Gravina conferma il problema della Serie A; offerta al ribasso per i diritti tv del prossimo quinquennio del massimo campionato italiano
Sono passati i tempi in cui la Serie A era il campionato più seguito e più ambito d’Europa; ora abbiamo la Liga ma soprattutto la Premier League a dominare il palcoscenico calcistico. Una testimonianza arriva direttamente dalla vicenda Tonali; il centrocampista azzurro, invece di restare in Italia e continuare al Milan, è andato al Newcastle. Al momento le squadre di Premier hanno una disponibilità economica che in Serie A non ci possiamo nemmeno sognare.
Una dato inequivocabile e che certifica il calo di appeal del massimo campionato italiano visto, ormai, come un punto di partenza e non di arrivo. L’ultima stagione calcistica, però, aveva dato una piccola speranza di rinascita; il calcio italiano, infatti, si è reso grande protagonista a livello europeo. Tre finali nelle tre principali competizioni internazionali.
L’Inter in Champions League, la Roma in Europa League e la Fiorentina in Conference; tre partite che avrebbero dovuto rappresentare la rinascita del calcio italiano ma così non è stato. I nerazzurri sono stati sconfitti dal Manchester City, gli uomini di Mourinho si sono arresi ai calci di rigore contro il Siviglia e la viola è stata piegata nel finale di gara dal West Ham.
Tre sconfitte difficili da digerire ma che avevano lasciato un minimo di ottimismo considerando che non capita tutti gli anni di portare tre squadre italiane in finale. Una piccola speranza, nulla di più per il calcio italiano che fatica tremendamente a recuperare il suo appeal.
Gravina e i diritti tv: “ci eravamo illusi”
L’illusione della rinascita del calcio italiano è durata molto poco; le offerte, al ribasso, per i diritti tv del quinquennio 2024-2029 hanno mostrato la debolezza del massimo campionato italiano. A tal proposito è intervenuto Gabriele Gravina; il presidente della FIGC, come riportato da Calcio e Finanza, ha sottolineato che “ci eravamo illusi nell’aver dato appeal dopo i risultati delle squadre italiane“.
Così non è stato e la Serie A continua drasticamente a perdere di interesse; il presidente della FIGC ha continuato sottolineando che “dobbiamo interrogarci sulla qualità del prodotto che offriamo“. Serve, dunque, un riflessione piuttosto profonda sul calcio italiano e sul futuro di un prodotto che deve, per forza di cose, tornare ad avere l’appeal di un tempo perché, ed è piuttosto evidente, come non bastino tre finali europee per cambiare una situazione decisamente complicata.