le rimesse laterali sono compiute non con le mani ma con i piedi ed, ancora, si possono fare sostituzioni in numero illimitato. Altre regole furono in pratica ‘copiate’ da altri sport: per esempio il numero di giocatori per squadra in campo è lo stesso della pallacanestro, mentre nella versione originale del calcio a 5 – rispetto alla pallamano – non vi sono differenze in quanto a dimensioni del campo.
Un’origine non così sorprendente
D’altronde il pallone era amatissimo in Uruguay all’epoca della nascita del calcio a 5, dato che la nazionale aveva appena vinto i mondiali del 1930, come pure le Olimpiadi del 1924 e del 1928.
Il calcio a 5 nacque così da quelle parti proprio per consentire di divertirsi giocando in spazi più piccoli, con squadre con un numero inferiore di giocatori e porte più piccole. Vista la facilità di giocarlo, questa variante del calcio tradizionale a 11 si è presto estesa in tutto il Sudamerica e nel resto del mondo, Italia compresa.
Proprio il nostro paese ha una buona tradizione nel calcio a 5 dove ha infatti già vinto il titolo europeo e collezionato vari piazzamenti sul podio a livello di campionati del mondo. Non dimentichiamo infatti che pur non essendo noto e seguito come il calcio a 11 tradizionale, nel calcio a 5 esistono da tempo campionati europei e mondiali che hanno un buon seguito di tifosi, appassionati e curiosi.